"Le aziende cinesi fanno dormire gli impiegati in azienda"

Mi ha molto colpito un articolo nel quale mi sono di recente imbattuto, pubblicato da "La Repubblica' e ripreso anche da "L' Internazionale", dal titolo "Le aziende cinesi fanno dormire i dipendenti in azienda". All' interno dell' articolo è presente un servizio fotografico del fotografo di reuters Jason Lee, che documenta come vivono gli impiegati delle aziende tecnologiche dell' area di Pechino. Queste ultime infatti, per tenere ritmi superiori a quelli delle aziende della Silicon Valley americana costringono programmatori e ricercatori a turni che arrivano fino a 16-18 ore giornaliere. Se a questi ritmi folli si aggiungono le immense distanze che gli impiegati devo compiere per tornare nei quartieri periferici della capitale cinese, viene da sé che gli uffici si siano trasformati gradualmente in dormitori per i dipendenti: prima i regolamenti aziendali hanno concesso di riposare su scrivanie e divani, ed in seguito hanno iniziato a predisporre vere e propri stanze riposo con tanto di letti a castello e docce, che hanno portato diversi dipendenti a trasferirsi letteralmente in ufficio durante la settimana per tornare a casa dalle rispettive famiglie nei soli weekend. In questo senso si sono mosse aziende come Dou Mi Youn o Dai Xiang, quest' ultima fondata da un ingegnere informatico che iniziò quindici anni fa con turni di 72 ore e che ora ha predisposto nella propria azienda un vero e proprio dormitorio per permettere ai dipendenti di tenere ritmi di lavoro serrati, cui sono spesso gli stessi dipendenti a sottoporsi volontariamente per risultare più produttivi e conseguentemente "utili" alla società.

E' chiaro come queste aziende abbiano completamente sacrificato diritti fondamentali dei lavoratori in nome di una spietata competitività globale che poco spazio alla responsabilità sociale, in un paese quale è la Cina che ha fatto dello sfruttamento dei lavoratori uno dei punti di forza della propria ascesa economica globale.

Per quanto leggere un certo articolo debba lasciare sgomento, lo sgomento maggiore viene dal fatto che purtroppo non me e lascia in quantità eccessive. Questa infatti è una pratica molto usata nelle aziende cinesi e la trovo assurda. Un simile trattamento riservato ai dipendenti infatti, oltre che avere un influsso negativo nel rilievo della responsabilità sociale dell'impresa ne ha anche uno altrattanto pessimo relativamente alla produttività dei singoli dipendenti. Nel merito infatti il Dottor Mckinsey ha condotta un'interessante ricerca dove ha documentato come la pratica del guadagnare tempo sottraendone al sonno, come pratica volta ad avere giornate più fruttifere, desti invece il risultato contrario. Non solo, lo studioso ha anche spiegato come sia importante poter riposare in un'ambiente confortevole. A fronte di questo, non ritengo che la pratica cinese sia idonea, non solo nel merito della responsbilità sociale dell'impresa ma anche in ordine alla produttività economica che va ad auspicare.

Troppo spesso e in troppi posti del mondo le condizioni dei lavoratori sono assoggettate a orari lavorativi disumani e a ZERO tutele.
Proprio in Cina, i dipendenti della famosa azienda, che produce telefoni cellulari e computer, Apple esattamente a Shenzhen si sono suicidati per le loro disumane condizioni lavorative.
E' possibile che nel 2016, ancora accadano questi episodi? Non è forse prematuro parlare di RSI se non si riescono ancora a tutelare i lavoratori?

Gentile collega,
credo che la situazione che lei ci descrive non soltanto esula dai contenuti minimi previsti dalla RSI ma direi si concretizzi di fatto in una violazione dei diritti umani, che va ben oltre al non rispetto delle pratiche socialmente responsabili; siamo di fronte a violazione di norme legali.
Purtroppo la Cina non è l'unico stato in cui simili situazioni accadono, ma paesi come India, Pakistan, Kazakistan ecc.. conoscono bene queste realtà. Purtroppo trattasi di aree sottosviluppate non soltanto dal punto di vista economico ma anche culturale, e la globalizzazione non ha fatto altro che approfittarvene.

