Le imprese e la scuola, una forma di rsi?

Ho trovato un curioso articolo sul Corriere della Sera che riporta un'indagine relativa ai potenziali effetti di una collaborazione tra le imprese e le scuole.
La Dallara di Varano in provincia di Parma, storica impresa costruttrice di automobili da competizione, ha in corso un'alternanza scuola-lavoro con l'istituto Bereninin di Fidenza: i ragazzi progettano e realizzano modelli di auto radiocomandati, prima in classe con tecnici Dallara, poi nei laboratori aziendali per costruire le autovetture. Anche Ducati e Lamborghini promuovono l'alternanza, con gli istituti tecnico-professionali Aldini-Valeriani e Belluzzi-Fioravanti di Bologna. Con il progetto TecnicaMente 3.0 dell'agenzia per il lavoro Adecco sono 30 le aziende (c'è una rete di 300 imprese potenzialmente interessate) che hanno in corso accordi di dualismo scuola lavoro con sei istituti tecnici lombardi, piemontesi e campani.
Sono molte poi le intese tra associazioni datoriali locali e scuole per rendere attiva l'alternanza. Secondo un'indagine svolta dall'associazione di direttori del personale Aidp su 400 manager delle risorse umanne di aziende di tutte le dimensioni (20% grandi, 60% medie, 20% piccole) da Nord a Sud. Il risultato è che il 54% di chi non ha ancora sperimentato forme di alternanza scuola-lavoro, si propone di utilizzarle "nell'immediato futuro". Inoltre una decisa maggioranza, il 69%, ritiene che l'interesse per il ricorso a progetti di dualismo aule-aziende, non viene intaccato dall'utilizzo di altri strumenti quali l'esonero contributivo e le tutele crescenti. "Molte esperienze eccellenti di alternanza- sostiene la presidente di Aidp Isabella Covili Faggioli- hanno offerto pieno sbocco occupazionale ai ragazzi coinvolti".

A proposito delle considerazioni svolte dal collega, trovo che la volontaria allocazione di risorse da parte delle imprese nelle scuole sia un valido strumento di investimento sociale, da considerarsi a tutti gli effetti come una particolare manifestazione di CSR.
Coinvolgere gli studenti in un contesto lavorativo infatti, è un investimento sul futuro e sulla qualità dei propri dipendenti di domani; tutti aspetti che possono assicurare alle imprese un notevole vantaggio in termini di competitività e di immagine nel medio-lungo periodo.
Vorrei segnalare, oltre agli interessanti esempi citati, un importante progetto a livello nazionale: si tratta del progetto "Traineeship", un progetto pilota promosso all'interno del Protocollo d'intesa firmato da Federmeccanica e MIUR destinato ad avviare un ambizioso programma di alternanza scuola-lavoro.
Federmeccanica ne descrive così l'adozione:<<in linea con la Legge 13 luglio 2015, n. 107 (La Buona Scuola), tale azione pilota prevede l'avvio di percorsi formativi in alternanza, nei quali il periodo di esperienza lavorativa dello studente all'interno del contesto aziendale risulta pari ad almeno 400 ore nell'ultimo triennio. Inoltre, è fondamentale la collaborazione tra scuola e impresa, soggetti che dovranno elaborare congiuntamente il progetto formativo, le competenze da far acquisire ai giovani, nonché i metodi di valutazione e certificazione dei periodi formativi on the job e delle capacità sviluppate dai giovani>>. L'alternanza scuola-lavoro deve diventare una vera e propria materia curricolare, accrescendo le abilità relazionali e le conoscenze imprenditoriali degli studenti e allineando, in ultima analisi, i fabbisogni di domanda e offerta lavoro del mercato.

La Dallara è impegnata attivamente in campo di RSI oltre alla bellissima iniziativa scuola-lavoro di cui hanno parlato i miei colleghi sopra.
L'obiettivo dell'azienda, come affermato dai dirigenti, è quello di creare un valore ma nel rispetto del contesto in cui la stessa è inserita. Proprio per questo motivo, negli ultimi anni la Dallara ha provveduto allo smaltimento di 4.000 m2 di amianto dal tetto delle sedi di Varano sostituendolo con un materiale coibentato al fine di migliorare l’efficienza energetica.
Sono, inoltre, stati installati dei pannelli fotovoltaici per un impianto da quasi 130 kw di potenza, consentendo all'azienda una auto-produzione di energia pulita, con una riduzione di emissioni di anidride carbonica e di altre sostanze inquinanti nell’aria.
In Dallara si pone grande attenzione allo smaltimento dei rifiuti dividendo il materiale di imballaggio dall’indifferenziato, le bombolette dai fluidi.
Infine, l'azienda si è anche impegnata a misurare il carbon footprint nei suoi stabilimenti per poi intraprendere azioni correttive volte alla riduzione delle emissioni di CO2 tramite particolari procedure (affinamento dei processi di ricerca aerodinamica, utilizzo di sistemi di simulazione più raffinati, attivazione di tecnologie innovative).
L'obiettivo annunciato dall'azienda? Lasciare un mondo migliore alle future generazioni.

