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La Mela marcia! Apple ed RSI

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Messaggio  0000722544 Ven Apr 15, 2016 8:31 am

Apple è un'azienda statunitense che produce sistemi operativi, computer e dispositivi multimediali con sede a Cupertino, nello Stato della California.
È attualmente una delle aziende più note, discusse, e produttive del mondo
Nel suo codice di condotta la Apple si impegna a garantire produzioni rispettose della salute, della dignità dei lavoratori e dell’ambiente.
Non producendo nulla direttamente, se non idee, questi principi si applicano (è affermato esplicitamente nel codice) ai fornitori della brillante società di Cupertino per la quale “ciò che in quelle fabbriche accade rientra nella nostra responsabilità”.
Pare però,che non la pensino allo stesso modo Greenpeace e un gruppo Ong( Organizzazione non governativa).
L'incredibile successo che ha riscontrato Apple negli anni, pare però essere direttamente proporzionato ad uno sfruttamento delle condizioni dei lavoratori e non solo,tali da portare 13 dipendenti a togliersi la vita solo nel 2010 nella fabbrica elettronica Foxconn di Shenzhen (Cina).
Dietro ad ogni iPhone, iPad, iPod, c’è qualcosa di immaginabile.
Il New York Times ha dedicato loro un reportage molto dettagliato (anzi, due ), raccontando tutta una serie di inquietanti retroscena sulle loro condizioni di lavoro. Il quotidiano americano parla fra le altre cose di turni di lavoro massacranti, minacce ai lavoratori e punizioni esemplari, di documenti falsificati per consentire il lavoro minorile.
Ma non solo. Parla degli incidenti che si sarebbero potuti evitare. Come quello che ha coinvolto le centinaia di operai rimasti intossicati dall’n-esano, un composto notoriamente tossico utilizzato per pulire i display dell’iPhone solo perché decisamente più rapido dell’alcool ad evaporare.
O come le due esplosioni che, lo scorso anno, hanno provocato la morte di 4 operai e il ferimento di altri 77. Tutte vittime delle polveri d’alluminio, uno dei residui delle lavorazioni del dorso dell’Ipad. Nello stabilimento Foxconn di Chengdu, teatro di uno dei due tragici incidenti(oltre che dei suicidi ) le condizioni di scarsa areazione degli impianti erano state documentate già alcune settimane prima da un gruppo di advocacy di Hong Kong, con tanto di video che mostrava i corpi dei lavoratori ricoperti da particelle finissime di metallo. "Una copia di quel report è stata mandata anche ad Apple", spiega uno degli esponenti del gruppo, "ma non c’è stata alcuna risposta".
Ci sono bambini di 13 anni che lavorano 16 ore al giorno per 70 centesimi all’ora, ad esempio; lavoratori stipati in quartieri dormitorio senza le necessarie condizioni igienico sanitarie; altri che respirano solventi tossici o polveri sottili; altri, infine, che scelgono il suicidio.
Gli scandali di Foxconn, non sembrano essere terminati qui,infatti Apple si caratterizza anche per l'inquinamento ambientale causato dai prodotti utilizzati all'interno delle fabbriche.
Foxconn è stata chiamata in causa dalle organizzazioni cinesi raccolte nella Green Choice Alliance anche per l'inquinamento derivante dalla lavorazione di metalli, che rende l'aria irrespirabile per chi vive nei pressi dello stabilimento, tanto da impedire ai residenti l'apertura delle finestre. Altrettanto preoccupanti sono le conseguenze dello scarico di sostanze inquinanti in corsi d'acqua da parte della Meiko Electronics “rame e nickel in grandi quantità, che finirebbero direttamente nel fiume Yangtze”, mentre le emissioni della Kaedar Electronics e della Unimicron Electronics, sempre fornitrici Apple, starebbero provocando nei bambini che abitano l'area “dolori al petto e sanguinamento nasale”.
E se la contaminazione dell'aria e delle acque minaccia vaste fasce di popolazione, l’uso di sostanze tossiche nei processi produttivi sembra avere effetti immediati sugli operai.
Eppure quando si parla di inquinamento provocato da Apple e da altri colossi del “Business and Technology” l’orizzonte valica i confini cinesi e ci riguarda tutti. Perché? A spiegarcelo è How Clean Is Your Cloud il nuovo studio di Greenpeace che ha elaborato un Clean Energy Index sulla base della domanda elettrica degli impianti di questo settore e della percentuale di energia rinnovabile utilizzata da Apple, Amazon e Microsoft solo per citarne alcuni dei leader di questo immenso mercato.
Per soddisfare la nostra voglia di accedere ovunque e subito a informazioni infinite dai nostri computer, ma anche da telefoni e tablet di ogni tipo, bisogna alimentare dei data center, fucine di informazioni con migliaia di computer che immagazzinano dati, li gestiscono, li fanno circolare e permettono quindi di utilizzare, in tempo reale, la nostra sempre crescente collezione di dati. “Poiché i costi energetici non sono trascurabili, sono stati fatti notevoli sforzi per aumentare l’efficienza dei data center, ma la crescita esponenziale del cloud computing ha causato un aumento di consumi tale da annullare il risparmio energetico garantito dall’aumento di efficienza e richiede il sempre più frequente ricorso al carbone e all’energia nucleare”.
Consapevoli dei rischi, alcune aziende hanno già preso una posizione decisa nei confronti dell'ambiente, scegliendo di utilizzare una percentuale di fonti rinnovabili per alimentare i propri giganti elettronici. Nomi come Google, Yahoo! e Facebook spiccano, infatti, tra i virtuosi dell'energia nella classifica pubblicata da Greenpeace. Ma bisogna fare molto di più.
 “Speriamo, con la campagna Clean up, di convincere tutte le aziende a compiere un passo verso politiche energetiche più trasparenti, condividendo soluzioni innovative per migliorare il settore, sviluppando i data center dove siano disponibili energie pulite e aprendo una collaborazione con governi e fornitori per la distribuzione di reti elettriche rinnovabili”.
Insomma se grazie alle nuove tecnologie è possibile scambiare informazioni via etere in quantità e con una rapidità sempre maggiore tutto questo ha un prezzo. Tra gli altri la vita di qualche decina di operai cinesi, l’inquinamento di vaste aree nelle immediate vicinanze delle imprese appaltatrici di ditte come Apple ed infine il cambiamento climatico. Siamo sicuri di volerlo lo stesso?
Dunque paghiamo più di 700 euro per un telefono cellulare, per finanziare lo sfruttamento dei lavoratori e dell'ambiente?..

