il marchio sociale

Il marchio sociale è un ulteriore strumento del marchio di qualità sociale. Nella conferenza dell'O.L.L. del 1997 si discusse sull'opportunità o meno di adottare modalità di "etichettatura socile" (social labeling) dei prodotti. Ciò consentirebbe al consumtore del primo mondo di esprimere il proprio giudizio sulle condizioni unfair di lavoro praticate nel terzo mondo. Il tutto sul presupposto, tutt'altro che campato in aria se pensiamo alla diffusa disponibilità a corrispondere un sovrapprezzo per le merci che siano state prodotte senza maltrattare gli animali,che esiste ormai un apposito mercato per beni prodotti in modo "socialmente" adeguato. Nel contesto municipale i fenomeni più interessanti di etichettatura sociale sembrano essere quelli dei marchi territoriali che non a caso si affermano con la fine della concezione nazionalistica degli obiettivi delle politiche di sviluppo per cui si è passati dal sostegno diretto alle proprie imprese al sostegno dell'investimento nel proprio territorio,senza piu considerare la nazionalità dell'investitore. Non conta più la nazionalità dell'investitore ma la sua accountability (responsabilità).

Ho trovato molto interessante l'argomento del marchio sociale di cui Lei ci ha illustrato le caratteristiche e facendo qualche ricerca sul Web ho trovato un altro progetto della stessa "famiglia".
Si tratta del "Buy Social", il marchio dei servizi socialmente responsabili.
Esso garantisce al consumatore che il prodotto che si accinge ad acquistare è messo nel mercato da cooperative sociali, imprese sociali e organizzazioni no profit che svolgono servizi di utilità collettiva a favore della propria comunità.
Tra questi vanno annoverati l'inserimento di persone svantaggiate, l'attività educativa, sociale e quella sanitaria.
Questo marchio nasce nell'ambito del progetto Familydea.
Le imprese sopra menzionate, che hanno a cura il welfare delle comunità all'interno delle quali operano, possono chiedere al gruppo Familydea la possibilità di apporre il sigillo Buy Social sui loro prodotti.

Perchè possano farne uso il sito Familydea delinea due criteri:
- lo stato di Onlus
- "essere dotati di appositi strumenti di trasparenza gestionale con rendiconto sociale o essere oggetto di controllo/vigilanza da enti terzi"

Lo stesso gruppo Familydea fa senza dubbio un ulteriore passo verso le politiche di RSI permettendo alle imprese in quesione di apporre il marchio Buy Social gratuitamente.

Trovo molto interessanti gli argomenti da voi citati e mi piacerebbe aggiungervi la disciplina del marchio a livello comunitario.
La disciplina del marchio è il più importante dei segni distintivi ed è collocata in sedi diverse, infatti la ritroviamo nel codice civile nel codice della proprietà industriale che è disciplinta in maniera molto ampia e la ritroviamo anche nel regolamento CE n. 207/2009 che appunto disciplina il marchio comunitario. Il marchio assume valore comunitario quando viene registrato presso l'ufficio comunitario dei marchi producendo quindi effetti nel complesso dell'Unione europea, rispettando il principio di unitarietà. È appunto l'unitarietà che distingue il marchio comunitario dal marchio internaizionle ( questo secondo tipo deve essere registrato presso l'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale). In entrambi i casi la registrazione dà diritto al suo uso esclusivo, sicché come si può intuire dal momento della registrazione l'imprenditore si trova nella condizione di investire sul proprio marchio per promuoverlo a livello svranazionale.
Per cui la cosa interessante del marchio comunitario è che esso è esattamente lo stesso in tutti i paesi europei, e che il suo detentore è titolare di un diritto unitario.

É utilie anche ricordare che il marchio può avere molte valenze. Infatti su un medesimo prodotto è possibile trovare anche due marchi: un marchio di fabbrica e un marchio di commercio. Il primo è apposto sul prodotto dal fabbricante, il secondo dal rivenditore. Inoltre può essere individuale, e contrassegnare i prodotti di un singolo imprenditore, oppure collettivo e distinguere i prodotti di una pluralità di imprenditori associati al fine di garantire l'origine, la qualità e la natura del prodotto. Può anche essere generale o speciale: generale se identifica tutti i prodotti di un imprenditore, speciale quando individua le differenze qualitative di serie specifiche di prodotti.
Grazie alla pubblicità, un marchio debole (parzialmente descrittivo), può divenire un marchio forte (marchio di pura invenzione, privo di aderenza concettuale con il prodotto), costituendo così il "secondary meaning". Questo processo fa sì che, mediante un buon supporto pubblicitario, il marchio assuma le condizione adeguate a giustificarne la protezione legale.