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L'impegno della finanza mondiale per combattere il cambiamento climatico

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Messaggio  0000726036 Sab Mag 07, 2016 10:47 am

Lo scorso ottobre la Banca Mondiale ha annunciato che aumenterà la qualità di finanziamenti per progetti climatici alla soglia di 16 miliardi l'anno.
L'obbiettivo primario è senza dubbio quello di incanalare lo sviluppo e la finanza verso la realizzazione di infrastrutture che associno basse emissioni ed efficienza energetica.
Tutto ciò con un unico e fondamentale fine comune: combattere in cambiamento climatico.
A questo obbiettivo ovviamente si aggiunge la voglia da parte della finanza mondiale di incrementare la produttività economica globale.
I ministre delle finanze del G20 che si sono riuniti a Lima lo scorso ottobre per il meeting annuale del gruppo Banca Mondiale hanno ribadito fortemente questa volontà.
In questa occasione le banche hanno promesso di versare altri 15 miliardi di dollari annui entro il 2020 per finanziare progetti di lotta al cambiamento climatico e al riscaldamento globale.
In questo sforzo globale la Banca Mondiale mobiliterà 29 miliardi di dollari in finanziamenti.
La stessa Banca europea per gli investimenti BEI ha promesso un incremento percentuale dei prestiti per progetti che abbiano la tutela del clima come obbiettivo reale, in particolare per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo con un incremento dal 25% al 35%.

Tutti questi impegni erano particolarmente attesi ma secondo alcuni esperti, tra cui Isabel Kreisler, le promesse fatte non hanno davvero in tutti casi toccato a pieno il punto. Infatti soltato una frazione ancora troppo ridotta di fondi ha raggiunto i paesi più poveri, con il rischio di aumentare soltanto maggiormente il divario che separa la parte più sviluppata del pianeta da quella più in difficoltà.

Senza dubbio lo sforzo che le maggiori banche mondiali stanno cercando di fare per interrompere il cambiamento climatico e il riscaldamento globale è apprezzabile, perchè associa la ricerca di un aumento della produttività economica globale un interesse attivo per l'ambiente.
Tuttavia gioca un ruolo fondamentale lo sforzo da fare per assicurare anche ai paesi più poveri uno sviluppo in questo senso, perchè in tal modo al fine di tutela ambientale si potrebbe aggiungere quello altrettanto importante di miglioramento delle condizioni di vita delle persone che abitano in questi paesi.

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L'impegno della finanza mondiale per combattere il cambiamento climatico Empty Sarà forse troppo tardi?

Messaggio  660207 Sab Mag 07, 2016 2:17 pm

Trovo molto interessante la tematica messa in evidenza dal/la collega nel post precedente, soprattutto vista la scarsa attenzione e informazione al riguardo e la egoistica tendenza a considerare il cambiamento climatico un problema principalmente delle future generazioni. Secondo i dati della NASA la temperatura globale nello scorso mese di febbraio ha registrato un nuovo, preoccupante, record assoluto. In febbraio la temperatura globale media del Pianeta, considerando sia le terre emerse che gli oceani, è stata di addirittura 1,35 gradi centigradi più elevata rispetto alla media mensile di base del periodo 1951-1980. Si tratta di una vera e propria emergenza climatica, come sostiene uno degli scienziati leader dell’autorevolissimo Potsdam Institute per la ricerca climatica, il quale aggiunge che "si tratta di un dato scioccante, completamente senza precedenti". Questo dato si rivela ancor più allarmante se si considera che, se non verranno mantenuti gli impegni sul taglio delle emissioni in atmosfera, i paesi in via di sviluppo dovranno sopportare un costo di 790 miliardi di dollari per adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici da qui al 2050. Si tratta di una situazione di cui i paesi in via di sviluppo hanno pochissime responsabilità, come ha sottolineato la direttrice di Oxfam International Winnie Byanyima.(cfr http://www.lastampa.it/2015/11/28/scienza/ambiente/il-caso/oxfam-cambiamenti-climatici-miliardi-di-dollari-sulle-spalle-dei-paesi-poveri-oq6Qz3PkHM26v2H2KCZEEJ/pagina.html).
Ritengo si apprezzabili, come sottolineato precedentemente dal/la collega, ma anche tardivi gli obiettivi e gli impegni assunti dalla finanza globale in relazione al cambiamento climatico. E' forse superfluo e scontato affermare che un'attività costante e progressiva nel tempo di prevenzione e ottimizzazione delle risorse ambientali nell'attività di produzione economica, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, avrebbe garantito una gestione del problema in maniera differente, ora impossibile. Per troppo tempo infatti il problema dell'emissione in atmosfera è stato affrontato con superficialità e disattenzione da chi, globalmente, avrebbe potuto e dovuto invece incidervi positivamente.
E' dunque necessario riportare al centro assoluto dell'attenzione globale il problema del cambiamento climatico. Gli allarmi e lo scetticismo degli esperti deve far preoccupare tutti, rimboccarsi le maniche è un dovere verso le future generazioni e la finanza mondiale deve fare sue responsabilità per molto tempo disattese.

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L'impegno della finanza mondiale per combattere il cambiamento climatico Empty Conferenza internazionale a Roma

Messaggio  0000728120 Sab Mag 07, 2016 4:07 pm

Proprio nella giornata di ieri (6 maggio) si è svolta a Roma la conferenza internazionale sull'ambiente, intitolata "L'uomo e l'ambiente: sfide globali, scenari emergenti, contrasto e prospettive". A mio parere risulta un chiaro messaggio di come la forza di volontà, tesa a rimettere in sesto le preoccupanti condizioni ambientali e climatiche del nostro pianeta, sia ancora viva. L'incontro è stato allestito e promosso dall'Arma dei carabinieri e dal Corpo Forestale dello Stato e inoltre ne hanno preso parte relatori individuati in alte cariche istituzionali nazionali e dell'UE, nonchè rappresentanti di enti governativi stranieri e associazioni nazionali e internazionali che operano a favore della tutela dell'ambiente- quale Cites, Eurojust, Europol, Fao, Interpol, Ipcc, Nato, Unep, Unodc, Fondazione UniVerde, Greenpeace Italia, Italia Nostra, Lav, Legambiente, Libera, Lipu e Wwf. Tutte questi ultimi sono associazioni, enti e fondazioni con già nelle proprie funzioni la cura ambientale e climatica, pertanto cioò che mi preoccupa maggiormente è la mancata estensione dell'incontro e del conseguente progetto verso il settore imprenditoriale (in particolare verso le pmi) e il palesato disinteresse sociale che ne scaturisce, rendendo questo un circolo vizioso che lascia la sensibilità ambientale confinata a operatori non finanziari e non dotati, se presi singolarmente di sufficiente potere d'azione per risollevare la situazione di crisi. Urge maggiore concretezza, ma soprattutto un'estensione del problema tale da essere avvertito come "sentire sociale". Proprio in siffatta ottica le imprese potranno risultare le concrete forze trainanti.

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