DERMOECOCOMPATIBILITA’ E COSMESI GREEN

Come ogni anno nel mese di marzo a Bologna si è svolto il Cosmoprof, la più importante fiera mondiale della bellezza, in cui ho avuto modo di notare la tendenza crescente a considerare prodotti che siano più possibile “naturali” e meno “chimici”. Se prima infatti l'attenzione all'eco-sostenibilità dei prodotti era un atteggiamento di nicchia, oggi diventa quasi un diktat: la consapevolezza di ciò che mettiamo sulla pelle, l’attenzione ai componenti e la certezza che i cosmetici bio siano veramente bio sono diventate le preoccupazioni più frequenti.
La bellezza deve essere soprattutto etica, oltre che bio, eco, fito, ma non per questo da confondere con i c.d. "rimedi della nonna"; al contrario, la green beauty è il risultato di una rigorosa ricerca scientifica.
Un nuovo approccio per favorire lo studio e lo sviluppo di formulazioni cosmetiche amiche sia dell’ambiente sia della pelle è la dermoecocompatibilità ideata da Skineco, un’associazione scientifica internazionale di eco dermatologia. L’associazione, presieduta dalla dermatologa Riccarda Serri, nasce anche per supportare a 360 gradi tutte le aziende pronte ad assumersi la propria responsabilità ecologica lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, dalla formulazione fino allo smaltimento finale. Pensiamo a cosmetici sostenibili nell’intero ciclo produttivo, non solo quindi biodegradabili ma anche fatti con ingredienti il più possibile ecologici, ben tollerati dalla pelle umana ed efficaci nelle loro funzioni. L’ecologia fino ad ora ha sempre trascurato gli aspetti dell’efficacia funzionale e della dermocompatibilità concentrandosi solo sull’ambiente. D’altra parte le grandi multinazionali cosmetiche tendono a privilegiare nelle formulazioni ingredienti poco sostenibili perché sono più economici, perché rendono meglio, e perché sono alla base di formulazioni collaudate, come ad esempio i derivati del petrolio: vasellina, siliconi, petrolati. Questi ingredienti sono massicciamente presenti nella cosmesi classica e sono ammessi dalla legge perché non sono tossici per la pelle, anzi sono inerti e stabili, non irrancidiscono, non provocano allergie, danno una bella consistenza al cosmetico; hanno insomma un sacco di qualità. I consumatori sono abituati ai prodotti che contengono queste sostanze, senza considerare gli effetti nocivi che potrebbero risultare nel lungo periodo.
Grazie al lavoro sinergico fra chimici e dermatologi esistono altre sostanze in grado di svolgere le funzioni dei petrolati in modo sostenibile: è un luogo comune pensare che le piante siano l’unica fonte per una cosmesi sostenibile, ci sono anche prodotti di sintesi validi che possono essere tranquillamente utilizzati.
Le aziende che hanno scelto la strada della dermoecocompatibilità non sono in alcun modo premiate o incentivate dal sistema economico e istituzionale, tutta via pian piano anche le multinazionali stanno adottando linee ecologiche sostenibili. La richiesta di questo tipo di cosmetici è in crescita e mi auguro che questo induca le aziende a darsi da fare. Il problema è che i consumatori hanno spesso le idee confuse su questi argomenti e non sanno scegliere: da una parte infatti il marketing esalta cosmetici miracolosi mentre dall’altra la pelle non risponde sulla lunga distanza bene come ci si aspetta.
Personalmente ritengo che il segreto della propria bellezza risieda prima di tutto nello stare bene con se stessi, che il nostro aspetto sia strettamente legato alla qualità della vita e che il miglioramento estetico debba coniugarsi necessariamente con la salute della propria pelle e dunque con la ricerca dei prodotti giusti.

