IL GIORNALE CHE SI TRASFORMA IN GIARDINO

Il primo quotidiano ecosostenibile al mondo si può leggere in Giappone. Paese che si conferma leader della Responsabilità sociale d’impresa, capace di coniugare sostenibilità del territorio e successo sui mercati.L’ultima invenzione è quella di un giornale di carta riciclata e vegetale che può essere piantato. Si tratta del “Green Newspaper”, un quotidiano dell’editore proprietario della famosa testata nipponica, The Mainichi Shimbunsha.
un giornale che dopo la lettura non va a finire nei rifiuti; ma si può strappare, annaffiare e far fiorire nel giardino e nell’orto di casa. Grazie alle sue pagine costituite da materie prime riciclate alle quali sono stati aggiunti dei semi; che pressati e sminuzzati vanno a costituire i fogli di carta. Anche l’inchiostro a base vegetale ne certifica la sicura ecosostenibilità. La speciale carta è stata ideata con l’intento di diminuire i rifiuti e al contempo aumentare il verde nelle città, semplicemente acquistandone una copia. L’idea è nata dal consulente pubblicitario di “The Mainichi”, una delle agenzie di comunicazione più importanti del Giappone, la Dentsu Inc. Ma quella del giornale ecosostenibile non è la prima iniziativa sensibile intrapresa dalla testata nipponica. Il suo impegno verso la tutela dell’ambiente è ormai noto, infatti, come è stato dichiarato in una sua precedente campagna pubblicitaria sulle donazioni d’acqua per le popolazioni che soffrono la sete, “Il The Mainichi agisce non solo attraverso l’informazione, ma anche risolvendo questioni di livello globale”.Il giornale ecologico ha riscosso un enorme successo. L’iniziativa è stata anche portata nelle scuole sensibilizzando i bambini sulle questioni ambientali e insegnando loro quanto sia importante riciclare. Quella del giornale green è un'idea nata per sensibilizzare sulla sostenibilità dell'editoria. Cosa ne pensate? conoscete altre esperienze simili?

Quello che hai riportato tu è sicuramente l'esempio di un'iniziativa molto interessante e in linea col rispetto per l'ambiente.
La stessa idea di prodotto ecologico è stato applicata alle sigarette, il che potrebbe sembrare un paradosso, considerato che i mozziconi sono l'esempio per eccellenza del danno ambientale e della difficoltà di smaltimento. Si pensi inoltre che in media le sigarette impiegano dai 10 ai 15 anni per degradarsi e costituiscono più del 30% dei rifiuti. Per ovviare a questo problema ormai diffuso -visto l'aumento considerevole, negli ultimi anni, del tabagismo- negli Stati Uniti, in particolare a San Diego, nel 2010 è nata "Greenbutts", la prima sigaretta "green", dal cui filtro biodegradabile - nel quale sono inseriti dei semi naturali- nascono piante e fiori colorati e profumati. L'invenzione è decisamente all'avanguardia e dimostra che un'alternativa in direzione ecosostenibile è possibile in qualsiasi ambito. Persino le sigarette, i cui mozziconi che con le loro 4000 sostanze chimiche -alcune delle quali cancerogene- sono uno dei maggiori elementi inquinanti e dannosi per l'ambiente, possono far germogliare dei fiori e di conseguenza ridurre l'impatto ambientale.
Nell'impossibilità di controllare il numero di persone dipendenti dal fumo, si è scelto di controllare almeno il tasso di inquinamento che queste -tramite le sigarette e i prodotti chimici in esse contenuti- causano.
L'esempio americano è certamente positivo, mi chiedo solo perchè sia così difficile promuoverne una diffusione globale.
Vi lascio il link del marchio, nel caso vogliate approfondire l'argomento: http://green-butts.com/

Io ritengo che le varie innovazioni debbano andare di pari passo con il rispetto dell’ambiente e che la stampa 3D sia un buon esempio per uno sviluppo ecosostenibile. La stampante 3D è uno strumento che permette di creare un modello in tre dimensioni di un oggetto reale e trasformarlo in un prodotto vero e proprio. Per raggiungere questo obiettivo, un’apposita macchina sovrappone strato per strato dei materiali plastici decisamente malleabili. Il ricorso alla plastica non è però ecologico, per questo i ricercatori di Emerging Objects hanno creato un composto stampabile in legno, sale e argilla. I risultati sono pressoché identici alle soluzioni classiche.Inoltre alcune stampanti oltre all’utilizzo della classica stampa, prevedono la possibilità di utilizzare il PLA (Poli-Acido Lattico) che è un materiale biodegradabile, oggi largamente utilizzato nella fabbricazione di sacchetti per la spesa nei supermercati. Si tratta di un materiale fatto con risorse rinnovabili, come l’amido di mais, e questo lo rende una alternativa più sostenibile alla plastica fatta col petrolio dato che può essere riciclabile e riutilizzabile praticamente all’infinito

Interessanti le idee sopra citate e concordo pienamente sul fatto che le innovazioni debbano andare di pari passo con il rispetto dell’ambiente. Navigando su internet ho letto che negli ultimi anni i brevetti a tecnologia «verde» registrati a livello europeo hanno mostrato una crescita del 5,4% e quelli nelle Ket (Key Enabling Technologies) dell'1,1%: un andamento che vale più di quel che appare, visto che le cosiddette «tecnologie abilitanti» sono ritenute capaci di innescare processi di innovazione accelerata in modo trasversale in più settori produttivi.
Secondo l'Osservatorio brevetti di Unioncamere infatti, nel periodo compreso tra il 1999 e il 2012, ci sono state oltre 14 mila domande italiane pubblicate dall'Ufficio Europeo dei Brevetti riconducibili alle Ket, pari al 27,9% di tutta l'attività brevettuale nazionale rivolta al mercato continentale. La distribuzione di queste tecnologie evidenzia una forte specializzazione nella manifattura avanzata (69,5% delle domande di brevetto), a cui seguono i materiali avanzati (10,2%), la fotonica (7,4%), le biotecnologie (6,8%), la micro e nanoelettronica (5,7%) e le nanotecnologie (0,4%). Sempre nello stesso periodo, una quota pari al 5,5% delle richieste rientra nei settori della green economy, da più parti considerati ambiti con forti opportunità di sviluppo e di investimento e ormai parte integrante del modello di crescita delle imprese italiane più dinamiche sui mercati internazionali. Crescono dunque in Europa i brevetti italiani «green» e mi auguro che si proceda in questa direzione.