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Nestlè: valore condiviso

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Messaggio  0000724514 Mer Mag 11, 2016 3:25 pm

Il Valore Condiviso (CSV - Creating Shared Value) è il principio alla base delle attività del Gruppo Nestlé. Secondo questo principio un’azienda deve creare valore sia per sé e per i propri azionisti per la società in cui opera, apportando benefici concreti alle persone, all’economia e al territorio.
La Nestlé opera nella convinzione che per consolidare la propria posizione sul mercato sia necessario non solo produrre e distribuire prodotti di qualità, ma anche ascoltare i bisogni della società e adottare un approccio alla responsabilità sociale d'impresa che vada oltre la conformità alle normative, il sostegno all'ambiente e il risparmio energetico.
Individuando le aree di intervento in cui l’interesse dei propri azionisti si intreccia con quello dell’intera comunità, Nestlé ha posto le basi per una strategia di lungo periodo fondata sull’investimento di risorse e talenti nei tre ambiti di:
- Nutrizione: perché l’alimentazione è alla base del benessere delle persone, oltre che il cuore delle attività di Nestlé.
- Acqua: perché la qualità e la disponibilità per tutti delle risorse idriche sono di fondamentale importanza per la popolazione, la produzione di alimenti e le attività di Nestlé.
- Sviluppo rurale: perché la tutela del territorio e il sostegno alle comunità rurali e ai piccoli produttori garantiscono la sostenibilità economica ed ambientale della società e quindi il futuro delle attività di Nestlé.
Per creare Valore Condiviso, Nestlé si impegna a promuovere lo sviluppo sostenibile lungo tutto il proprio processo produttivo, investendo in soluzioni sempre più innovative e con il minor impatto ambientale possibile, grazie anche ad una costante attività di Ricerca e Sviluppo e a collaborazioni con autorevoli partner scientifici. Iniziative e attività di sensibilizzazione sul territorio, rivolte in particolare alle famiglie, avvicinano alle persone l’impegno di Nestlé, mettendo a disposizione delle comunità informazioni, strumenti e servizi in grado di migliorare la qualità della vita e dell’ambiente in cui viviamo.


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Nestlè: valore condiviso Empty RE : Nestlè e il valore condiviso

Messaggio  0000724210 Gio Mag 12, 2016 9:21 am

Condivo quanto detto a proposito del gruppo Nestlè; vorrei segnalare ancora altri obiettivi che l’azienda persegue per la creazione di valore condiviso.
Nestlé è un’azienda complessa, di dimensioni internazionali. Vende ogni giorno nel mondo milioni di prodotti attraverso migliaia di marchi e rappresenta uno dei maggiori acquirenti di materie prime alimentari come caffè, cacao e latte. Tuttavia, la catena del valore di questa impresa può essere riassunta in tre dimensioni: agricoltura e approvvigionamento, produzione e distribuzione, prodotti e consumatori.
Grazie alle sue attività, la società innalza gli standard di sicurezza alimentare e di politica occupazionale; inoltre l’impegno nella ricerca e nello sviluppo dei propri prodotti, consente ai consumatori di soddisfare le esigenze nutrizionali, contribuendo alla loro salute e al loro benessere. L’approccio di Nestlé per la Creazione di Valore Condiviso guarda con attenzione agli impatti sociali di ogni attività aziendale e per questo è perfettamente in linea con l’analisi della sicurezza, la comunicazione ai consumatori, la salute e la nutrizione infantile, la politica di marketing dei latti formulati per l’infanzia o la concorrenza e le relazioni esterne.
La creazione di valore richiede coraggio, curiosità, flessibilità e abilità nel far crescere le persone, intraprendere iniziative e adattarsi a circostanze in continua evoluzione.
L’impegno di Nestlé per un’agricoltura sostenibile mira a ridurre il rischio generato da sostanze contaminanti già nella fase di approvvigionamento delle materie prime. Garantisce la qualità e la disponibilità dei prodotti a prezzi competitivi per i consumatori e fa appello proprio a quei consumatori che privilegiano marchi sostenibili e che in tal modo contribuiscono al progresso sociale, ambientale ed economico. Il gruppo Nestlè tende a privilegiare metodi di agricoltura integrata per la salvaguardia geologica, idrica, atmosferica, energetica e della diversità genetica; l’obiettivo è infatti quello di ridurre gli sprechi, data l’importanza della tracciabilità delle materie prime nelle fasi di produzione, logistica e di trasporto.
Infine vorrei segnalare un’attenzione particolare da parte del gruppo verso la produzione di beni quali il cacao ed il caffè : sono stati infatti effettuati diversi investimenti per rendere ottimali i cicli produttivi riguardanti la creazione di tali prodotti, al fine di migliorare gli aspetti agronomici, assicurare raccolti migliori e immuni alle malattie, migliorare la lavorazione e valorizzare il sapore degli stessi.

