IL MARCHIO SOCIALE
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IL MARCHIO SOCIALE
Il marchio di qualità sociale assume rilevanza per le imprese dell'area globale che adottano modalità di "etichettatura sociale" o social labeling dei prodotti. Ciò consente al consumatore del mondo occidentale di esprimere un giudizio sulle condizioni di lavoro praticate nel terzo mondo. Un esempio è la disponibilità del consumatore a pagare un sovrapprezzo per le merci che siano state prodotte senza sfruttare la manodopera e senza maltrattare gli animali a tal punto che c'è un apposito mercato per beni prodotti in modo "socialmente" adeguato. Due grossi marchi hanno attraversato tempeste mediatiche a seguito di "scandali" sociali: Benetton e Moncler. Per uscire da una situazione veramente critica per la sua immagine la Benetton ha accettato di attuare una politica di responsabilità sociale mediante la spontanea decisione di risarcire le vittime del crollo di un enorme complesso in cui lavoravano centinaia di operai per le industrie tessili occidentali. Anche Moncler poco tempo fa era stata coinvolta in uno scandalo sulle condizioni di maltrattamento di animali a tal punto che era stata boicottata dai consumatori che avevano fatto registrare una considerevole flessione delle vendite dei famosi piumini d'oca per il suo comportamento socialmente inadeguato.
Cosa ne pensate di queste due ditte e del loro "particolare" modus operandi?
Cosa ne pensate di queste due ditte e del loro "particolare" modus operandi?
0000624438- Messaggi : 31
Data d'iscrizione : 30.03.16
Re: IL MARCHIO SOCIALE
Penso personalmente che "l'etichettatura sociale" dovrebbe essere imposta per legge su una percentuale di
beni( borse, scarpe, auto) prodotte da grandi società, cosicché il consumatore vedendo spesso questa "etichetta" potrebbe essere più portato ad acquistare la merce.
Detto ciò non dovrebbe essere un mezzo utilizzato per riparare i danni fatti precedentemente, ma se l'errore è stato capito e se "le vittime" sono state risarcite, le due grandi società " salvando la loro immagine" stanno attuando un comportamento da RSi.. Quindi ben venga
beni( borse, scarpe, auto) prodotte da grandi società, cosicché il consumatore vedendo spesso questa "etichetta" potrebbe essere più portato ad acquistare la merce.
Detto ciò non dovrebbe essere un mezzo utilizzato per riparare i danni fatti precedentemente, ma se l'errore è stato capito e se "le vittime" sono state risarcite, le due grandi società " salvando la loro immagine" stanno attuando un comportamento da RSi.. Quindi ben venga
0000722544- Messaggi : 23
Data d'iscrizione : 05.04.16
Re: IL MARCHIO SOCIALE
Cari colleghi,
sono pienamente d’accordo con quanto sopra affermato: molte case di moda hanno deciso di dire basta all’utilizzo di materie prime di derivazione palesemente animale e a queste decisioni sono seguite colossali campagne pubblicitarie. Certo a primo impatto sembra un’idea molto nobile ma mi viene naturale chiedermi se dietro a queste prese di posizione ci sia una strategia di marketing o la voglia di fare qualcosa di socialmente utile.
Quanti marchi di moda infatti coinvolgono in queste decisioni tutti gli stakeholder? Quanti possono garantire che le materie acquistate da terzi non derivino da sfruttamento di animali? Quante brands dell’alta moda possono giurare ad esempio che i coloranti usati per tingere le stoffe non siano stati testati su animali?
Ciò mi porta a considerare che forse un marchio sociale posto sull’ultimo anello di una catena produttiva può far si che molti siano portati ad acquistare un prodotto che credono legato ad un impegno sociale ma che in realtà non lo è perché i passaggi a monte non rispettano gli standard del marchio posto sopra al prodotto finale.
sono pienamente d’accordo con quanto sopra affermato: molte case di moda hanno deciso di dire basta all’utilizzo di materie prime di derivazione palesemente animale e a queste decisioni sono seguite colossali campagne pubblicitarie. Certo a primo impatto sembra un’idea molto nobile ma mi viene naturale chiedermi se dietro a queste prese di posizione ci sia una strategia di marketing o la voglia di fare qualcosa di socialmente utile.
Quanti marchi di moda infatti coinvolgono in queste decisioni tutti gli stakeholder? Quanti possono garantire che le materie acquistate da terzi non derivino da sfruttamento di animali? Quante brands dell’alta moda possono giurare ad esempio che i coloranti usati per tingere le stoffe non siano stati testati su animali?
Ciò mi porta a considerare che forse un marchio sociale posto sull’ultimo anello di una catena produttiva può far si che molti siano portati ad acquistare un prodotto che credono legato ad un impegno sociale ma che in realtà non lo è perché i passaggi a monte non rispettano gli standard del marchio posto sopra al prodotto finale.
723910- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 02.04.16
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