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La Mela marcia! Apple ed RSI Empty beneficienza parte integrante dell'approccio di vita della Apple

Messaggio  722481 Ven Apr 15, 2016 9:41 am

Avevo letto in passato di questi scandali nella Apple. Quindi ho preso spunto dalla tua riflessione per informarmi adeguatamente sul caso. Ho trovato in diversi articoli aspetti inquietanti, di cui tu hai già parlato abbondantemente. Ma mi sono anche imbattuto in notizie "confortanti", soprattutto per i numerosi sostenitori di questa multinazionale. In un' intervista il successore di Steve Jobs, Tim Cook, ha spiegato di aver già cominciato a fare donazioni e di voler dedicarsi allo sviluppo di un approccio sistematico diverso rispetto a quello del suo predecessore. "La beneficenza è parte integrante dell'approccio di vita della Apple e sono convinto che una posizione di rilievo come la mia sia una opportunità per cambiare in meglio il mondo. Spero di essere la pietra nel lago che genera onde di cambiamento. Donerò tutti i miei milioni in beneficienza" ha affermato Cook. La donazione di Apple è avvenuta dopo la morte di Steve Jobs, contrario a versare soldi perchè credeva che Apple già svolgesse una funzione sociale. Il nuovo amministratore delegato, invece, ha voluto subito imprimere una svolta, iniziando a fare beneficenza. Destinatari dei fondi sono stati l'ospedale della Stanford University, che ha ricevuto 50 milioni di dollari; poi altri sono andati all'organizzazione di aiuti all'Africa. Spero con questo commento di aver portato alla luce anche aspetti positivi di sicuro rilievo sociale. Ovviamente, come in ogni grande realtà, anche nella Apple, convivono luci ed ombre.

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La Mela marcia! Apple ed RSI Empty Re: La Mela marcia! Apple ed RSI

Messaggio  0000723023 Ven Apr 15, 2016 10:27 am

Personalmente, ed in maniera anche abbastanza pessimistica quanto più realistica possibile, reputo che alcuni sprazzi di iniziative positive, peraltro messe in atto solo recentemente nonostante la Apple stessa sia stata fondata il 1° aprile 1976, difficilmente riescano a far dimenticare tutte le precedenti attività, oserei dire, "anti-RSI". Un'impresa di tali dimensioni, un colosso della tecnologia di tal genere, con un fatturato che supera abbondantemente i 180 miliardi di dollari, e con circa 92600 dipendenti (dato 2014, tra l'altro), non può permettersi di agire contro le buone politiche di responsabilità sociale di impresa, dal momento che ciò non farebbe altro che andare a discapito del marchio stesso. Eppure, l'impresa in questione continua a vendere sempre di più, espandendo (se ancora possibile) ulteriormente il suo mercato, grazie principalmente alle numerose pubblicità che, a questo punto, definirei ingannevoli.
Le donazioni e le dichiarazioni di Tim Cook, riportate dal/dalla collega che mi ha preceduto/a, non sono, dunque, altro se non una bella confezione di una Mela putrefatta. Marcia, appunto, come ha ben detto il/la collega che ha aperto il post.
Credo che in un caso come quello della Apple e, in generale, nel caso di una grandissima multinazionale che piazza i propri prodotti all'interno del mercato, i consumatori debbano prestare molta più attenzione: essi devono porsi nella condizione, nel caso in discorso, di capire cosa sta dietro al prodotto innovativo, dietro alle prestazioni di un iPhone, dietro al design di un Mac, al fine di evitare di finanziare (ulteriormente) un'impresa che mostra, a quanto pare, nei confronti della responsabilità sociale dell'impresa e, dunque, dell'ambiente (di lavoro e non) un'attenzione decisamente bassa.  

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