Alcune delle aziende cosmetiche più rilevanti sembrano ormai attente agli ingredienti dei loro prodotti e, facendo alcune ricerche, mi sono imbattuta nelle nuove linee della Deborah Milano e della Nivea. La linea della Deborah Milano è la collezione puro 0%: i prodotti sono senza parabeni, siliconi, paraffina e fragranze e quindi con un Inci migliore. Lo stesso riguarda la linea della Nivea Pure & Natural: i prodotti sono principalmente di skin care e sono per il 95% di origine naturale. L’inserire queste nuove tipologie di collezioni all’interno delle aziende mi sembra positivo ed è sicuramente un segnale che le stesse aziende vogliono fornire prodotti migliori ai loro consumatori.

A proposito di cosmesi "green", volevo segnare il marchio Yves Rocher, azienda di cosmesi francese da anni impegnata in pratiche di CSR, che ha sviluppato il concetto di Cosmetique vegetale, una “cosmetica reponsabile" che si preoccupa non solo della tutela della donna, garantendo la sicurezza e l'efficacia dei propri prodotti, ma anche del rispetto dell'ambiente, utilizzando ingredienti bio e confezioni riciclabili, sin dai tempi della propria nascita, quando ancora il termine responsabilità sociale d'impresa non si conosceva e il tema dell'ecologia non era in voga, così come oggi.
Oltre ad essere stato riconosciuto come un brand cruelty free -è stata la prima impresa a decidere di non testare i propri prodotti sugli animali-, Yves Rocher ha, infatti, sempre dimostrato di avere molta attenzione alla tutela dell'ambiente, riducendo l'impatto ambientale e ottimizzando i metodi di estrazione naturali per la realizzazione dei propri prodotti di make up e cura del corpo.
Inoltre oggi si distingue anche per essere un'azienda che promuove la trasparenza, per questo motivo, ha ideato il "Libro verde", una guida gratuita che invia regolarmente ai propri clienti per informarli sulla naturalità degli ingredienti utilizzati e sui processi produttivi, oltre che per tenerli aggiornati in merito alle attività di responsabilità sociale promosse. Tra queste bisogna menzionare il sostegno -cominciato nel 2010- rivolto alle ONG specialiste nella riforestazione, con l'obiettivo -con termine fissato al 2015- di piantare 50 milioni di alberi, grazie anche al supporto dei propri stakeholders (clienti, partner, collaboratori...), per salvaguardare diverse aree del mondo a rischio, come il Senegal, per fare fronte al problema carestia, in Etiopia e per combattere la minaccia della desertificazione, in India.

Ritengo che l'ecocosmesi sia un tassello di una consapevolezza via via sempre maggiore che sta prendendo piede: l'attenzione all'ambiente e alla salute, che sta pian piano coinvolgendoci in prima persona, sta modificando le nostre abitudini, ci sta aiutando nell'approfondimento di ogni singolo acquisto che effettuiamo. Personalmente ho anche lavorato per una di queste imprese (Umica Spa) e nel complesso mi ritengo soddisfatta della qualità dei prodotti e dalla pubblicità che ne viene fatta: ho sottoposto, infatti, gli INCI di vari prodotti Umica ad un'esperta, che mi ha confermato buona qualità degli stessi. Ma non sempre accade questo, molto spesso troviamo prodotti definiti come "bio, non tossici, senza parabeni ecc", ma solo esaminando approfonditamente gli INCI sul retro di ogni prodotto, possiamo comprendere come questa sia a volte solo pubblicità ingannevole. Un pessimo esempio, pertanto, di mancata responsabilizzazione sociale per tutte quelle aziende che, cavalcando l'onda del "green&bio", non assumono dei comportamenti chiari e trasparenti in merito anche alle sole certificazioni UE per il biologico. Piccola parentesi andrebbe aperta anche sul metodo del cd "network marketing", di cui alcune imprese di avvalgono per commercializzare i propri prodotti: un metodo, ahimè, dalle pesanti ricadute sulla tutela dei lavoratori in quanto non tiene conto del tempo lavorativo effettivamente impiegato nel promuovere i prodotti ai fini retributivi, ma solo ed esclusivamente del risultato finale, ossia del fatto che l'acquisto si sia concluso o meno. Un simile trattamento, almeno a mio modesto parere e vista anche la breve esperienza lavorativa nel settore, collide con la natura di impresa socialmente responsabile.

