Coccinelle

Il green fashion movement ha coinvolto moltissimi brand e marchi internazionali e le fashion week della moda presenti in tutto il mondo. Anche in Italia questa tendenza ha iniziato a prendere piede con campagne mirate, attente all’etica e alla sostenibilità, non solo ambientale. Coccinelle, un’azienda italiana di Parma, specializzata nella produzione di borse ed accessori, ha rinnovato anche quest’anno il suo impegno sociale. Coccinelle inaugura una nuova collezione charity a sostegno del progetto “Il Tempo Magico” della Fondazione Magica Cleme, dedicato ai pazienti adolescenti malati di tumore. Le borse della collezione B.Live Bag nascono dall’incontro tra creatività ed energia di stilisti e ragazzi. Parte del ricavato continuerà a finanziare le iniziative del progetto. "Essere, vivere, credere" è il messaggio di speranza che Coccinelle è orgogliosa di diffondere dando la possibilità a molti altri giovani di vivere questa esperienza. Inoltre, dall'Autunno/Inverno 2015/2016 si è svolta la collaborazione di Coccinelle con Chicco. Il Chicco della Felicità ha raggiunto obiettivi preziosi a favore di bambini in difficoltà.

Pare appunto che si debba Abbandonare l’idea che la moda non possa essere etica e portatrice di valori di responsabilità sociale: è quello che secondo il trend generale dovremmo abituarci a fare. La fashion industry pare si stia indirizzando anch’essa infatti sulla linea di un processo di sviluppo che fuori dall’Italia è in atto da molti anni, verso i valori della responsabilità sociale d’impresa con un impegno maggiore dunque alla minimizzazione delle esternalità negative, umane ed ambientali che si creano durante l’intero processo di produzione e distribuzione.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare la corporate social responsability non è semplice filantropia, bensì è un modo di fare impresa in maniera differente, utilizzando il buon senso, con un occhio però sempre rivolto al branding, nella consapevolezza che la reputazione, in un mercato globale e altamente competitivo, è tutto. Ambiente, diritti dei lavoratori, istruzione e parità di genere sono solo alcuni esempi degli ambiti in cui opera la CSR.
È così che il green fashion movement, da semplice trend di nicchia, si è trasformato nell’ultima decade in un’esigenza collettiva capace di stravolgere a poco a poco le regole di produzione dell’intero settore. Ad oggi il green appareal è stato in grado di creare negli Stati Uniti un giro d’affari di 5 miliardi di dollari, appena il 2% dei 200 miliardi che vengono fatturati annualmente nel settore, ma con ampie prospettive di crescita, dato che fino a dieci anni fa le sue cifre arrivavano appena al mezzo miliardo di dollari.
Una tendenza che ha conquistato anche l’ultima fashion week londinese dove Stella McCartney ha presentato la sua collezione etica realizzata con materiali riciclati o ottenuti da processi sostenibili, come ad esempio le scarpe anni ’70 confezionate con legno sostenibile. Le aziende fornitrici sono inoltre chiamate a rispettare rigidi standard produttivi in termini ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori.
Non è nuova invece ad iniziative similari Ilaria Venturini, nipote di Edoardo ed Adele Fendi, che dopo numerosi anni spesi a lavorare per l’azienda di famiglia ha deciso qualche anno fa di vendere le sue quote e creare un suo marchio, Carmina Campus, che crea borse, accessori e mobili interamente creati con materiali di scarto. Il risultato è una linea di borse esclusive, composta da pezzi unici ed eco-friendly.

