Incentivi pubblici alle imprese: un possibile strumento di supporto per la diffusione della CSR

0000725243 Dom Apr 10, 2016 9:03 pm

Credo sia interessante proporre la tematica inerente alle politiche di incentivazione messa a punto dalle autorità pubbliche, e attivate con lo scopo di promuovere e diffondere le pratiche di RSI.
Interessante è quanto emerge dalla ricerca “Incentivi pubblici alle imprese: un possibile strumento di supporto per la diffusione della CSR” pubblicata dall’Italian Centre for Social Responsability.
Dall’analisi si riscontrano due caratteristiche prettamente italiane:
- minor quantità di iniziative per la promozione della RSI, ma maggior numero di iniziative specifiche di “sostegno alle imprese attraverso incentivi finanziari”, rispetto agli altri Paesi europei;
- componente territoriale delle iniziative attivate (numerosi incentivi finanziari messi a disposizione da Regioni e Province attraverso regolamenti, bandi o vere e proprie leggi)
Gli enti locali - si sottolinea nella Ricerca - svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo delle PMI, dal momento che ne rappresentano il principale punto di riferimento.
Il contesto italiano, infatti, si differenzia notevolmente da quello di altri paesi europei, a causa della forte componente territoriale che caratterizza le politiche pubbliche realizzate.
Infatti, tali politiche promozionali della RSI si considerano intense se si guarda alla dimensione regionale e provinciale, dove si sviluppano numerose iniziative che danno alle imprese la possibilità di implementare attività socialmente responsabili.
Questa caratteristica è essenzialmente dovuta alla struttura decentrata dell’ordinamento italiano a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione: gli enti pubblici sono quindi diventati i principali soggetti attivi nella promozione di tali tematiche, nonché i principali erogatori di contributi finanziari.
Vi sono diverse tipologie di contributi: diretti, costituiti da denaro o servizi alle imprese; indiretti, volti a favorire una diffusione della cultura attorno al tema della CSR, a favore dei lavoratori, e misti.
La peculiarità del modello italiano è dovuta anche al tessuto economico caratterizzato da piccole e medie imprese, radicate nel territorio in cui operano, pertanto gli enti locali svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo di tali organizzazioni.
E’ opportuno sottolineare la differenza di implementazione di questo strumento tra le diverse Regioni: ve ne sono alcune (Marche, Piemonte, Toscana) dove si fa ricorso a più di uno strumento e altre dove invece incentivi alla promozione della CSR risultano assenti.
E’ quindi auspicabile che si realizzi una più equa distribuzione di tali interventi, per garantire a tutte le imprese ubicate in diverse parti del territorio italiano le medesime opportunità, evitando la possibilità di falsare la concorrenza.

0000723023 Dom Apr 10, 2016 10:25 pm

Porre in essere iniziative (regionali) atte aumentare le adesioni alla RSI non è, evidentemente, cosa da tutti.
Come ha correttamente scritto il/la collega precedente, infatti, vi sono alcune Regioni che hanno preferito accettare "la sfida", compiendo azioni di RSI, mentre altre hanno preferito disinteressarsene, tenendo quasi le distanze da tutto ciò che riguarda la responsabilità sociale d'impresa.
In particolare, al primo gruppo di Regioni attive su questo fronte, ne appartengono ben 11 sul totale di 20; mi riferisco a: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto. Tutte queste, negli ultimi 5 anni, hanno infatti posto in essere un totale di 55 iniziative di diversa natura, miranti ad una incentivazione, rivolta alle imprese dislocate nel loro territorio, ad aderire alle politiche di RSI. A titolo di esempio, in maniera molto sintetica, sarebbe possibile citarne qualcuna:
- Toscana: qui è possibile ricordare "Fabrica Ethica" (già discussa in un altro topic aperto sempre in questo Gruppo), un progetto mirante alla promozione, in generale, della RSI, grazie al quale si tenta sostanzialmente di migliorare la competitività delle imprese, contribuire alla coesione ed inclusione sociale, nonché limitare e prevenire i costi sociali della irresponsabilità; oltre questo, è possibile citare anche tutta una serie di (ulteriori) incentivi economici, quali la riduzione IRAP alle imprese che ottengono la certificazione SA8000 oppure i finanziamenti erogati alle piccole o, addirittura, microimprese che si avvicinano per la prima volta al mondo della responsabilità sociale.
- Sardegna: qui basta ricordare il c.d. "Avviso FOCS - Formazione Continua in Sardegna", avviso pubblicato dalla Regione Sardegna nel giugno 2011 teso a realizzare una serie di azioni formative in favore dei titolari e del personale delle imprese della Sardegna; in base a ciò che ci interessa in questa discussione, serve ricordare che nell’Avviso è stata prevista una "premialità" (pari ad un massimo di 5 punti su 100) che viene attribuita in sede di valutazione a quei progetti che ponevano grandissima attenzione alla diffusione delle conoscenze in ambito di responsabilità sociale di impresa.
- Umbria: le PMI umbre, operanti nei settori più disparati, sono state incentivate all'adozione della certificazione di RSI, la SA8000, tramite contributi a fondo perduto del 50% delle spese sostenute dalle imprese stesse.
- Veneto: in questa Regione è stato istituito il c.d. "ForumVeneto Multistakeholder", tramite un accordo stipulato tra Regione Veneto e Unioncamere del Veneto; è composto da 50 tra (rappresentanti di) imprenditori, sindacalisti e consumatori e, fondamentalmente, si pone come un organismo che tenta di facilitare il dialogo tra, appunto, i soggetti di cui sopra, al fine di giungere alla attuazione volontaria delle pratiche di RSI.
- Marche: spicca, qui, il "Progetto I.Re.M. - Imprese Responsabili nelle Marche", grazie al quale si tenta di sensibilizzare le imprese le territorio marchigiano ai temi della responsabilità sociale di impresa, tramite, anzitutto, l'accettazione di un "Codice di comportamento per le PMI marchigiane", cui si devono accompagnare sgravi fiscali, finanziamenti specifici alle imprese "molto responsabili, nonché una serie di politiche (ancora da definire) tese a sensibilizzare i consumatori alle RSI.

