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"Caritas in Veritate": un'enciclica socialmente responsabile.

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Messaggio  0000724924 Ven Apr 08, 2016 7:57 am

Attraverso l’enciclica “Caritas in Veritate” del 2009 anche la Chiesa ha speso una parola in favore di un modello di società più socialmente responsabile.
Così Papa Benedetto XVI ha posto particolare enfasi su una politica sociale dell’impresa, imprescindibile sia per giungere a uno sviluppo, sia per tenere salva una società dai profili delicati come la nostra: “ […] Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale, e l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società, tanto più in una società in via di globalizzazione, in momenti difficili come quelli attuali”.

È chiaro l’allarme che viene lanciato: nel gestire un’impresa non ci si può limitare a tener conto degli interessi dei soli proprietari, ma ci si deve rivolgere a tutti i soggetti che contribuiscono a tenere in vita l’impresa: lavoratori, clienti, fornitori, e ultima ma non per importanza la comunità di riferimento; ed è anche solo così che l’impresa potrà aspirare a un successo nel lungo periodo.
“L’economia infatti ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento”.
La dottrina sociale della Chiesa su questo punto parla chiaro: l’economia, come tutte le sue branche, è prima di tutto settore di attività umana! Solo partendo da questa ottica si può apprezzare la strada che fino ad oggi ha percorso l’etica in campo economico, finanziario e aziendale. I percorsi formativi di business ethics, il sistema delle certificazioni etiche, i nuovi fondi di investimento (cosiddetti) “etici” proposti dalle banche, e via dicendo.
L’enciclica infine riconosce il ruolo del consumatore, il suo potere politico. Come l’impresa deve seguire linee guida, nello svolgimento della sua attività, improntate su una responsabilità socialmente rilevante, così il consumatore deve rendersi conto di essere capace di influenzare, attraverso il suo comportamento, l'attività d’impresa: “ […] È bene che le persone si rendano conto che acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico. C'è dunque una precisa responsabilità sociale del consumatore, che si accompagna alla responsabilità sociale dell'impresa. [...] Un più incisivo ruolo dei consumatori, quando non vengano manipolati essi stessi da associazioni non veramente rappresentative, è auspicabile come fattore di democrazia economica”.

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"Caritas in Veritate": un'enciclica socialmente responsabile. Empty Incontro tra responsabilità sociale dell'impresa e dottrina sociale della Chiesa

Messaggio  722481 Ven Apr 08, 2016 2:27 pm

Continuando sul tuo spunto, mi sembra doveroso soffermarmi sull'importanza dell'influenza che un'entità grande come la Chiesa ha nel mondo dell'economia e, soprattutto, nel campo della RSI. Questa enciclica molto importante che tu hai citato non è sicuramente l'unica, in quanto già dal XIX secolo papa Leone XIII, nell'enciclica "Rerum Novarum" del 1891, affronta il grave problema della questione operaia nel tempo delle prime rivoluzioni industriali. Leone XIII rifiuta il conflitto tra capitale e lavoro e invoca la via della solidarietà. I valori della sussidiarietà consentono uno sviluppo che parte dal basso, grazie allo spirito della cooperazione nei vari campi, come quello dell’accesso al credito dei soggetti più deboli. Nascono molte casse rurali che si sviluppano in modo capillare sul territorio, con un ruolo fortemente propulsivo delle parrocchie. Detto ciò si capisce quanto la ricerca da parte delle imprese di andare oltre il profitto esiste già da tanto tempo ma, oggi come ieri, risente di mancanze di finanziamenti e di ostacoli da parte degli organi governativi, i quali dovrebbero essere i primi promotori di progetti a fini sociali. Non dovrebbero,quindi, essere le istituzioni statali (oltre la Chiesa, ispirata normalmente dal senso di solidarietà cristiano) a sostenere suddette iniziative?

722481

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"Caritas in Veritate": un'enciclica socialmente responsabile. Empty La svolta della dottrina sociale della Chiesa: "Centesimus annus"

Messaggio  723827 Ven Apr 08, 2016 2:46 pm

Rispondendo al tuo intervento sull'importanza dell'enciclica di Leone XIII vorrei evidenziare quanto questa sia stata fortemente significativa in quanto una delle prime nella quale si cerca di trovare un rapporto tra le finalità dell'impresa di tipo lucrativo e il senso sociale che l'impresa deve possedere verso i suoi dipendenti, consumatori e in generale sul territorio in cui opera. La svolta della Dottrina Sociale della Chesa si ha sul piano sistematico con la "Centesimus annus" di Giovanni Paolo II in cui si esalta l’economia d’impresa come via per lo sviluppo e la costruzione del bene comune. L’impresa è una comunità di persone in cui l’autorità dell’imprenditore non viene esercitata come mero potere ma come servizio per lo sviluppo e la costruzione del bene comune. Si afferma la liceità del profitto perché, si legge nell’enciclica, quando l’impresa fa profitti vuol dire che i fattori della produzione sono impiegati in modo efficiente. Ma ci sono dei rischi, perché i conti di un’azienda possono essere in ordine e contemporaneamente venire umiliata la dignità della persona umana. La persona deve rimanere al centro dei processi di sviluppo con i suoi valori di libertà, responsabilità, dignità, creatività. Nella Centesimus annus sono chiaramente enucleati i tre grandi pilastri dello sviluppo: il mercato, lo Stato, la società civile. La società civile costituisce una grande fonte dello sviluppo per il bene comune, esaltando l’insostituibile valore della sussidiarietà. La sussidiairietà deve essere coniugata con la solidarietà e si dovrebbe mirare alla globalizzazione della solidarietà. I due valori devono procedere insieme perché la solidarietà senza la sussidiarietà genera scarsa propensione ad intraprendere lo sviluppo e la costruzione del bene comune. D’altra parte, la sussidiarietà senza la solidarietà genera egoismo e scarsa attenzione alle necessità dei consumatori e lavoratori stessi. Per concludere con la Centesimus annus si sposta l’attenzione del pensiero sociale della Chiesa dalla distribuzione alla produzione della ricchezza, dove giocano un ruolo cruciale gli imprenditori come attori fondamentali dello sviluppo per il bene comune.

723827

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