Moda e responsabilità sociale: l’associazione di questi due termini ha spinto il fashion system, dai grandi brands a quelli più piccoli, a prendere una posizione. Tra questi vi è il Gruppo Prada che ha avviato un nuovo programma e sito web dedicato alla responsabilità sociale d’impresa e responsabilità ambientale. Questo è stato lanciato dall’azienda durante una tavola rotonda organizzata presso la sede della Fondazione Prada a Milano. Il sito csr.pradagroup raccoglie storie d’impegno, valorizzazione del territorio, attenzione nei confronti della comunità, salvaguardia del patrimonio artistico. Lo scopo di Prada è quello di investire al fine di ottenere un ambiente di lavoro unico, confortevole, che promuova la crescita professionale e permetta l’accrescimento del sapere artigianale. Di fatti, Carlo Mazzi, Presidente del consiglio di amministrazione del Gruppo Prada, dichiara che “Il rispetto dell’ambiente e della persona è alla base del nostro lavoro, in ogni circostanza, all’interno dell’azienda e nelle relazioni con i nostri partner, fornitori, clienti e istituzioni”.

L'attenzione delle case di moda verso la riduzione dell'impatto che le stesse producono nei confronti dell'ambiente è sempre più crescente. Soprattutto negli ultimi tempi si stanno susseguendo diverse spinte di ridefinizione del concetto di moda in termini "sociali" tramite l'acquisizione del nuovo concetto di impresa sociale come "benefit corporation". Uno degli esempi più rappresentativi è dato dall'azienda Saluzzo Yarns, divisione della Miroglio Textile. L'azienda ha acquisito l'eco-sostenibilità come un principio fondamentale per il raggiungimento dell'obiettivo aziendale e ha deciso di investire diversi milioni di euro nel lancio una gamma diversificata di fili di poliestere riciclato ad alta qualità. Il prodotto finale, oltre a rappresentare il risultato dell'utilizzo di materie di estrema qualità, ha la capacità di esternare il carattere di risparmio in termini di risorse e di ambiente. Altro esempio legato alla tematica dell'eco-sostenibiltià è quello relativo alla riduzione degli sprechi dell'acqua:questa volta si tratta dell'azienda Levi's. L'azienda per produrre un comune paio di jeans utilizza circa 45 litri d'acqua in media. In virtù di questo dato, l'azienda ha ingenerato il lancio di una nuova linea Water Less prodotta con un risparmio di acqua fino all'80%. Naturalmente tutto ciò è possibile attraverso un processo di lavaggi limitati con la combinazione di più processi in uno solo.

Girovagando su internet e approfondendo il tema proposto dal collega ho trovato un articolo di Giorgio Fiorentini sul Corriere della sera a conferma del fatto che il settore moda negli ultimi anni è sempre più attento e coinvolto dal punta di vista sociale e della responsabilità sociale d'impresa.
Infatti, la dimensione sociale è riscontrabile sia nel rapporto moda-ambiente sia in quello più generico moda-società (si vedano le fondazioni culturali e filantropiche).
Il concetto di eco- sostenibilità ha diverse sfaccettature su cui la moda inizia ad adoperarsi partendo dall'approvvigionamento tessile ( utilizzare fibre biologiche naturali come il “classico” cotone, fibre naturali vegetali biodegradabili provenienti da risorse rinnovabili, come il lino, la canapa, iuta, fibre naturali di origine animale (seta, angora, cashmere), fibre artificiali biodegradabili provenienti da risorse rinnovabili, fibre provenienti da risorse rinnovabili, fibre a base di cellulosa, fibre sintetiche riciclate (poliestere), tinture certificate a basso impatto ecologico), alla riduzione degli sprechi dell'energia e dell'acqua (Levi's).
Un esempio citato dall'articolo è quello dell'azienda Saluzzo Yarns, divisione della Miroglio Textile.
Si è innovata la filiera acquisendo l’eco-sostenibilità come un principio della “mission” aziendale e decidendo di  investire due milioni di euro per lanciare una vasta gamma di fili di poliestere riciclato ad alta performance e qualità. Si ottengono dal riciclo al 100 per cento di bottiglie di plastica post consumo raccolte e processate in Italia con una tecnica meccanica e non chimica. Il prodotto finale, oltre ad essere interamente riciclato,ha applicazioni di alto  livello di performance con un risparmio notevole in termini di risorse e ambiente.