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RSI e pubblicità etica

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Messaggio  0000726426 Gio Apr 07, 2016 3:27 pm

La pubblicità è uno degli strumenti più efficaci che consente alle imprese di arrivare velocemente ai consumatori, far conoscere il proprio marchio e accaparrarsi consenso. Ma quante pubblicità, tra quelle che vediamo scorrerci davanti agli occhi quotidianamente, fanno esplicita menzione di pratiche socialmente responsabili? Navigando in rete ne ho trovata una: quella di Asdomar. L'azienda, leader nella produzione di tonno confezionato di alta qualità, da anni diffonde, in rete e in televisione, pubblicità incentrate, non tanto sull'esaltazione delle caratteristiche del prodotto in termini di bontà o qualità nutritive, quanto sul proprio impegno in ambito di responsabilità sociale d'impresa.
Questi i messaggi che si sentono in alcuni spot pubblicitari: "Scegliamo solo tonni adulti e ci impegniamo per una pesca sostenibile, perchè anche il mare abbia un futuro"; "La nostra trasparenza si vede da tante cose, noi ve le raccontiamo tutte"; "Tutto il ciclo produttivo del nostro tonno è tutto in Italia"; "L'unico tonno lavorato in Sardegna"; "Dietro la nostra qualità, c'è anche il rispetto del lavoro".
Ogni spot termina poi con il motto dell'azienda :"La Qualità e il Rispetto" che si impongono come i due pilastri sui quali Asdomar fonda il proprio successo.
Queste pubblicità, che durano solo pochi secondi -elemento che favorisce l'immediatezza della comunicazione del messaggio- mostrano chiaramente come l'impresa abbia forte interesse a informare i consumatori della propria adesione alla certificazione SA8000.
In quei secondi, infatti, il consumatore è informato del fatto che: Asdomar è impegnata in una pesca sostenibile, quindi è a tutela dell'ambiente ed è a tutela anche dei diritti dei lavoratori, scegliendo di "investire in Italia nel lavoro fatto bene da donne e da uomini" (come si sente in un altro spot).
Grazie alle proprie scelte etiche l'azienda ha ottenuto anche la certificazione Friend of the Sea, che attesta come essa si sia impegnata a produrre tonno in scatola in modo sostenibile, nel rispetto dell'ecosistema, salvaguardando la riproduzione della specie, evitando la pesca in zone sovrasfruttate.
Ho apprezzato il fatto che questa impresa, in maniera molto trasparente e, se vogliamo, anche astuta (in ragione del  fatto che i consumatori sono sempre più ben disposti nei confronti di un consumo etico) abbia deciso di pubblicizzare le proprie pratiche di responsabilità sociale d'impresa, anzichè millantare noiosamente le mirabolanti qualità dei propri prodotti, come più frequentemente capita di vedere in molti spot pubblicitari.
Credo che potrebbe essere d'ispirazione per altre imprese che già adottano politiche di RSI per intraprendere la stessa strada, e forse, perchè no, potrebbe spingere imprese che non seguono comportamenti socialmente responsabili ad orientarsi in tal senso.
Voi cosa ne pensate? Avete altri esempi di pubblicità etiche?


Ultima modifica di 0000726426 il Gio Apr 07, 2016 5:08 pm - modificato 1 volta.

0000726426

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Messaggio  0000724755 Gio Apr 07, 2016 5:05 pm

Caro/a collega, mi trovo d’accordo con te nel valutare l’esperienza dell’impresa Asdomar molto positiva nel senso di un’efficace comunicazione del suo impegno sociale, sia sul versante interno che su quello esterno della RSI.
Mi viene in mente anche il buon esempio della Coop, con lo spot di qualche anno fa realizzato in collaborazione con Legambiente, Unicef e Wwf denominato “Acqua di casa mia”: la protagonista Luciana Littizzetto promuoveva un consumo corretto e consapevole, a partire dall’acqua del rubinetto; un’altra iniziativa degna di nota può essere, legata alla RSI in senso lato, la pubblicità a sostegno della legge Cirinnà sulle unioni civili con le mele della Coop, o analoghe iniziative di altre catene, come ad esempio Ikea.
Non nego che queste siano ottime iniziative per testimoniare l’impegno portato avanti dalle imprese, e ritengo che anche questa possa essere considerata una campagna di informazione a proposito di RSI; in linea generale, però, mi viene da pensare che il bene si fa, ma non si dice, come sosteneva Bartali, e chi deve per forza farlo vedere agli altri forse ha secondi fini; alcuni casi di pubblicità del genere possono testimoniare un impegno sociale non sempre tanto forte quanto ostentato, possono facilmente prestarsi a una promozione non sempre veritiera nei termini nei quali viene trattata negli spot pubblicitari, a una enfatizzazione di un impegno che, beninteso, in buona fede penso vi sia in ogni caso, di base.
Nonostante il mio scetticismo al riguardo, segnalo che esiste anche un premio dedicato a imprese che veicolino messaggi di responsabilità sociale tramite la pubblicità: si tratta del Premio San Bernardino, che per il settore profit ha visto nel 2015 trionfare Sky con un messaggio pubblicitario in cui compariva una ragazza affetta da sindrome di Down. Non ritengo comunque che ciò sia in alcun modo indicativo di un reale impegno di responsabilità sociale da parte di un impresa, lo vedo più come uno astuto strumento di marketing.

