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L'importanza della rendicontazione sociale

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L'importanza della rendicontazione sociale Empty L'importanza della rendicontazione sociale

Messaggio  0000726304 Gio Mag 05, 2016 10:02 pm

Ritengo che un grave vulnus nella realtà della Responsabilità Sociale d'Impresa stia nella mancanza di una vera e propria base normativa su cui costruire concretamente questa pratica.
Mi spiego meglio, senza ombra di dubbio, nel 2001 l'Unione Europea ha mostrato chiaramente in un Libro Verde la volontà di convertire le imprese a dei comportamenti più attenti alle politiche ambientali e sociali. Il problema però, è che il Libro Verde rimane una mera riflessione su di un tema molto delicato e complicato da attuare. La responsabilizzazione che l'Europa auspica dalle imprese è del tutto volontaria. Dunque per quanto sicuramente gli imprenditori odierni siano più consapevoli dei rischi che un management spericolato e poco trasparente può portare, cosa ci assicura che tutte le aziende dirottino le loro politiche e le loro strategie aziendali verso una direzione più sensibile alle problematiche del sociale?
Non è forse necessario che questo atteggiamento diventi un vero e proprio obbligo? Che si studi un meccanismo di controllo delle stakeholder relationships? Questa non è affatto un'idea nuova, nel 1999 è stata lanciata in occasione della III Conferenza Internazionale su "Social and Ethical Accounting, Auditing and Reporting" la "Copenaghen Charter", che altro non è che una codificazione di un modello standard di gestione dei rapporti fra stakeholders.
Probabilmente se la legge imponesse un'elaborazione, un controllo e infine un'approvazione del bilancio sociale, oltre che di quello contabile, potremmo avere dei risultati. Comprendo benissimo che la responsabilità sociale d'impresa nasce e probabilmente rimane nella sua natura un qualcosa di volontario, di intrinsecamente etico e non imponibile, ma credo che tentare di affiancare in un'impresa, alla rendicontazione contabile anche una rendicontazione sociale possa portare i suoi modesti frutti. Ispirandoci a Freeman, potremmo immaginare l'impresa come il fulcro di una ruota, con gli stakeholder alla fine dei raggi: è un complesso ingranaggio che la gran parte delle volte implica dei meccanismi sbagliati. Si pensi ad esempio al conflitto fra i finanziatori ed i dipendenti, fra i fornitori ed i proprietari,ci si trova di fronte ad interessi che si scontrano e che creano spesso dei disastrosi rischi per l'ambiente e per il sociale. Ed è per questo motivo che è necessaria una normativa trasparente su come gestire le relazioni esterne ed interne di un'impresa, potrebbe forse questo essere un limite per le libertà economiche? Può darsi, ma, una tantum, il bilanciamento fra valori è necessario.
E' lapalissiano, poi, pensare a quanto, in questa catena di portatori di interesse, un peso particolarmente importante lo rivestano proprio i consumatori, e dunque l'opinione pubblica.
Ad oggi, più di ogni previsione normativa, più di ogni intento europeo, più di ogni auspicio costituzionale, sono proprio le richieste dei consumatori il motivo per cui molte imprese stanno effettuando un cambio di direzione non indifferente.

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L'importanza della rendicontazione sociale Empty RSI: norme o consuetudini?

Messaggio  0000725533 Ven Mag 06, 2016 11:20 am

La questione posta all'attenzione di tutti i colleghi, è sicuramente interessante e merita delle riflessioni importanti; innanzitutto, giusto partire dal Libro Verde! Secondo quello che è l'orientamento espresso dalla Commissione Europea all'epoca, essere socialmente responsabili, significa non solo applicare quelli che sono gli obblighi giuridici, ma anche investire nel capitale umano. Allo stesso tempo però, viene precisato come la RSI non debba sostituirsi alla legislazione riguardante i diritti sociali o ambientali, ma implementare e coadiuvare la stessa. A tal proposito, voglio aggiungere io, una mia considerazione personale: esempi di aziende storiche, ci ricordano come un'applicazione in senso pratico, oltre che teorico, del concetto di RSI, sia intrinseco alla filosofia dell'azienda di appartenenza. Mi spiego meglio: Adriano Olivetti, ad esempio, definito dai più come un precursore della filosofia della RSI, ha attuato nel limite delle proprie funzioni datoriali, quello che era un vero e proprio Welfare aziendale. Egli, con politiche sociali ed economiche, che andavano dalla semplice messa a disposizione di spazi ricreativi per i propri dipendenti, fino alla previsione e progettazione di mezzi di trasporto e asili nido, è riuscito nell'applicare praticamente il concetto di RSI, studiato invece, ai giorni odierni, come mero argomento socio-economico. Il tutto, senza l'avvallo di legislazioni correlate e interpretazioni giurisprudenziali. Con questo cosa voglio dire? Che realtà aziendali, laddove il senso civico è condizione di risultato finale dell'impresa, prescrizioni normative possono apparire come un limite anziché come un incentivo. Mi rendo conto di essere abbastanza disfattista sull'argomento, (forse la causa è la situazione socio-politica italiana!), ma, sono fermamente convinto che le norme giuridiche nascano dalla società e non viceversa, ciò significa, che prima di un intervento legislativo, reputo necessario un cambiamento etico-mentale da parte di tutte le comunità aziendali.

