COOP Consumatori Nordest

Coop Italia, abbreviazione di Cooperativa dei Consumatori, è un marchio che contraddistingue un sistema di cooperative italiane che gestisce una rete di supermercati.
La finalità principale delle cooperative di consumatori consiste nell’acquistare e rivendere beni di qualità e prezzi vantaggiosi ai propri soci e più in generale ai consumatori; tutelare sicurezza e qualità dei prodotti e dei servizi; sviluppare nel territorio attività sociali.
Tra gli obiettivi di Coop si distinguono la tutela del potere d’acquisto e la sicurezza alimentare; in particolare la predilezione per gli alimenti biologici.
Il primo gennaio del 2016 nasce Coop Alleanza 3.0 dalla fusione delle tre cooperative del distretto adriatico (tra cui Coop Consumatori Nordest).
L’azienda coinvolge fin da subito i dipendenti in focus group per la definizione degli obiettivi di responsabilità sociale ed etica.
L’impegno verso l’ambiente viene dimostrato dalla diffusione dei prodotti ecocompatibili e sostenibili, accompagnati dalle relative certificazioni ufficiali.
Gli strumenti di CSR utilizzati in questi ambiti sono strumenti di valutazione, monitoraggio e rendicontazione delle performance di responsabilità sociale, che fanno riferimento al Progetto Q-Res: "Promuovere la nascita di un modello di governo dell'impresa basato sull'idea del contratto sociale con gli stakeholder, attraverso la definizione di un nuovo standard di qualità - certificabile a livello internazionale - della responsabilità etico-sociale d'impresa".
Il rendiconto aziendale avviene attraverso la pubblicazione del bilancio sociale, strumenti più alla mano sono poi giornali per i soci e i consumatori, convegni e conferenze.
Coop Consumatori Nordest ha voluto ri-strutturare un sistema di governance che renda effettivo, trasparente e vincolante il legame tra i valori cooperativi e la capacità di illustrare i risultati conseguiti in modo chiaro ed efficace.
Il progetto ha avuto inizio nel 2002 con un’analisi degli strumenti di RSI presenti nelle strutture di Coop Nordest quali: la carta dei valori; il bilancio sociale cooperativo; il codice quadro della lega delle cooperative, e altri ancora.
In un secondo memento si è provveduto ad inserire gli strumenti mancanti, come ad es. il codice etico e quindi i sistemi di formazione etica per i dipendenti, e una verifica esterna sulla funzionalità degli strumenti stessi.
Tutto questo viene svolto grazie ad un continua opera di coinvolgimento e consultazione degli stakeholder, i quali hanno così la possibilità di intervenire nell’attività d’impresa.

Bisogna poi ricordare anche i progetti strettamente legati al prodotto, che sono tanti: dai prodotti “Vivi Verde”, realizzati tenendo conto del loro impatto ambientale, provenienti interamente da agricoltura biologica; alla linea “Solidal”: cibi e prodotti non alimentari acquisitati nei paesi in via di sviluppo, per offrire un’opportunità di crescita ai produttori in condizioni di svantaggio.

Ho letto un paio di giorni fa un articolo su una campagna realizzata dalla Coop insieme al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per la promozione del latte fresco italiano. Lo scopo è quello, da una parte, di sensibilizzare i consumatori ad acquistare prodotti buoni e sicuri e, dall'altra, di sostenere la filiera del lattiero-caseario che si trova da tempo in difficoltà. Questa operazione di promozione, tramite la quale Coop prevede di riuscire ad aumentare gli acquisti di latte del proprio marchio di circa 10mila quintali, verrà compiuta facendo rientrare per il mese di aprile i prodotti a marchio Coop con il latte al centro nell’operazione “scegli tu”, mentre a maggio uno sconto importante andrà a premiare l’intera linea del latte Coop. Ai produttori inoltre sarà garantito un prezzo di acquisto alla stalla maggiore del valore di mercato. Mi sembra un buon esempio di come la Coop si impegni verso i propri clienti, fornendo prodotti sicuri e di buona qualità, tenendo ben presente però anche le necessità dei produttori e cercando di promuoverli e sostenerli.

Coop è anche molta attenta alla legalità, infatti ha rilanciato la sua battaglia contro il lavoro nero e lo sfruttamento dei lavoratori nelle principali filiere agricole del nostro paese.La campagna per contrastare tale sfruttamento è stata intitolata ''BUONI E GIUSTI COOP'' e si sviluppa su diversi fronti,proprio per contrastare fenomeni purtroppo diffusi e radicati che,secondo le ultime stime interessano 400mila lavoratori per l'80% stranieri, impegnati non solo nelle ''ormai note'' campagne di raccolta di pomodori,arance e clementine (concentrate nelle regioni del sud), ma anche nella raccolta di fragole ,uva e altri frutti e ortaggi(anche nel nord del paese). Una campagna fatta di atti concreti più che di parole e che si muove su tre assi. In primo luogo una serie di interventi importanti concentrati sulle filiere individuate come le più critiche, inoltre azioni e controlli sul campo e in parallelo iniziative di supporto a carattere sociale. Coop ha sempre presidiato il settore agroalimentare con un approccio di "filiera" e cioè controllando tutti i passaggi dal campo alla tavola dei consumatori, ed è anche stato il primo distributore in Europa ad adottare (dal 1998) lo standard SA8000 per ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale dai propri fornitori di prodotto a marchio (ovvero quei prodotti "targati" Coop su cui l'insegna esercita un presidio costante diventando non soltanto un distributore, ma una vera e propria azienda produttiva).Coop ha individuato 13 filiere ortofrutticole più esposte ai rischi di illegalità e dove più frequentemente emergono episodi di sfruttamento dei lavoratori; con una pianificazione degli interventi che tiene conto della stagionalità si attueranno controlli sulla filiera degli agrumi, per poi proseguire con le fragole, il pomodoro, i meloni, le angurie, l'uva, le patate novelle e altri 5 ortaggi di largo consumo. Saranno coinvolti non più soltanto gli 80 fornitori ortofrutticoli di prodotto a marchio Coop (per 7200 aziende agricole), ma tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole). A tutti i fornitori Coop ha chiesto di sottoscrivere l'adesione ai principi del Codice Etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l'esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venir meno, pena in caso di non-adesione l'esclusione dal circuito.

