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Welfare trasformativo nelle PMI in funzione della RSI

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Messaggio  0000725652 Ven Apr 08, 2016 1:10 pm



Usare le parole welfare e state insieme in europa oggi è quasi un tabù. Politiche sociali di sussidio fanno molta fatica, oggi, ad inquadrarsi nel tessuto economico, sia per il dato momento storico di crisi sia perché l’indirizzo economico che è notevolmente cambiato.
La mancata possibilità economica di far fronte a molte politiche sussidiarie da parte dello stato genera un loop, un susseguirsi di cause e concause, che frenano riprese ma sopratutto genera sempre più povertà facendo scendere di molto la qualità della vita della classe media di impiegati e operai.
Da qui nascono esperienze di Welfare trasformativo, teoria che non abbraccia solo il mondo imprenditoriale ma anche realtà terze al mondo d’impresa che con i propri progetti cercano di sopperire alla mancata realizzazione del welfare, ponendosi in sostituzione alle politiche statali che negli ultimi i30 anni stanno mancando.
In europa, data questa perdita sociale, dice Luca Fazzi, è nata la social innovation. È definita così dalla Commissione Europea come un intervento che risponde ai bisogni sociali non soddisfatti. Questa non riguarda solo le aziende sociali ma tutte le aziende. Gli interventi che vengono posti in essere sono per le fasce meno abbienti e vanno ad impattarsi con quelli che sono i bisogni sociali più impellenti. Politiche aziendali strategiche per erogazione di servizi possono essere alla base per potere sostenere una responsabilità sociale. Essa però ovviamente non deve avere fini lucrativi, su servizi ma è una c.d missione sociale che deve rispondere ai bisogni sociali e svolgere funzione trasofrmativa ed innovativa del sistema del welfare.
Certamente un approccio aziendale del genere tiene in considerazione situazioni economiche e volontà poetiche di intervento nella propria organizzazione societaria.
Tale sistema purtroppo non trova un organizzazione performante nelle grandi aziende, ma trova supporto e maggiore applicazione nel mondo delle Piccole Medie Imprese. Infatti diversi progetti da più piccoli, offerte da imprese sociali sia progetti offerte da realtà più grosse come WIP ( welfare Indez PMI) sono supporti a chi abbia intenzione di lavorare nella propria RSI su questi temi.
i temi proposti da WIP sono diversi dalla salute alla previdenza integrativa, ai diritti di sostentamento famigliare alla tutela delle pari opportunità.
Vi invito a dare un occhio al sito di WIP (wwwpuntowelfareindexpmipuntoit/il-welfare-aziendale).

Per concludere esperienze mutualistiche sono necessarie dati i tempi. Nuove forme di mutuo soccorso stanno nascendo sia in campo azienda sia in altre forme di associazionismo che partono dal basso tornando al concetto del banco del mutuo soccorso.

0000725652

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Welfare trasformativo nelle PMI in funzione della RSI Empty L'azienda si fa Stato

Messaggio  0000722776 Dom Apr 10, 2016 7:48 pm

Caro/a collega,
condivido quanto scritto sulla trasformazione subita dal Welfare negli ultimi decenni, a causa di congiunture storico-economiche, ma non solo.
Il welfare aziendale si è imposto prepotentemente all'indomani della crisi economica internazionale del 2008 e sta facendo registrare un incremento esponenziale che in parte compensa la progressiva riduzione dei fondi statali destinati alle politiche di benessere sociale.
Se i buoni pasto, i buoni studio, la copertura delle spese mediche e le convenzioni per l'acquisto degli elettrodomestici sono da tempo una componente ordinaria di molti contratti di lavoro alle dipendenze delle grandi imprese e multinazionali, è interessante commentare il dato fornitoci dal premio Assiteca 2015, dedicato alle eccellenze nel campo della valorizzazione delle risorse umane e delle iniziative di welfare, che fa registrare un +70% delle candidatura provenienti da imprese piccole e medie, che rappresentano più del 90% del tessuto imprenditoriale italiano.
Sulla base dei sondaggi svolti da Repubblica, le ragioni addotte dalle imprese aderenti a questo tipo di politiche imprenditoriali sono legate principalmente a fattori quali l'aumento del benessere organizzativo, la fidelizzazione dei dipendenti e il miglioramento dei rapporti tra i vertici dell'azienda e i collaboratori. Tuttavia accanto a questi fattori organizzativi e gestionali si collocano ragioni di convenienza economica oltre che per il dipendente, anche e soprattutto per l'azienda. Infatti, sulla base di una ricerca condotta dall' Economist, mentre una retribuzione maggiorata di mille euro all'anno apporta un beneficio netto al lavoratore pari a soli 513 euro (tenuto conto di trattenute Irpef e contributi), un assegno dello stesso importo concesso dall'azienda per frequentare un asilo nido, ad esempio, porta al lavoratore benefici effettivi per mille euro ed evita all'impresa di fare i conti con gli enti previdenziali e la quota di accantonamento per il Tfr. Vantaggi che senza dubbio possono riguardare anche le PMI che intendono investire in attività di questo tipo a favore dei lavoratori, ma anche indirettamente della comunità locale in cui operano.
Di grande rilievo è stato il contributo di Coop Adriatica, premiata nel contesto dello stesso premio, che dal 2013 ha firmato l'accordo "+Xte" che ha dato il nome anche ad un portale online attraverso il quale i dipendenti possono gestire autonomamente e con grande efficienza le pratiche relative ai permessi speciali concessi dall'azienda, nonchè ai rimborsi riconosciuti su spese mediche, tasse universitarie e libri scolastici
Inoltre, andando controcorrente, ritengo che la predisposizione di iniziative di questo tenore sia agevolata per le imprese di piccole dimensioni in considerazione del carattere fortemente personalistico delle relazioni che queste intrattengono con gli stakeholders (sia con i fornitori, sia con i clienti), tanto da poter compensare almeno in parte la minore disponibilità economica rispetto alle grandi imprese.
In ogni caso i dati sopra riportati fanno ben sperare nel senso di una maggiore sensibilizzazione e attenzione da parte degli imprenditori e delle comunità in cui operano che può risultare decisiva nello sviluppo di una responsabilità volontaristica e unilaterale come quella sociale.

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