Tra gli esempi di cosmesi green, vorrei riportare il caso dell'azienda Lush, della quale già si parla in un topic presente in questo stesso gruppo ma che qui vorrei riportare come, appunto, esempio di azienda impegnata seriamente nel campo della qualità dei propri prodotti. Lush, infatti, assicura ai propri clienti prodotti realizzati senza l'uso di conservanti e con ingredienti freschi e naturali. I prodotti vengono realizzati a mano nei laboratori di proprietà dell'azienda e non sono testati su animali - la politica in merito è infatti molto stringente, tanto che nessuno dei fornitori di Lush può, per essere tale, testare su animali né ciò che vende all'azienda stessa, né altri prodotti che non pervengono in alcun modo a Lush: insomma, sia l'azienda inglese sia la propria lista di fornitori sono e devono essere completamente cruelty free. Lush è un'esempio di azienda diffusa a livello mondiale che riesce a perseguire politiche di responsabilità sociale e a fare di queste il proprio fulcro, oltre ad offrire ai propri clienti prodotti benefici per la pelle e per l'organismo, efficaci, completamente naturali e privi di effetti ambientali sul lungo periodo (anche per quanto riguarda il packaging, che viene ridotto al minimo con confezioni per lo più biodegradabili al 100%).

Uno dei fiori all’occhiello della cosmesi ecobio Made in Italy è certamente la Biofficina Toscana.
I prodotti della linea Biofficina Toscana sono:
- Naturali: gli ingredienti sono formulati in accordo con le indicazioni del Biodizionario.
- Certificati: seguono il disciplinare Icea per la certificazione dei cosmetici naturali ecobiologici. Non contengono quindi PEG, parabeni, petrolatum, paraffina, SLS, SLES, siliconi, OGM, coloranti artificiali.
- Testati: la loro sicurezza ed efficacia sono garantite dai test clinici e dermatologici effettuati dall’Università degli Studi di Pavia. Sono sottoposti anche a nichel test per tutelare il consumatore da ogni possibile intolleranza ed allergia.
- Locali: realizzati con estratti di piante coltivate in Toscana e pregiate materie prime toscane. Prodotti in un laboratorio locale specializzato nella produzione di cosmetici ecobiologici certificati, dotato di un Sistema di Gestione per la Qualità con certificazione UNI EN ISO 9001.
- Biodinamici e Biologici: le piante da cui derivano gli estratti sono coltivate con il metodo biodinamico, che unisce all’attenzione bio per la coltivazione il rispetto per la terra, assecondando e seguendo i suoi naturali processi. Da agricoltura biodinamica derivano anche il pregiato olio di olivello spinoso ed il peperoncino mentre l’olio extra vergine di oliva toscano, il miele ed altre materie prime utilizzate per la linea derivano da coltivazioni biologiche certificate.
- Naturalmente profumati e mutabili: le loro profumazioni derivano da pregiati oli essenziali puri al 100%. Essendo composti da elementi naturali ne seguono la mutevolezza nel tempo e nello spazio dovuta ai cicli della natura con possibili variazioni di colore o di profumazione da un lotto di produzione ad un altro. Tutto questo è garanzia di “naturalità” ed è quanto contraddistingue questi prodotti dotandoli di una loro personalità, testimoniando la loro artigianalità e rendendoli quindi pezzi unici mai del tutto identici gli uni agli altri.
-Innovativi: contengono Uviox®, Oleox® e Hydropom®, tre principi attivi brevettati per il loro alto grado di innovatività. Uviox® è un prodotto ottenuto da vinacce fresche di uva rossa, selezionate tra le più ricche in biofenoli e provenienti da agricoltura biologica certificata. Oleox® è un bioliquefatto di olive verdi, le cui molecole hanno una spiccata attività antiossidante. E' stato dimostrato il massimo effetto contro i radicali liberi con l'azione sinergica di questi due estratti in percentuali controllate. Hydropom® è un bioliquefatto di bucce di pomodoro ad alta concentrazione di licopene. L’emulsione viso contiene il Phytaluronate®, un’efficace alternativa naturale all’acido jaluronico e al collagene.
- A basso impatto ambientale: per la produzione non vengono utilizzati solventi di tipo petrolchimico seguendo i principi della “chimica verde”. Per il packaging l’azienda ha scelto inoltre di ridurre i materiali, non utilizzando nessuna scatola né foglietto illustrativo e preferendo la serigrafia alle usuali etichette per evitare lo smaltimento di queste ultime, una volta finito il prodotto. I cataloghi ed ogni altro materiale informativo sono realizzati in carta certificata FSC (Forest Stewardship Council) composta al 100% da fibre riciclate, sbiancate senza l’uso del cloro.
- Non testati su animali: come previsto dalla direttiva 2003/15/CE della Comunità Europea questi prodotti finiti non sono stati testati sugli animali, né sono stati usati ingredienti di derivazione animale (ad eccezione del miele biologico e la propoli). L’azienda inoltre aderisce allo Standard Internazionale Non Testato su animali che evita l’incremento della sperimentazione delle materie prime cosmetiche sugli animali e garantisce quindi una politica aziendale “cruelty free” con il controllo Icea-Lav: “Stop ai test su animali”.