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Messaggio  0000687434 Ven Apr 08, 2016 9:47 am

All'interno del meccanismo complesso che può essere un'azienda, dove operano molte componenti, non va sottovalutata quella comunicativa che infatti riveste un ruolo di primaria importanza: deve comunicare con l'esterno poiché è proprio lì che si trovano i suoi potenziali clienti.
È attraverso la comunicazione che l'impresa attira clientela e genera profitto, proprio per questo diventa fondamentale per l'imprenditore investire sulla pubblicità, creando una vera e propria strategia di vendita e dialogo con i suoi molteplici interlocutori.
Quando si pensa alla comunicazione però, si tende spesso ad associarla subito alla pubblicità e a tutti i suoi aspetti negativi (è martellante, ingannevole, invadente,...) arrivando presto ad immaginare, ad esempio, una banale multinazionale interessata solo al profitto che utilizza la pubblicità solamente per spingere il consumatore, sommerso dagli spot pubblicitari, a comprare i suoi prodotti, ma la comunicazione dovrebbe, e a mio avviso può, essere molto altro.
La pubblicità oltre che incentivare gli acquisti, ad esempio può convincere i consumatori a sposare una determinata causa, può indurre i soggetti ad adottare specifici comportamenti piuttosto che altri, può portare a fare del bene per la comunità e l'ambiente che la circonda.

Secondo me non si può fare CSR senza comunicare, ma il concetto di responsabilità sociale d'impresa non si può ridurre solo a questo poiché perderebbe il suo significato originario, trasformandosi in una mera questione di immagine.
Mi trovo in accordo con il commento precedente, considerando la pubblicità uno strumento di marketing, ma come ho detto in precedenza può essere allo stesso tempo molto di più.
Sul fatto del “il bene si fa, ma non si dice” ho qualche perplessità, se un'impresa si impegna socialmente credo sia lecito che lo esprima ai propri consumatori effettivi o potenziali che siano, spetterà loro in un secondo momento informarsi, documentarsi e verificare la veridicità dei fatti nel limite del possibile.
La pubblicità non costituisce un cambiamento concreto, ma solo una tecnica attraverso la quale può essere facilitato il cambiamento.

0000687434

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Messaggio  0000727032 Ven Mag 13, 2016 2:15 pm

Credo che la questione sollevata sia di estrema rilevanza. La tematica della responsabilità sociale d'impresa, possiamo dire, è relativamente recente.
Il Libro Verde della Commissione Europea ha chiarito la posizione dell'Europa nei confronti della RSI soltanto nel 2001; ed è per questo che una tematica che potremmo definire "innovativa" necessita di pubblicità, attraverso qualsiasi mezzo di informazione. L'ambito della RSI non può rimanere circoscritto solo ed unicamente all'interno dell'impresa stessa, ma, bisognerebbe pubblicizzarlo a tal punto che tutti i consumatori sappiano cosa sia un'impresa socialmente responsabile.
Cercando sondaggi in relazione al collegamento fra RSI e pubblicità ho trovato dei dati estremamente interessanti ed incoraggianti che vorrei riportare in questa sede:

"Questo è ciò che emerge da un’indagine condotta nel 2010 da Landor Associates, Burson-Marsteller e Penn Schoen Berland, società specializzate in consulenza aziendale, pubbliche relazioni e strategie di comunicazione.
Stando ai dati raccolti, il 77% dei consumatori intervistati ritiene che la responsabilità sociale sia un elemento molto importante all’interno di un’impresa e il 56% di questi preferirebbe il prodotto di un’azienda socialmente impegnata rispetto ad un prodotto analogo. Non solo: il 76% dei consumatori considera accettabile che il sostegno di una buona causa da parte di un’azienda sia accompagnato da un ritorno economico. Addirittura, quasi la metà della parte più giovane del campione (sotto ai 34 anni) si dichiara disposta ad una riduzione di stipendio pur di lavorare per un’azienda socialmente responsabile."

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