Bilancio sociale nella Pubblica Amministrazione

L’interesse del mondo verso il Bilancio Sociale aumenta sempre di più. Paragonando, però, la situazione italiana a quella di alcuni Paesi stranieri, di sicuro è molto arretrata per numero di bilanci sociali pubblicati, ma non per la qualità. Secondo un’analisi condotta da Unioncamere, in Italia circa il 28% delle società quotate pubblica un Bilancio Sociale. Percentuale non molto alta, soprattutto se confrontata con la media europea, che però aumenta significativamente se si restringe il campo alle società a maggiore capitalizzazione. Spostandoci alle società non quotate, non esistono dati attendibili, ma alcuni osservatori stimano in circa 250 i bilanci sociali, ambientali e di sostenibilità pubblicati ogni anno in Italia, con una forte concentrazione nei settori della chimica e delle utilities. Passando, invece, ad analizzare la diffusione del Bilancio Sociale nelle imprese della Campania emerge chiaramente come non siano tantissime le imprese che redigono e pubblicano sul proprio sito internet il Bilancio Sociale. Tra le poche che si possono trovare sul web si nota come si tratti di imprese sociali o comunque imprese legate in qualche modo al settore pubblico. Alcuni dei Bilanci Sociali trovati e consultabili in rete sono quelli di: Arin Spa di Napoli (Acquedotto di Napoli); Asia di Benevento (gestione dei rifiuti); Patto dell’Agro Spa (promozione sviluppo e occupazione). Questa analisi su Regioni, Province e Comuni d’Italia mette in evidenzia il fatto che sebbene precisi disposti normativi come la L.150/2000, impongano l’obbligo per le Amministrazioni di comunicare il proprio operato ai cittadini, gran parte degli Enti pubblici italiani non lo hanno predisposto o avviato fasi di realizzazione di rendicontazione sociale o di Bilancio Sociale..

Mi riaggancio alla parte conclusiva dell’intervento del collega per approfondire ulteriormente l’argomento. Non è facile affrontare il tema del Bilancio Sociale nella Pubblica Amministrazione, in quanto come molti dei tentativi di cambiamento che hanno attraversato i processi di innovazione della pubblica amministrazione, anche il bilancio sociale, unitamente ad altri strumenti (bilancio partecipato, bilancio ambientale, bilancio di genere, bilancio di mandato), ha trovato terreno fertile solo laddove è stato incardinato in stretta relazione con le dinamiche interne alla vita delle amministrazioni, mentre ha lasciato il campo dove è stato vissuto come veicolo per contenuti non pertinenti ed esigenze non autenticamente connaturate alla natura ed alle funzioni proprie degli enti pubblici e in particolare degli enti locali.
Il bilancio sociale è, per definizione,  un documento volontario che attesta l’attività svolta da un’impresa socialmente responsabile al fine di avere una comunicazione trasparente nei confronti di tutti gli stakeholders. Nello specifico della pubblica amministrazione, secondo la definizione data dal Ministero della Funziona Pubblica, il Bilancio Sociale è "uno strumento per riaffermare e legittimare il ruolo delle amministrazioni pubbliche nella società, per esplicitare il rapporto esistente tra il processo di formulazione ed attuazione delle politiche pubbliche o di erogazione di servizi ed il valore prodotto per i cittadini".
Attraverso questo strumento, quindi, la P.A. ha il compito di spiegare al cittadino come sono state impiegate le risorse, come sono stati fatti gli investimenti, quali progetti si sono realizzati e con quali risultati. Tutto questo andando oltre la semplice elencazione di cifre e numeri. Una fotografia dinamica dei risultati ottenuti e delle sfide future per avere finalmente una Pubblica Amministrazione di qualità, trasparente e partecipata che restituisca fiducia nei cittadini amministrati.
Nella seduta del 7 giugno 2007 l’Osservatorio per la Finanza e la Contabilità degli Enti Locali presso il Ministero dell’Interno ha approvato le “Linee guida per la rendicontazione sociale negli Enti Locali”. Al fine di poter esattamente comprendere la logica ispiratrice del documento, riporto testualmente quanto indicato in “Premessa-quadro generale di riferimento”: “L’Osservatorio per la finanza e la contabilità del Ministero dell’Interno si è posto come obiettivo quello di fornire delle linee guida di rendicontazione sociale aventi per oggetto gli enti di cui all’art. 2 del D. Lgs. 267/2000 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali).
Rispondendo ad un crescente e complesso bisogno di informazioni di natura sociale provenienti da una molteplicità di soggetti interessati alla vita degli enti locali, ci si propone di:
- approfondire le modalità con cui l’ente può rispondere ai bisogni di accountability sociale e con cui gli operatori (tecnici e politici) possono rendere conto, internamente, delle modalità con cui hanno assolto alle responsabilità a loro affidate;
- rendere omogenei i processi e le modalità di rendicontazione sociale, contribuendo al controllo e alla comparabilità dei risultati;
- rispondere alle esigenze conoscitive dei portatori di interesse, consentendo loro di comprendere e valutare gli effetti dell’azione amministrativa;
- promuovere la partecipazione dei portatori di interesse nella definizione dei programmi e nella valutazione dei risultati dell’amministrazione;
- supportare il processo di asseverazione dei bilanci sociali.

Consultando i siti web di alcuni Comuni, ho trovato pubblicati, nella sezione “Amministrazione trasparente”, i bilanci sociali.
Il piano operativo per la costruzione degli stessi ha previsto le seguenti fasi:

- individuazione del gruppo di coordinamento, che si è occupato della definizione degli ambiti, degli indicatori e degli stakeholder;
- individuazione di gruppi intermedi/operativi, cioè di coloro che si sono dedicati a proporre gli indicatori significativi per gli stakeholder e a raccogliere quelli da mettere a disposizione del gruppo di coordinamento;
- individuazione di un gruppo di redazione collettore delle informazioni.
 La scelta degli stakeholder è avvenuta in base a una preliminare riflessione del gruppo di coordinamento su quali fossero i portatori di interessi primari per l'Amministrazione, con riferimento alle proprie priorità strategiche d'intervento.
Una volta individuati, è stata organizzata una presentazione formale del progetto di Bilancio Sociale del Comune da parte del Sindaco ai rappresentanti degli stakeholder. In tal modo, è stato possibile condividere la metodologia e il ruolo di tutti gli attori messi in campo.
Successivamente è stata presentata ai portatori di interesse la bozza di Bilancio Sociale, permettendo loro di contribuire al miglioramento dell’adeguatezza, rilevanza e specificità degli indicatori contabili ed extracontabili selezionati e dei temi sviluppati per rendicontare i diversi ambiti. 
La rendicontazione ha riguardato tutta l’attività del Comune al fine di fornire uno strumento completo di conoscenza degli aspetti quantitativi e qualitativi delle attività realizzate e la conseguente verifica del raggiungimento degli obiettivi che il mandato elettivo ha affidato alla responsabilità della pubblica amministrazione.