Avendo partecipato sia all'edizione 2015 che a quest'ultima del Cosmoprof posso dire di aver notato in realtà un maggiore spazio dedicato alla cosmesi green, segno che forse stiamo assistendo finalmente ad un cambio di rotta. Un intero padiglione, di quelli peraltro più spaziosi, è stato dedicato alle nuove marche cosiddette "ecobio", tra le quali mi preme segnalare un marchio che ho scoperto qualche anno fa e al quale sono fedele da allora: Esprit equo. Si tratta di un marchio di DOUNIA srl, un’impresa italiana, nata nel 2005 per realizzare prodotti attenti alla sostenibilità sociale e ambientale. Il principio chiave a cui si ispira la compagnia è quello del Fair Trade, in base al quale non solo il prezzo delle materie prime viene stabilito dallo stesso produttore in base al costo reale di produzione, ma di tale prezzo una piccola percentuale viene impiegato in progetti di sviluppo per la comunità local. In particolare le materie prime su cui si focalizza principalmente la produzione di Esprit Equo sono l'olio di argan marocchino,il burro di karitè e il rhassoul estratto dalla montagne dell'Atlante. Tutti i prodotti hanno ottenuto il marchio Cosmetici Biologici rilasciato da CCPB (Società per il controllo e la certificazione dei prodotti biologici).
Ne approfitto inoltre per cercare di fare chiarezza a livello terminologico, considerato che ormai si tende ad abusare dei termini "biologico" e "naturale" perché, soprattutto tra le celebrità d'oltreoceano, va di moda proclamarsi più "green" di quel che si è davvero.
Naturale = il prodotto è formulato solo con materie prime naturali o di origine naturale.
Biologico = il prodotto contiene un’alta percentuale (oltre il 25%) di ingredienti vegetali biologici (certificati ai sensi del Reg. CE 834/2007), cioè provenienti da coltivazioni che non fanno uso di pesticidi, fertilizzanti e concimi chimici.
Dermocompatibili = il prodotto è composto da sostanze dermo-affini, ideali anche per pelli sensibili e delicate.
Ecocompatibili = il prodotto ha componenti che derivano da fonti rinnovabili il cui impatto sull'ambiente è ridotto al minimo.

Va da sè che tutte queste caratteristiche possono non essere racchiuse nel medesimo prodotto: non tutti i cosmetici biologici sono dermocompatibili, bisogna stare attenti alle varie componenti presenti nella realizzazione del prodotto perché potremmo trovarci con forme di irritazioni e allergie causate da ingredienti di origine naturale. Così i cosmetici ipoallergenici sono definiti tali per non contenere nickel e/o metacrilati per cui sono dermatologicamente testati ma possono non essere eco-compatibili qualora essi contengano molecole non ecologiche.