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Diritto, etica e business

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Messaggio  0000725243 Lun Apr 04, 2016 4:59 pm

Scandali aziendali e reputazioni d’imprese macchiate in modo indelebile, o quasi, hanno ormai saturato il dibattito pubblico sulla CSR. Il meccanismo che sta alla base di tutto, è, infatti, il pretendere che i manager seguano direttive etiche nel processo decisionale quando si trovano alle prese con un dilemma morale, ossia la più classica delle situazione in cui si trovano le persone quando devono decidere se agire in un modo che potrebbe giovare a un’altra persona o a un altro gruppo, e se è la “cosa giusta” da fare anche a costo di andare contro il  proprio interesse.
Nello studio delle relazione tra etica e diritto, è importante tener presente che né la legge né l’etica sono principi fissi costanti nel tempo. Le convinzioni etiche si modificano con il passare del tempo, e cambiano anche le leggi.
Ciò mette in luce uno stretto rapporto tra etica, diritto e business. Nei primi anni 2000, molti scandali hanno colpito grandi aziende come Enron, WorldCom, Cirio o Parmalat per citare solo i casi più eclatanti. I manager di alcuni di queste hanno chiaramente violato la legge e usato mezzi illegali per defraudare gli investitori; in altre, hanno agito in modo antietico.
In Enron, il direttore finanziario Fastow si è dichiarato colpevole di aver falsificato i libri contabili per potersi appropriare di decine di milioni di dollari della società.
E qui nulla da obiettare nel condannare tale comportamento.
In WorldCom, invece, l’ex CEO Ebbers, ha usato la sua influenza per piazzare “amici” di vecchia data nel consiglio di amministrazione, per ottenere enormi stock option, e, quindi, milioni di dollari.
Paradossalmente, si potrebbe difendere l’operato di Ebbers, semplicemente perché ciò non era all’epoca illegale, e, quindi, correlare la non violazione della legge al concetto di eticità.
Ma ciò, ovviamente, non può che essere la più “interessata” delle difese.
Importante nella creazione di una cultura etica è la pressione degli stakeholder esterni. Il governo e le sue agenzie, i comitati e gli enti regolatori di settore, fino ai consumatori stessi contribuiscono tutti a fissare le regole etiche che dovrebbero seguire le organizzazioni nell’attività produttiva e commerciale. La normativa esterna fissa le regole del gioco competitivo, ed ha un ruolo importante per lo sviluppo e il consolidamento dell’etica nell’impresa.
Per finire, l’ultimo tassello, quello che lega l’etica al business.
Mackey, ex CEO illuminato di Whole Foods (importante catena di supermercati americana), non crede che l’obiettivo di un’impresa sia principalmente quello di incrementare al massimo i profitti per gli azionisti; piuttosto, mette al primo posto i clienti. È però convinto che le aziende che tengono comportamenti etici e si sforzano di soddisfare i bisogni dei clienti e dei dipendenti soddisfino al tempo stesso i bisogni degli investitori, poiché un profitto significativo è il risultato della fedeltà dei clienti e dell’impegno dei dipendenti. In altre parole, creare valore per gli stakeholder coincide con la massimizzazione del profitto degli shareholder. In effetti da quando Whole Foods fu quotata in borsa, nel 1992, il valore delle sua azioni si è moltiplicato di un fattore pari a venti.
Insomma, tutto ciò è legale non è necessariamente etico e tutto ciò che è etico non è contrario al business.
Etica, diritto e business, quindi, sembrano essere fortemente connessi, ed un ipotetico trade off neanche immaginabile. Eppure, c’è ancora chi, nel dilemma morale, egoisticamente si getta a capo fitto nel perseguire il proprio interesse, convinto che sia l’unica cosa che realmente conti.

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Diritto, etica e business Empty Etica e diritto: due mondi diversi ma convergenti.

