RSI e dialogo sociale

Volendo approfondire il tema del rapporto tra RSI e sindacti, mi sono imbattuta in un interessante progetto condotto nel periodo 2012/13 dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES) con il sostegno della Commissione Europea, che riguarda le pratiche di RSI. In particolare, il progetto ha posto in evidenza le nuove pratiche di RSI che gli affiliati della CES hanno elaborato a partire dall'anno 2006, oltre ad individuare priorità sindacali per gli anni futuri, in particolare riguardo alla strategia rinnovata dell'UE.
La parte che mi ha maggiormente colpita, è quella che riguarda il delicato rapporto tra RSI e dialogo sociale. Viene anzitutto fornita una precisa definizione di cosa sia il dialogo sociale a livello UE, ovvero un "processo di negoziazione tramite il quale lavoratori e datori di lavoro giungono ad un accordo per collaborare in materia di politiche e attività. Il dialogo sociale europeo, in quanto previsto esplicitamente nel Trattato sul funzionamento dell'Unione, è un elemento fondamentale del modello sociale europeo e comprende discussioni, negoziazioni e azioni congiunte intraprese dalle parti sociali europee".
Viene riportata anche la posizione dell'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), secondo cui il "dialogo sociale include ogni genere di negoziazione, consultazione o anche semplice scambio di informazione tra i rappresentati di amministrazioni pubbliche, datori di lavoro e lavoratori su questioni di interesse comune riguardanti la politica economica e sociale. Il dialogo sociale rappresenta lo strumento più idoneo per promuovere migliori condizioni di vita e di lavoro e una maggiore giustizia sociale; permette di migliorare la governance in molti campi; è importante in ogni sforzo teso a migliorare la produttività ed efficienza di imprese e settori, nonché a perseguire un'economia più efficiente e giusta. In tal modo, il dialogo sociale contribuisce a una società più equa e stabile".
Nel prosieguo, si sottolinea come la RSI non possa in alcun modo sostituire né il dialogo sociale, né, tantomeno, gli obblighi di legge. Il ruolo della RSI, dunque, sembra essere quello di contribuire ad integrare il dialogo sociale con nuove ed efficaci politiche elaborate nell'ambito degli accordi transnazionali stipulati fra le imprese e le organizzazioni dei lavoratori europee e mondiali. In conclusione, quindi, la RSI dovrebbe rappresentare un meccanismo che i sindacati e le organizzazioni della società civile possano utilizzare per individuare problematiche, per esercitare pressioni al fine di ottenere miglioramenti e per collaborare in maniera costruttiva con le imprese nella ricerca congiunta di soluzioni. In realtà, come si è avuto modo di constatare anche grazie ai numerosi interventi presenti in questo forum, spesso la RSI sfocia in pratiche errate di operazioni di marketing, privatizzazione della legge o di mezzo per indebolire il potere dei sindacati.

Vorrei approfondire la questione del rapporto tra dialogo sociale e RSI.
Credo, anzitutto, che siano strumenti separati ed indipendenti l'uno dall'altro. Per confermare tale affermazione, basti vedere la definizione data dal CES, citata dalla collega, di dialogo sociale: "processo di negoziazione tramite il quale lavoratori e datori di lavoro giungono ad un accordo per collaborare in materia di politiche e attività." Si presuppone, quindi, che tra le parti vi sia conflittualità o, quanto meno, il disaccordo tra una o più decisioni da prendere. Tale conflittualità/disaccordo non potrà che essere risolta tramite accordi negoziali, dove una e l'altra parte dovranno sacrificare alcune delle loro pretese per raggiungere un compromesso.
Se, invece, parliamo di RSI, la prima caratteristica fondamentale è la volontarietà: non vi è contrasto sui provvedimenti da attuare ma consenso tra le parti, che si impegnano a perseguire un obbiettivo comune con i mezzi pattuiti.
Sì può dire, quindi, che più che integrarsi, sono gli opposti della medaglia quando vi sono decisioni rilevanti a livello sociale da prendere nell'impresa: nel caso vi sia disaccordo si avrà dialogo sociale, se invece le parti sono della stessa opinione (consenso) si avrà RSI.

Il dialogo sociale rappresenta una frontiera europea che con la riforma di Amsterdam è stata riconosciuta pienamente nei trattati. Un obiettivo comune dell'Unione Europea e degli Stati membri ,quello della promozionw del dialogo tra datori di lavoro e lavoratori,che vuole sostanzialmente rendere partecipe la parte sociale alla governance europea. Tuttavia sono passati molti anni dall'inserimento prima che la disposizione contenuta nei trattati iniziasse ad essere applicata. Ma,nonostante l'iniziale inefficacia, il risultato di questo processo è tangibile: sono stati conclusi accordi sul congedo parentale,sul lavoro a tempo parziale,sul lavoro a tempo indeterminato. L'esito positivo di questo processo è stato possibile anche grazie ai meccanismi adottati per rendere effettivamente possibile un dialogo sociale: la Commissione europea,infatti, è tenuta sempre a consultare le parti sociali prima di adottare qualsiasi tipo di azione in materia di politica sociale. In conclusione si può affermare che, a differenza di tanti altri strumenti adoperati per migliorare il mondo delle imprese, quello del dialogo sociale sia riuscito negli intenti.