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L'importanza della rendicontazione sociale Empty i rischi di una normativa cogente

Messaggio  660207 Sab Mag 07, 2016 1:23 pm

Condivido in parte quanto detto dal/la collega nel post precedente e aggiungo che gli strumenti di RSI (Codici Etici, rendicontazione di un bilancio sociale accanto al bilancio d'esercizio) non possono non essere volontari, proprio perché è volontario, per definizione, il modello di responsabilità sociale che li origina. Ed anzi, ritengo proprio che in questo risieda il valore aggiunto: nel fatto fatto che l'impresa decida, per scelta autonoma e responsabile, di muoversi in questa direzione. Ritengo sia di cruciale importanza che tutte le iniziative di responsabilità sociale siano calibrate su principi di flessibilità, lasciando alle imprese la libertà di adottare strategie autonome che tengano conto delle proprie specificità, anche con riferimento al contesto in cui esse operano. Tuttavia, altro dall'imporre giuridicamente vincoli di RSI, sono tutte quelle iniziative (di formazione e sensibilizzazione al tema RSI, di promozione e sostegno, di coordinamento e di definizione di standard) che, progressivamente nel tempo, e con sempre maggior frequenza, stanno riguardando il tema della RSI. E queste variano da stato a stato.
Vorrei riportare l'esempio della Danimarca, dove nel 2008 è stato introdotto un emendamento all' Atto danese sui rendiconti finanziari che richiede alle 1100 maggiori imprese danesi di riportare la loro attività di responsabilità sociale. I report devono includere informazioni su:
- le politiche dell‟impresa per quanto riguarda la responsabilità sociale e gli approvvigionamenti responsabili;
- come sono implementate le politiche;
- i risultati ottenuti e le aspettative dei manager per quanto riguarda future iniziative.
La responsabilità sociale è sempre volontaria: le imprese stesse possono decidere quali iniziative avviare, ma se non è stata adottata una politica di responsabilità sociale è necessario esplicitarlo.
Come risultato dell'adozione di questa strategia, tra il 2008 ed il 2010 sono triplicate le imprese che hanno adottato lo UN Global Compact e secondo uno studio realizzato dall‟Agenzia danese per il commercio e le imprese" il 95% delle imprese considerate rendono conto del proprio lavoro sulla responsabilità sociale; i temi trattati nella maggior parte dei casi sono: “ambiente e clima” e “problematiche sociali sul posto di lavoro”.
Per raggiungere tali obiettivi, il governo danese ha attivato alcuni strumenti ad hoc per promuovere e sollecitare una cultura di RSI all'interno delle imprese.
A mio modesto parere, ritengo che allo stato attuale sia controproducente imbrigliare dentro schemi normativi rigidi strumenti di RSI. Altro invece sarebbe ricercare criteri e/o metodi idonei a garantirne l'effettività, eludendo i rischi dell'autoreferenzialità ed incidendo sulla "immagine e reputazione" tanto cara quanto necessaria delle imprese.

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L'importanza della rendicontazione sociale Empty Il giusto mezzo

Messaggio  0000726304 Mar Mag 10, 2016 10:32 am

Cari colleghi, non posso non ammettere che le vostre ragioni siano del tutto fondate, io stessa nel mio post iniziale ho affermato quanto il concetto di responsabilità sociale d'impresa sia irrimediabilmente legato alla volontarietà. Ma credo che al giorno d'oggi, con le continue notizie di cui veniamo a conoscenza ( proprio come il primo collega, anche io, di fronte alla realtà italiana e internazionale odierna sono piuttosto disfattista) il paradigma con cui dovremmo leggere la realtà non è tanto quello del senso civico, e della fiducia nell'imprenditore, quanto piuttosto quello dell'urgenza!
Troppi dati ci mostrano una realtà arretrata, non attenta al sociale.
Si pensa ad esempio, che l'Italia non sia per un paese per giovani, beh, non lo è nemmeno per bambini.
L'Unicef nel 2013 ha raccolto de dati che dimostrano quanto anche nel nostro Pese e non solo nei paesi "lontani", sia diffuso il fenomeno dello sfruttamento minorile, in special modo nel Meridione, dove bambini fra gli 11 e 13 anni sono sottoposti a condizioni di lavoro inaccettabili (tutto ciò in un paese sviluppato che si vanta di aver ormai assorbito diritti fondamentali della persona!).
Essi fanno un lavoro pericoloso per la salute, continuativo, costretto in ambienti non adatti alla loro età e con un serio rischio di abbandono scolastico. Eppure una legge c'è, una legge che nel 2006 ha innalzato l'obbligo scolastico e l'età minima per avviarsi al lavoro a 16 anni.
Questo esempio, forse potrebbe sembrare fuori luogo, ma è solo per cercare di spiegare che non si può fare affidamento solo ed esclusivamente sull'onestà di un datore di lavoro, e che allo stesso tempo una legge non basta.
Se non è possibile imbrigliare l'RSI in una normativa precisa, come voi colleghi avete giustamente detto, quanto meno deve essere esercitato un maggiore controllo da parte dell'autorità.
L'esempio che lei cita della Danimarca è sicuramente un grande passo avanti, perché, pur non rendendo obbligatoria la pratica della responsabilità sociale, per lo meno la inserisce, laddove ci sia, nel bilancio finanziario.
Continuo a pensare che forse una maggiore severità potrebbe essere davvero la chiave di volta del problema, ma allo stesso tempo mi trovo a concordare con voi che probabilmente anche una normativa cogente potrebbe comportare dei seri rischi.

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L'importanza della rendicontazione sociale Empty Re: L'importanza della rendicontazione sociale

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