0000702393 ha scritto:Coop è anche molta attenta alla legalità, infatti ha rilanciato la sua battaglia contro il lavoro nero e lo sfruttamento dei lavoratori nelle principali filiere agricole del nostro paese.La campagna per contrastare tale sfruttamento è stata intitolata ''BUONI E GIUSTI COOP'' e si sviluppa su diversi fronti,proprio per contrastare fenomeni purtroppo diffusi e radicati che,secondo le ultime stime interessano 400mila lavoratori per l'80% stranieri, impegnati non solo nelle ''ormai note'' campagne di raccolta di pomodori,arance e clementine (concentrate nelle regioni del sud), ma anche nella raccolta di fragole ,uva e altri frutti e ortaggi(anche nel nord del paese). Una campagna fatta di atti concreti più che di parole e che si muove su tre assi. In primo luogo una serie di interventi importanti concentrati sulle filiere individuate come le più critiche, inoltre azioni e controlli sul campo e in parallelo iniziative di supporto a carattere sociale. Coop ha sempre presidiato il settore agroalimentare con un approccio di "filiera" e cioè controllando tutti i passaggi dal campo alla tavola dei consumatori, ed è anche stato il primo distributore in Europa ad adottare (dal 1998) lo standard SA8000 per ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale dai propri fornitori di prodotto a marchio (ovvero quei prodotti "targati" Coop su cui l'insegna esercita un presidio costante diventando non soltanto un distributore, ma una vera e propria azienda produttiva).Coop ha individuato 13 filiere ortofrutticole più esposte ai rischi di illegalità e dove più frequentemente emergono episodi di sfruttamento dei lavoratori; con una pianificazione degli interventi che tiene conto della stagionalità si attueranno controlli sulla filiera degli agrumi, per poi proseguire con le fragole, il pomodoro, i meloni, le angurie, l'uva, le patate novelle e altri 5 ortaggi di largo consumo. Saranno coinvolti non più soltanto gli 80 fornitori ortofrutticoli di prodotto a marchio Coop (per 7200 aziende agricole), ma tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole). A tutti i fornitori Coop ha chiesto di sottoscrivere l'adesione ai principi del Codice Etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l'esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venir meno, pena in caso di non-adesione l'esclusione dal circuito.

Questa iniziativa di Coop è un lodevole esempio non solo di CSR in sé, ma anche della cosiddetta "additional CSR", cioè il controllo, da parte di un'azienda responsabile, sul rispetto delle norme e sugli sforzi sociali delle imprese con le quali si trova a trattare: quindi, soprattutto i suoi fornitori. Tra l'altro, nella stessa direzione di "additional CSR" si muovono anche gli sforzi di Lush (soprattutto per quanto riguarda i test su animali) e numerose altre aziende. Proprio a proposito della campagna "Buoni e giusti" di Coop, essa si estende anche al controllo sull'olio extravergine d'oliva che, come è emerso non molto tempo fa da una inchiesta che ha coinvolto 7 aziende produttrici di olio d'oliva (Carapelli, Sana Sabina, Bertolli, Coricelli, Sasso, Primadonna, Antica Badia - un articolo sul tema al link http://www.italiavox.it/2015/11/olio-extravergine-falso-i-7-oli-italiani-contraffatti/ ), è uno dei prodotti maggiormente esposti al rischio di contraffazioni e "falsificazioni". Come spiega infatti Coop in un volantino creato appositamente, le principali frodi riscontrabili sull'olio extravergine d'oliva vanno dalla miscelazione con altri tipi di olio, alla falsa dichiarazione sull'origine delle olive, all'aggiunta di coloranti, alla miscelazione con olii trattati chimicamente per rimuovere difetti sensoriali. Per questo Coop dichiara di selezionare, per la produzione dell'olio extravergine d'oliva venduto a proprio marchio, i fornitori e i frantoi e di richiedere standard più restrittivi rispetto alle norme di legge - esempio lampante di un comportamente socialmente responsabile proprio secondo il primo significato di RSI. I controlli sono stati avviati da Coop fin dal 2001 attraverso tutte le fasi produttive, inclusi anche audit certificati - quindi verifiche ulteriori - da parte di enti indipendenti (!); dal 2013 è stato poi introdotto un nuovo strumento di controllo, "Heracles", che permette di riconoscere l'olio italiano da quello che non lo è attraverso una apposita "impronta digitale aromatica".
Insomma, che dire: Coop, ancora una volta, si posiziona ad uno dei primi posti quanto a responsabilità sociale, sia sul fronte interno che esterno. E, per una catena della grande distribuzione tanto diffusa sul territorio, è senz'altro un grande traguardo e un esempio da seguire.