Apple : strategie di RSI e critiche.

Il gruppo Apple ha di recente pubblicato il rapporto di RSI riguardante l’anno 2015. L’impresa conta più di 1.6 milioni di impiegati in venti nazioni differenti; Apple cerca di prestare un’attenzione globale verso le condizioni di lavoro dei propri dipendenti, attraverso un sistema volto a verificare gli orari lavorativi degli stessi al fine di evitare fenomeni di abuso. Viene infatti rispettato un limite massimo di ore lavorative di 60 ore ogni settimana. I controlli riguardano inoltre la fattispecie del lavoro minorile. Gli impiegati vengono sottoposti a determinati corsi di formazione volti a tramandare nei loro confronti la cultura dell’impresa e i valori etici. Inoltre tali corsi riguardano principalmente lo svolgimento dei cicli produttivi, in quanto i prodotti tendono ad essere realizzati nel rispetto degli impatti ambientali che gli stessi potrebbero avere. Il dato attuale dimostra come gran parte degli apparecchi elettronici realizzati contenga , grazie anche all’evoluzione tecnologica, un numero di sostanze nocive sempre minore. I cicli produttivi vengono affiancati dall’utilizzo di prodotti e materie ecologiche.
Il gruppo Apple è inoltre impegnato nella creazione di determinate centrali solari; nel 2015 l’energia che il gruppo Apple ha consumato proveniva per il 93% da fonti di energia rinnovabile. Si evince dunque come le regole imposte nei confronti di fornitori e produttori, siano fortemente severe al fine di ridurre drasticamente l’impatto ambientale e curare sempre maggiormente le tematiche etiche e sociali riguardanti l’attività d’impresa.
Nonostante le strategie fino ad ora citate va rilevato che c’è chi ha sostenuto che l’impegno di Apple sia fortemente cresciuto negli ultimi anni dal punto di vista della tematica della responsabilità sociale grazie anche ad alcune accuse che l’azienda ha ricevuto in passato : in particolare un gruppo di “Ong” cinesi e Greenpeace hanno criticato l’impresa, facendo leva sul c.d. “lato avvelenato della mela”. Infatti secondo queste critiche Apple non sempre avrebbe posto in essere delle strategie volte a tutelare l’impatto che i prodotti realizzati hanno sull’ambiente; si consideri come tuttavia queste accuse hanno probabilmente rappresentato un incentivo per il gruppo Apple per applicare delle buone strategie riguardanti la tematica della RSI.

Cara/o collega,
oltre alle iniziative da te citate in termini di Responsabilità Sociale d'Impresa, la Apple si è fatta apprezzare negli ultimi anni per una serie di importanti misure di welfare aziendale, mostrandosi attenta alle esigenze dei propri lavoratori e pronta ad affiancarsi a loro in un periodo delicato come quello che stiamo passando. Emblematico è il caso citato da un collega nel forum di un dipendente che, in seguito ad un divorzio, ha ricevuto una serie di sedute dallo psicologo interamente spesate dall'azienda, a cui si aggiungono la copertura per le spese mediche dei figli e per il tempo libero. Ritengo quindi che, a parte le iniziative globali che potrebbero essere motivate dalla volontà di migliorare l'immagine a fini lucrativi, l'impresa in questione ha senza dubbio sviluppato una politica imprenditoriale a sostegno del lavoratore, che è indubbiamente da apprezzare.
Quanto alle accuse ricevute dai vari organismi, ritengo che anche se fondate, non possano infangare il cambio di rotta che la Apple ha sposato e portato avanti, rappresentando un esempio di impegno sociale che può servire per la diffusione capillare della CRS. La Apple dimostra come la responsabilità sociale debba essere correlata, ma non debba dipendere dalle finalità lucrative e dai risultati di esercizio annuali. L'incentivo al lavoratore porta ad un plusvalore per l'azienda, ma prima ancora per la società.