Anche io pochi giorni fa mi sono imbattuta in questo articolo che mi ha lasciato alquanto sgomenta.
Purtroppo quella che ci viene presentata è una dura realtà che caratterizza non solo la Cina, ma tantissimi altri paesi nel mondo.
Le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti questi dipendenti sono veramente disumane, si va oltre la violazione di ogni diritto fondamentale.
Un articolo sul Corrieredellasera.it riporta: "Vedere gli impiegati dormire in ufficio non è una scena fuori dal comune in Cina dove l’abbondanza di manodopera a basso costo può causare l’insorgere di tempi morti. Nel settore hi-tech però il businness cresce così velocemente che molte aziende e start-up assumono personale per riuscire a rispettare le scadenze e fare concorrenza ai rivali".
Sottoporre i propri dipendenti a determinate condizioni di lavoro per raggiungere certi scopi lucrativi non solo rende un'impresa per nulla responsabile in ambito sociale, ma a mio avviso la rende altrettanto priva di valori.

In Cina capita spesso di vedere impiegati che dormono sul posto di lavoro: l’inefficienza a l’abbondanza di manodopera a basso costo causa molti momenti morti negli uffici.

Nelle aziende tecnologiche la situazione è diversa. I dipendenti fanno spesso le ore piccole per rispettare le scadenze e competere con la concorrenza, tenendo ritmi inaccettabili.Per questo alcune aziende si sono attrezzate per far dormire i lavoratori in ufficio.

La startup Goopal, che si occupa di raccolta dei dati, ha dato il permesso ai suo programmatori, spesso costretti a fare gli straordinari, di riposarsi durante la pausa pranzo e dopo le nove di sera, sia alla loro scrivania sia sui divani aziendali. Altre aziende hanno costruito delle stanza con letti a castello.

Alcuni dipendenti,scelgono addirittura di vivere in ufficio durante la settimana lavorativa, soprattutto per evitare i lunghi spostamenti da casa all’ufficio. Si svegliano presto e si lavano nei bagni dedicati al personale.
''La tecnologia non è solo un'attività cerebrale. Chi lavora in questo settore ha bisogno di tempo per trovare l'ispirazione. Chi vuole riposarsi può farlo anche a mezzogiorno, non solo di notte''. Questa una delle giustificazioni riportate da chi opera come dirigente in queste aziende.
Vivere in ufficio è una pratica abbastanza diffusa nel Paese, soprattutto nel settore tecnologico dove la competitività è molto elevata. I dipendenti sono autorizzati a fare un pisolino anche sulla propria scrivania o sulle poltrone a disposizione.
Uno dei tanti dipendenti che pratica ed esegue questi orari di lavoro disumani ci testimonia: ''Possiamo dormire fino alle 8.30 del mattino perchè i nostri collaboratori arrivano alle 9.30 e utilizziamo gli stessi bagni per lavarci. Mio figlio mi manca molto, ha tre anni e riesco a vederlo solo nei fine settimana. Mi sento in colpa''.
Si tratta a mio avviso di trattamenti che pregiudicano la capacità e la produttività del lavoratore;eseguire un orario di lavoro che oltrepassa i normali standard previsti in altri Paesi(non si tratta più in questo caso di lavoro straordinario)danneggia,non solo fisicamente ma soprattutto mentalmente un dipendete che, a lungo andare non sarà più in grado di offrire quella qualità della prestazione che invece l'attività richiede e che sarebbe facilmente perseguibile se solo si tenesse conto che il giusto riposo risulta essere un beneficio fisico che aiuta il dipendente/lavoratore a essere più "valido","produttivo" nel posto di lavoro.
Non dimentichiamo che tutto ciò ricade sulla vita personale del lavoratore che,a causa di questi ritmi,non riesce a conciliare vita lavorativa e vita famigliare.