Preferirei non dilungarmi ulteriormente per evitare di rendere (eccessivamente) tediosa la lettura del post. Spero, comunque, che questo basti per far rendere conto sulle diverse iniziative presentate dalle singole Regioni.
Infine, spero altresì che, almeno nell'immediato futuro, tutto ciò funga da incentivo, prima che alle singole imprese, quanto alle restanti 9 Regioni rimaste (ancora) in disparte: è, a mio avviso, da esse che deve giungere il passo decisivo al fine di far aderire alle RSI le singole imprese.

0000723023 Lun Apr 11, 2016 8:18 am

Continuando le ricerche sul punto, mi sono imbattuto in una iniziativa particolare. Mi riferisco al c.d. "Progetto per la Creazione di una rete per la diffusione della responsabilità sociale di impresa", nel quale sono coinvolte 14 delle 20 regioni totali (alle 11 Regioni elencate nel post precedente, vi si devono aggiungere Abruzzo, Lazio e Valle D'Aosta).
Sinteticamente, l’obiettivo cardine del progetto, per il quale la Regione Veneto è stata proposta come capofila, è quello di istituire una rete di tipo interregionale e transnazionale attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, al fine di promuovere la diffusione della RSI tra le imprese ed avviare un processo di scambio e apprendimento reciproco sul tema tra Pubbliche Amministrazioni, sviluppando, contemporaneamente, forme di collaborazione per lo sviluppo di "prodotti comuni" (da intendersi, credo, come iniziative efficaci create di comune accordo).
Di base, il progetto si sviluppa in 4 azioni, consistenti in:
a) incontri telematici tra Pubbliche Amministrazioni regionali e provinciali;
b) promozione e diffusione delle RSI tramite realizzazione di interventi formativi e di sensibilizzazione;
c) creazione di un sistema integrato di reciproci vantaggi tra imprese pubbliche e private, da un lato, e piccole imprese, dall'altro;
d) promozione delle esperienze e dei risultati del progetto.

Direi che, in conclusione, si tratti di una sorta di "unificazione" di quelle che sono tutte le singole iniziative poste in essere a tal fine dalle Regioni. Che si possa, questo progetto, rivelare una potente e decisiva arma all'adesione da parte delle imprese alle politiche di RSI?

0000349987 Dom Apr 17, 2016 3:11 pm

Nonostante il vero "valore aggiunto" delle pratiche di RSI consiste proprio nella "volontarietà" e quindi queste pratiche possono essere definite attualmente mediante meccanismi di soft law, ritengo che politiche di incentivazione regionali, ma anche e soprattutto statali, siano fondamentali per un più esteso e più veloce sviluppo della responsabilità sociale d'impresa.
Maggiori incentivi o premi, quali ad esempio quelli ricordati sopra dai miei colleghi, verso le imprese che scelgono pratiche di responsabilità sociale sono strumenti fortemente efficaci per la promozione e la diffusione stessa di queste pratiche e come, soprattutto, investimento nel territorio in cui opera l'impresa e quindi un arricchimento dell'intera generalità.
Un altro esempio importante di incentivo proposto dalla regione Emilia Romagna è stato il "Premio ER-RSI", attraverso il quale la regione ha sostenuto progetti che coinvolgono imprese di qualunque settore produttivo, ma anche parti sociali ed enti che operano per la promozione della responsabilità sociale.
L'intervento, approvato con delibera di Giunta regionale n. 1093 del 28 luglio 2015, si inquadra nell'attuazione della L.r. n. 14 del 18 luglio 2014, relativa alla promozione degli investimenti in Emilia Romagna, coerente con gli indirizzi dell'Unione europea. Ed è in linea con i propri Programmi per le Attività produttive, la ricerca e il trasferimento tecnologico e con la propria Legge regionale n. 6/2014 (Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere).
L'iniziativa ha, inoltre, offerto l'opportunità di contribuire a eventuali spese di sviluppo dei progetti premiati, attraverso l'assegnazione di un contributo a fondo perduto a titolo di riconoscimento di spese promozionali.