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Nestlè: valore condiviso Empty Attenzione alla CSR delle Multinazionali; i dossier Nestlé

Messaggio  0000725074 Gio Mag 12, 2016 6:09 pm

E' interessante quello che avete scritto a proposito della Nestlé, ma vi mi chiedo quanto quello che propone la società sui suoi siti, bilanci e codici etici non sia altro che la risposta di facciata ai vari dossier e inchieste portate avanti da giornalisti ed operatori internazionali sui metodi aggressivi e intimidatori del suo operato; in particolar modo nel passato. Fin dagli ultimi anni del settanta, infatti,la Nestlé è stata oggetto di numerose critiche per la sua politica commerciale, che hanno fatto nascere numerosi movimenti di opposizione a questa azienda, iniziati su vari fronti e in diversi paesi, tutti riuniti in un comitato chiamato International Nestlè Boycott Committee, che ha in Jean Ziegler uno degli esponenti di spicco in materia di critiche. In materia di promozione, la Nestlé viene accusata di una politica commerciale aggressiva e irresponsabile, sopprattutto per quanto riguarda la promozione di latte per neonati nei paesi in via di sviluppo, che avviene attraverso forniture gratuite a strutture ospedaliere. La stessa UNICEF ha dichiarato che la sostituzione dell'allattamento materno con il latte in polvere, porterebbe nei paesi del Terzo mondo alla morte di circa un milione e mezzo di bambini ogni anno, a causa di problematiche legate alla difficoltà di sterilizzazione dell'acqua e dei biberon utilizzati, fatto che comporta un aumento dei rischi di mortalità post-neonatale rispetto all'allattamento naturale. Per queste ragioni l'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS) adottò il 22 maggio del 1981, l'International Code of Marketing of Breast-milk Substitutes, un regolamento internazionale sulla promozione di surrogati del latte materno, linea guida non legalmente vincolante al quale la Nestlé aderì nel 1982
I controlli eseguiti nel 1988 dalla International Baby Food Action Network riscontrarono delle infrazioni da parte dell'azienda e di altre compagnie produttrici di latte per neonati e provocarono la ripresa del boicottaggio dell'azienda nato nel 1977 e successivamente interrotto con la sua adesione al Codice dell'OMS
Diverse indagini hanno mostrano come la Nestlé ed altre compagnie produttrici di latte in polvere per neonati negli ultimi anni abbiano ripetutamente infranto il Codice internazionale dell'OMS al quale hanno ufficialmente aderito, in particolar modo nelle regioni meno sviluppate del pianeta.
Ma la Nestlè fa scandalo anche nel nostro paese, dove nel 2009 la filiale italiana è stata penalmente condannata, in compagnia della Tetrapak, al risarcimento danni, tramite un tipo di inchiostro chiamato Itx, per l'inquinamento del latte Nidina.

La Nestlé pare inoltre che si sia macchiata di schiavismo e manodopera minorile, come nel caso Nike insomma. La denuncia è arrivata nel 2005, quando viene ufficialmente denunciata per l'uso di manodopera ridotta in schiavitu'. Salta all'occhio una testimonianza dci traffico di minori, dal Mali alla Costa d'Avorio, costretti in seguito a lavorare dalle 12 alle 14 ore al giorno in piantagioni di cacao (dove la stima parla di circa 284.000 minori all'opera), e oltretutto gratuitamente, con cibo in quantita' ridotte, poco sonno e ripetute percosse. In quelle zone la multinazionale svizzera è la terza compratrice mondiale, e l'esportazione del cacao, a quanto appurato, sarebbe stata la principale fonte finanziaria per le forze militari della guerra civile.
Nel 2001 Nestlé e altri grandi produttori di cioccolato hanno firmato un accordo, il protocollo Harkin-Engel (o piu comunemente chiamato Protocollo sul cacao), per affermare che sarebbe certificato, da luglio 2005, che il suo cioccolato non era stato prodotto attraverso manodopera minorile forzata o proveniente da traffico di esseri umani, ma il protocollo stesso, secondo il più recente report dell'International Labor Rights Fund pubblicato nel 2008, sarebbe stato disatteso. Insomma credo che sia sempre necessario fare attenzione quando grandi multinazionali affrontano i temi della CSR; c'è sempre il pericolo che si tratti di solo marketing di facciata, belle e dolci parole che però mascherano fatti e misfatti che mostrano ben altro volto di multinazionali come queste.

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