Concordo pienamente con la collega, quella che ci viene presentata è una dura realtà che caratterizza non solo la Cina, ma tantissimi altri paesi nel mondo, e così facendo a mio parere si perde la dignità oltre a non avere valori. Bisogna ricordare che Il progresso non significa soltanto progresso tecnico ed economico ma soprattutto deve esserci progresso sociale.

Oggi mi sono imbattuto in un nuovo articola, stavolta de 'La Repubblica', in cui vengono nuovamente documentate condizioni di lavoro a dir poco inaccettabili per i lavoratori delle grandi linee industriali, stavolta non cinesi, bensì statunitensi. Il reportage raccoglie la ricerca compiuta da una ONG americana, OXFAM, la quale denuncia la situazione esasperata nella quale si trovano a lavorare i migliaia di impiegati nel settore dell' allevamento e macellazione del pollame: turni di ore durante i quali i dipendenti non possono lasciare la propria postazione, neanche per usufruire del bagno aziendale. La situazione è tale per cui i dipendenti di molte di queste aziende (il reportage ne cita alcune: Tyson Foods, Pilgrim' s Pride, Perdue, Sanderson) sono costretti a recarsi al lavoro con dei pannoloni contenitivi che, oltre ad essere psicologicamente vessanti ed umilianti, costituiscono anche unserio rischuo igienico, come sottolinea OXFAM. Pare che i capireparto dell' industria del pollo, che richiedo un ritmo alto e costante di lavoro alla catena di produzione, costringano i sottoposti ad una sola pausa toilette per turno, della durata massima di pochi minuti, sotto minaccia di punizioni o riduzione dell' orario di lavoro, tanto che gli operai riducono al minimo l' assunzione di liquidi ed alimenti fino a livelli pericolosi.
L' associazione sindacale dei lavoratori del settore denuncia una violazione dei codici di condotta dell' associazione, dicendosi seriamente preoccupata per le violazioni di diritti che i lavoratori subiscono. Codici che dunque esistono, ed anzi, sono anche affiancati da ulteriori codici etici volontariamente adottati da aziende come Pilgrim's Pride, che parlano di rispetto e reciproca collaborazione.
A questo punto viene da chiedersi: qual è il significato di adottare codici etici e politiche di RSI, se nella realtà dei fatti non rispettati neanche gli standard minimi dei diritti del lavoratore? E' qui che emerge l' aspetto di puro marketing che alcune aziende attribuiscono alla RSI, per nulla preoccupate di costruire reali relazioni di cooperazione sociale e rispetto diffuso, ma intente solo a risultare col volto pulito agli occhi dell' enorme mercato del consumo americano.

Come diceva qualche collega ,per progresso non si deve intendere solo quello economico ma anche e soprattutto sociale. Fenomeni del genere però purtroppo sono notevolmente diffusi a livello mondiale per garantire una maggiore efficienza sul campo di lavoro. Ma questo ,come è ovvio , va a pregiudicare le capacità lavorative piuttosto che incrementarle. I medici infatti ammoniscono che le minacce per chi ruba tempo ai sogni sono numerose : sonnolenza diurna ,ridotte capacità a casa ,sul lavoro e nella guida,malattie cardiovascolari,metaboliche e sbalzi d’ umore. È per questo che per contro vorrei riportare l’ esperienza di chi invece,si interessa della salute dei propri dipendenti e adotta un ottima politica di responsabilità sociale adeguata. Mi riferisco a Mark Bertolini ,dirigente di Aetna,compagnia assicurativa americana specializzata in polizze sanitarie . Mark è partito dai risultati di un azienda della Duke University ,secondo i quali nelle l aziende che investono in programmi di benessere ,la produttività degli impiegati aumenta di 69 minuti al mese . La ricetta perfetta del manager è quella di pagare i lavoratori affinché dormano di più . La questione è rimbalzata su i principali media internazionali ; i lavoratori verranno pagati 25 dollari a notte se sono in grado di dimostrare che hanno dormito almeno sette ore la notte precedente . Si tratta di 5000 dollari in più all’ anno per chi dimostri di aver dormito 20 notti di seguito per almeno sette ore . Adottare una politica del genere non è da tutti . Chi dorme sano,lavora meglio!