363220 Gio Apr 21, 2016 10:09 pm

Partendo dal presupposto che corrette pratiche di RSI producono, nel medio-lungo periodo, un vantaggio di competitività per le imprese, i lavoratori e la società in generale, è bene ribadire nuovamente come l’azione di sostegno pubblico deve facilitare l’adozione della RSI da parte di queste ultime.
Inoltre il concetto di responsabilità aziendale deve essere opportunamente analizzato in relazione alle dinamiche competitive del mercato di riferimento in cui si svolge l’attività d’impresa.
Pertanto, soprattutto in un contesto di economia di scarsità quale quello attuale, risultano fondamentali gli interventi di sostegno (i quali possono essere di varia natura come incentivi, premialità, semplificazioni) ; in particolare, come giustamente segnalato in altri commenti, risulta centrale il ruolo giocato dalle singole regioni che. a vario titolo e su più fronti, si occupano del tema.
Credo che sia vitale coinvolgere le piccole e medie imprese: fa riflettere il dato che queste non figurino tra gli attori principali di questo processo ma ciò è dovuto anche e soprattutto a fattori come un approccio più informale ed intuitivo, l’ambito locale, la natura occasionale, lo
scarso collegamento con la strategia aziendale complessiva e non alla mancanza di interesse a "scendere in campo" o all' indifferenza rispetto iniziative a favore della comunità in cui operano.

0000349987 Sab Apr 23, 2016 8:28 pm

Riguardo la tematica inerente ad incentivi sviluppati per la promozione e la diffusione di pratiche di responsabilità sociale d'impresa ho trovato particolarmente interessante l'iniziativa del "Salone della CSR e dell'innovazione sociale".
E' strutturato in una serie di tappe, una delle quali si è svolta alcuni giorni fa a Bologna in diverse sedi dell'università, e attraverso un programma culturale caratterizzato da un approccio interdisciplinare, il "Salone" offre alle imprese e ad altri attori sociali momenti di approfondimento e aggiornamento su strategie e strumenti per la sostenibilità.
Alcuni dei temi trattati negli interventi a Bologna sono stati ad esempio il binomio tra sostenibilità e innovazione, la promozione di competitività fondata sull'innovazione sostenibile, il rapporto tra imprenditorialità, innovazione e sostenibilità.
Ho trovato importante ed efficace l'approccio interdisciplinare e l'apporto dei diversi soggetti che hanno partecipato alle diverse discussioni.
All'iniziativa hanno partecipato importanti aziende come le Ferrovie dello Stato, Enel Energia, a Bologna in particolare assessori comunali e aziende private come la Granarolo.
Ritengo che iniziative di questo tipo siano un importante strumento per veicolare la promozione e la diffusione di pratiche di RSI soprattutto per la diversità degli approcci apportati che è sempre fonte di un grande ed efficace arricchimento anche solo culturale.

0000588170 Gio Apr 28, 2016 4:31 pm

Vorrei segnalare l'esperienza nata in principio in Belgio, il quale fu il primo paese in Europa a lanciare nel 1997 il bonus per chi sceglie di pedalare per andare a casa dal lavoro.
Il Belgio viene seguito dalla Francia che decise di versare un'indennità di 25 cent. al km per i cittadini che si recano su posto di lavoro in bici.
L'esempio francese arriva anche a Milano che decide si stanziare 25 cent. al km ad ogni lavoratore che lascia a casa l'automobile. I finanziamenti per il progetto arrivano dall'eco-bando sulla mobilità sostenibile "piano bici" proposto dal Governo, preferire le due ruote potrebbe arrivare a fruttare 50 euro al mese.
Il ministro dell'ambiente Gianluca Galletti annuncia 35 milioni per lo sviluppo della "mobilità pulita", fondi destinati ai comuni che potranno farsi avanti con un progetto proprio.
I paesi che hanno introdotto il bonus hanno raccontato che in prospettiva lo sviluppo della bici comporta anche un calo delle spese sanitarie a carico del sistema nazionale e quindi risparmi da poter reinvestire.
L'iniziativa ha destato l'interesse anche di realtà più piccole di quella milanese; vorrei citarne una a me vicina, il comune di Rimini. A mio parere questo è un valido esempio di incentivo pubblico, a cui le imprese possono guardare ed ispirarsi.

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