I percorsi di alternanza scuola lavoro possono prevedere l’utilizzo della metodologia dell’Impresa Formativa Simulata (IFS) che consente l'apprendimento di processi di lavoro reali attraverso la simulazione della costituzione e gestione di imprese virtuali che operano in rete, assistite da aziende reali. Un modo nuovo e stimolante di approfondire contenuti ed avvicinarsi al mondo del lavoro in modo interattivo e divertente, attraverso un pratico ambiente di simulazione che riduce la distanza tra l'esperienza teorica e quella pratica. L’impresa formativa simulata è nata nel 1994 con l’obiettivo di dare l’opportunità alle scuole, soprattutto agli istituti ad indirizzo commerciale od economico aziendale, di simulare il processo di realizzazione e gestione di un’azienda. Innanzitutto, L'IFS simula in laboratorio la creazione di un’impresa: dall'individuazione (business idea) alla elaborazione del business plan fino all'implementazione dell’impresa stessa ed emula tutte le attività dell’impresa reale con un tutor, con cui avvia una stretta collaborazione per tutta la durata dell’intervento.
Grazie all'impresa formativa simulata gli studenti possono operare nella scuola come se fossero un’azienda-laboratorio in cui è possibile operare secondo il modello del learning by doing, e del problem solving. Le IFS interagiscono fra loro ed operano nel mercato della rete telematica, rispettando la normativa italiana in tutto e per tutto come se fossero aziende reali (gli unici elementi non reali sono i prodotti, i servizi che offrono e la moneta di scambio).

Ritengo molto importante l'iniziativa che prevede la collaborazione tra imprese e scuole: i luoghi di lavoro sono contesti cognitivi, sede di relazioni sociali fondamentali per fornire agli allievi conoscenze aggiornate sull’organizzazione del lavoro, sulla cultura d’impresa, sui mercati di riferimento, sulle norme che regolano i contratti e il lavoro, sullo sviluppo sostenibile. Dal punto di vista degli imprenditori partecipare ad un'iniziativa del genere è vantaggioso in quanto fornire indirizzi e conoscenze alle scuole per formare giovani più preparati sul territorio può essere direttamente conveniente, perché questi giovani potranno diventare lavoratori dell’azienda domani.Partecipare a un'iniziativa del genere può essere un’opportunità per stare in relazione con altre imprese del proprio settore e/o del proprio territorio; il confronto sulla formazione con altri imprenditori e con i docenti della scuola può essere fonte di arricchimento personale, offrire stimoli culturali e professionali, diventare l’occasione per ripensare anche la vita aziendale. Inoltre assumere un ruolo all’interno delle istituzioni scolastiche può aumentare la visibilità e migliorare l’immagine dell’azienda sul territorio: dare il proprio contributo di idee e dedicare tempo alla scuola e alla formazione dei giovani è un modo utile e concreto di interpretare la responsabilità sociale dell’impresa. Mentre dal punto di vista delle scuole è vantaggioso in quanto la collaborazione con le imprese può produrre una conoscenza dettagliata e dinamica delle competenze richieste, sia ai diplomati che si inseriscono subito in azienda, sia rispetto a una loro successiva specializzazione negli studi superiori; può portare l'attenzione ad alcune modalità di gestione e sviluppo delle risorse professionali che possono tradursi in raccomandazioni sul modo di fare scuola, favorendo nei giovani l’assunzione di responsabilità individuale nei confronti dei risultati d’apprendimento, lo sviluppo della capacità di lavorare con gli altri, l’orientamento al risultato e alla gestione dei problemi. Inoltre tale cooperazione può produrre la possibilità di programmare più efficacemente le attività, valorizzando le esperienze che meglio collegano l’imparare al fare (alternanza scuola-lavoro, stage, attività di laboratorio, lavoro per progetti...).