Messaggio  723827 Ven Apr 08, 2016 3:04 pm

L'accresciuta attenzione alla dimensione etica in tutti i campi della vita sociale è una conseguenza delle profonde trasformazioni che stanno avvenendo in questi anni: da una parte il processo di democratizzazione fa sì che ciascun cittadino si senta coinvolto in prima persona nei problemi etici che riguardano l'umanità intera, dall'altra i principi e le regole etiche tradizionali vengono sottoposti ad un radicale riesame, per stare al passo con i profondi mutamenti introdotti dagli sviluppi delle conoscenze tecnico-scientifiche e biomediche. Politica, relazioni sociali, organizzazioni aziendali, distribuzione delle risorse e degrado ambientale, sono campi investiti dalla riflessione etica poiché il carattere generale e necessario dell'etica obbliga a non escludere dalla sua sfera nessun aspetto della vita umana. Nella situazione attuale non può esistere sviluppo senza un'etica che orienti l'agire umano, poiché lo sviluppo è un processo integrale che riguarda aspetti politici, economici, sociali e culturali. Se tale processo non viene orientato da contenuti e obiettivi etici, lascia questioni insolute e produce risultati controversi come nei casi esaminati nel tuo intervento. Sicuramente è difficile trovare delle imprese che si lascino influenzare dalla morale e dall'etica. L'egoismo purtroppo regna sovrano nel mercato moderno; ognuno pensa ai propri interessi, al proprio profitto tralasciando questioni di tipo morale e senza neanche pensare alla solidarietà. Nonostante ciò le imprese che optano per standard sociali al loro interno e che si impegnano, non solo nella ricerca del maggiore profitto al costo di andare contro le esigenze dei propri lavoratori e consumatori, ma al contrario si interessano di queste ultime hanno sicuramente maggiore credibilità nel mondo del mercato e possono sicuramente contare in una maggiore fidelizzazione della clientela e ovviamente sentirsi appagati per aver agito in modo solidale verso gli altri.

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Diritto, etica e business Empty I comportamenti dell'azienda etica

Messaggio  722481 Ven Apr 08, 2016 3:14 pm

Cari colleghi, visti i vostri interventi, noto come il tema della RSI tende a contrapporsi con quello della “Irresponsabilità” sociale d’impresa. Tutto ciò rinvia al tema delle scelte in presenza di conflitti tra valori, di dilemmi circa la scelta dei valori da applicare in specifici contesti, dove urge optare tra valori confliggenti o addirittura escludenti. Rinvia dunque a scelte etiche, che si pongono come contemperamento di valori. Mi sembra utile, per comprendere le dimensioni di un’azienda etica, ricordare la distinzione hegeliana tra le tre sfere della normatività: moralità, diritto ed eticità.
- La moralità riguarda i valori personali dettati dalla coscienza individuale: nel caso dell’azienda, ciò che l’imprenditore, i manager e tutti quanti operano in azienda reputano giusto o sbagliato;
- Il diritto rinvia alle norme dettate dallo Stato, regole dirette a diminuire le tensioni,che lo stesso sanziona con i tribunali e con la forza esecutiva. Si pensi, a titolo di esempio, ai doveri di natura strettamente giuridica cui un’impresa è tenuta. Tra tutti,i reati di bancarotta, di falso nelle comunicazioni sociali, gli illeciti commessi dagli amministratori;
- L’eticità riguarda quei diritti/doveri che sono condivisi in una relazione duratura e relativamente stabile tra più soggetti; quelle “cristallizzazioni di morali” condivise da gruppi identificabili sociograficamente, che rappresentano una condivisione di responsabilità personali in vista di azioni comuni. Si tratta di attese normative che -non riducibili ai valori di uno solo dei soggetti coinvolti - sono difficilmente azionabili davanti ad un giudice. Con riferimento specifico al contesto aziendale, non si può così parlare di “etica” in
presenza di comportamenti prescritti dal diritto, né di comportamenti riconducibili alla “coscienza” dell’imprenditore o del vertice. L’etica riguarda invece quelle scelte e quei comportamenti che sono l’esito di un incontro tra l’azienda e i suoi “stakeholder”. Qualifica così in modo diretto la “mission” della organizzazione, riferendola a una forma di “governance” fondata su un profondo rispetto di tutti gli “stakeholder”, in base a un modello di valori condivisi. Questo implica che si vada oltre la mera prospettiva degli interessi degli azionisti – che limita la responsabilità aziendale all’obbligo morale del miglioramento del profitto degli investitori – abbracciando la visione della stakeholder theory, aperta a un ampio rispetto dei diritti di tutti i portatori di interessi. Perché si possa parlare dunque di impresa “etica” occorre che la stessa:
definisca i propri valori chiave; prenda in considerazione gli effetti del suo agire sugli stakeholder; presti attenzione a beni intangibili quali la reputazione, il dialogo o la trasparenza; ottimizzi le esternalità positive come l’occupazione e lo sviluppo socio-economico;faccia il possibile per ridurre le esternalità negative come l’inquinamento e in generale gli squilibri sociali e ambientali.

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Diritto, etica e business Empty Re: Diritto, etica e business

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