Salve collega,
a proposito dell'interessante tema da te sollevato, vorrei condividere il contributo in termini di esperienze condiviso da un noto professore della nostra facoltà. Con riferimento al rapporto tra impresa e istruzione, e con particolare riguardo all'istruzione universitaria, che è il settore più vicino alle imprese inevitabilmente, ci ha fatto presente come proprio la nostra Università si caratterizza per un ingentissimo finanziamento delle imprese private (parlava di quasi il 50% delle risorse disponibili). Tali imprese infatti investono sull'istruzione per ottenere una sorta di prelazione sui laureati, ma soprattutto per garantire ai laureandi una preparazione adeguata a sopportare e vincere la competizione sul mercato, soprattutto su quello internazionale. E l'apporto di queste imprese è stato decisivo per fronteggiare il contestuale taglio dei fondi statali destinati alla stessa istruzione pubblica. Senza dubbio il sostegno del tutto volontaristico da parte delle imprese alla scuola pubblica può rappresentare un esempio significativo di Responsabilità Sociale, oltre ad essere a mio avviso una politica oculata e proficua per il futuro delle stesse imprese. Se a ciò si aggiungono le diverse iniziative citate dai colleghi in termini di stage lavorativi, visite sui luoghi di lavoro, apprendistato e simili, risulta evidente la centralità di questi impegni per lo sviluppo della società e delle future generazioni. Più le imprese sapranno far proprie e soddisfare le preoccupazioni e le esigenze dei componenti della società, più la stessa sarà evoluta e pronta ad affrontare le sfide che ci prospetterà il futuro.

Segnalo che con l'entrata in vigore della riforma "La Buona Scuola" (l. 107/2015) è stato introdotto un programma formativo chiamato "alternanza scuola-lavoro". Attraverso questo valido strumento didattico lo studente nel corso dell'anno scolastico si confronta in prima persona con il mondo del lavoro. Il progetto è promosso, tramite convenzioni e accordi da inserire nel POF, da imprese, associazioni di categoria, camere di commercio, enti pubblici e privati.
Tre sono le figure preposte a seguire lo studente fra cui un tutor interno (scuola) ed uno esterno (ente, impresa o associazione).

Un buon metodo per orientare e introdurre le giovani generazioni alle diverse professioni lavorative e al contempo rilanciare le PMI territoriali.
Dal prossimo anno il programma sarà obbligatorio per tutte le "scuole superiori" a partire dal terzo anno.

0000725597 ha scritto:Segnalo che con l'entrata in vigore della riforma "La Buona Scuola" (l. 107/2015) è stato introdotto un programma formativo chiamato "alternanza scuola-lavoro". Attraverso questo valido strumento didattico lo studente nel corso dell'anno scolastico si confronta in prima persona con il mondo del lavoro. Il progetto è promosso, tramite convenzioni e accordi da inserire nel POF, da imprese, associazioni di categoria, camere di commercio, enti pubblici e privati.
Tre sono le figure preposte a seguire lo studente fra cui un tutor interno (scuola) ed uno esterno (ente, impresa o associazione).

Un buon metodo per orientare e introdurre le giovani generazioni alle diverse professioni lavorative e al contempo rilanciare le PMI territoriali.
Dal prossimo anno il programma sarà obbligatorio per tutte le "scuole superiori" a partire dal terzo anno.

L'attenzione posta sui giovani da parte dell'imprese è un elemento indispensabile per  garantire il loro inserimento nel mondo del lavoro, in quanto permette di sviluppare quel requisito che viene puntualmente richiesto da parte dei datori di lavoro, cioè l'esperienza. Quindi credo che il decreto  emanato dal ministero dell'istruzione dell'Università e della ricerca, in concerto con il ministero dell'economia e della finanza (D.M. prot.n. 28 / 0005408 / 1.44.10 del 5 giugno 2014) sia un ottimo strumento per raggiungere tale obiettivo. Infatti esso ha come oggetto  l'avvio di un programma sperimentale per lo svolgimento Di periodi di formazione in azienda nel biennio 2014 - 2016 indirizzato agli studenti del quarto e quinto anno della scuola secondaria di secondo grado, che contempla la stipulazione di contratti di apprendistato per l'alta formazione. In tal modo lo studente può contestualmente conseguire il diploma e inserirsi in un contesto aziendale. Lo scopo di questo decreto è quello di sviluppare le competenze tecnico professionali richieste dall'azienda e di valorizzare le vocazioni personali dei giovani accrescendone la motivazione allo studio e orientandoli nelle scelte di lavoro e studio.