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RSI e Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica

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Messaggio  0000725811 Mer Mag 11, 2016 1:59 pm

Parlare di responsabilità sociale d’impresa è divenuto quasi un obbligo per tutti coloro che si occupano di aziende; proprio la grande diffusione di studi e applicazioni pratiche può far si che si proceda in un modo trionfalistico, acritico ed astorico, rischiando di perdere di vista tutta la complessità, e talvolta la problematicità, legata al concetto di responsabilità sociale.
È fondamentale approfondire la conoscenza delle basi etiche, talvolta differenti, che stanno alla base di studi ed applicazioni pratiche della responsabilità sociale d’impresa.
Ci sono studi che ritengono che le basi etiche della CSR derivino dalla Dottrina sociale della Chiesa Cattolica.
In questo modo, la Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica si arricchisce dell’apporto strumentale e concettuale di studi e applicazioni pratiche connesse alla responsabilità sociale, mostrando come questi non possano che basarsi su solidi principi etici ed antropologici.
La Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica contribuisce ad evitare che la responsabilità d’impresa poggi su basi deboli, che potrebbero farla scivolare verso applicazioni più strumentali, o conformi alla moda, che etiche in senso proprio.

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Messaggio  0000726160 Mer Mag 11, 2016 2:38 pm

Caro collega, ritengo che le basi etiche possano provenire dalla dottrina della chiesa cattolica ma in generale al crsitianesimo. Studi condotti da economisti e sociologi ,dimostrano come le organizzazioni che si fondino su un valore condiviso siano quelle che ,attraverso cooperazione e interrelazione, riescono a raggiungere gli obiettivi ambiti. Per cui ritengo che la base dei principi etici che un 'organizzazione di beneficenza,una congregazione spirituale, un'organizzazione no profit, seguono , siano egualmente validi se si poggiano su un'ideologia forte,che può essere cristiana come socialista ecc.. L'importante è la forte condivisione dei valori che vi sono alla base e il riconoscimento da parte dei membri sia dell'identità di quel complesso valoriale, sia la natura vincolante sotto il profilo morale. Indubbiamente evitare la strumentalizzazione non deve trasformarsi in un acritico rifiuto nei confronti del cambiamento ,spesso dovuto all'evoluzione del pensiero e del contesto sociale .

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Messaggio  0000658795 Gio Mag 12, 2016 11:46 am

Ritengo opportuno quanto detto nel merito della provenienza delle basi etiche della rsi così come dell'etica in sè dal cristianesimo e dalla chiesa in tutte le sue istituzioni. Questo però a mio avviso non deve tradursi in una resistenza al cambiamento, ma anzi ritengo che la responsabalità sociale proprio in quanto sociale debba continuamente assorbire il fluire del mutamento e adattarsi sempre alla società in cui opera.

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Messaggio  0000653714 Ven Mag 13, 2016 12:52 am

Personalmente ritengo che le basi etiche possano provenire ANCHE dalla chiesa cattolica, ma credo più, come è stato già accennato dagli altri colleghi, che ad essere davvero importanti siano i valori condivisi. E' indiscutibile che se pensiamo all'istituto della carità, alle organizzazioni di beneficenza, alle missioni umanitarie cristiane e ai tanti valori e punti cardine della chiesa, troviamo un'ampia base per l'etica e tanti elementi di spunto su cui discutere. contemporaneamente però non farei derivare davvero la scelta etica dalla chiesa cattolica, o almeno NON SOLO da questa.
Non metto in dubbio comunque il fatto che possa comunque avere degli effetti positivi.

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Messaggio  0000725126 Ven Mag 13, 2016 10:20 am

di sicuro che tra le politiche RSI e i principi etici della Dottrina sociale della chiesa cattolica corre un vincolo, se non altro perché entrambe analizzano il rapporto tra economicità e sostenibilità (in tutti i sensi) del mondo del lavoro.

Anche qualora si possa affermare che la prima nasce sulla spinta della seconda, questo sono due realtà che al momento attuale, storico ed economico, vanno tenute distinte e separate. La RSI deve avere, se vuoel avere successo, le caratteristiche di un modello universalmente utile e valido, che persegua il beneficio di ogni persona, dall' abitante di un altro continente (RSI in campo ambientale) al benessere delle famiglie in un contesto sociale molto limitato (RSI a beneficio diretto dei lavoratori e dei loro famigliari) e tutti coloro che ne sono interessato se ne dovrebbero sentire parte.
La dottrina in questione invece è comunque limitata ad un determinato culto, di sicuro molto diffuso, almeno nel nostro paese. Ma come possiamo pretendere che in società multietnica come la nostra, che parla tanto di abbattere le barriere, uno dei principali strumenti per la costruzione di un futuro più sostenibile per tutti sia legato ad una religione che al suo interno conosce non poche contraddizioni sia sul piano teologico che su quello etico (pensiamo ai cardinali che vivono nel lusso, come potrebbero chiedere alle imprese di fare dei sacrifici nel nome di un bene superiore se loro stessi, che dovrebbero dedicare la vita agli altri, non ne sono capaci)?

attendo di conoscere le Vostre opinioni

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Messaggio  0000727597 Sab Mag 14, 2016 3:18 pm

Senza ombra di dubbio alcuni degli assunti della dottrina sociale della chiesa cattolica possono arricchire le politiche di RSI ,mi riferisco a temi quali : la convivenza civile, la garanzia della giustizia ,il perseguimento del bene comune (dell’ intera comunità e non di uno a discapito degli interessi altrui),il riconoscimento e il rispetto delle libertà individuali e sociali e della libertà religiosa . Ma prendendo in considerazione queste esigenze da soddisfare , altro non sono che il portato dell’ esperienza cristiana . Indubbiamente le RSI si nutrono di influssi provenienti da linee di pensiero affini , quale potrebbe essere anche il socialismo. Però mi trovo d’ accordo con il collega che riporta la tesi secondo la quale parlare di RSI influenzata dalla dottrina della chiesa cattolica mi sembra azzardato . Questo soprattutto alla luce delle ultime vicende riportate dalle tv nazionali e dai giornali( ma celate da tempo) in merito al lusso della chiesa. In questo caso mi verrebbe sarcasticamente da fare l’ osservazione inversa : non sarà la chiesa cattolica a dover adottare politiche di RSI ?

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Messaggio  734724 Sab Mag 14, 2016 3:41 pm

Possiamo tutti essere d' accordo sul fatto che i principi ispiratori della dottrina cattolica siano permeati degli stessi valori su cui la RSI si incentra, tuttavia quanto spesso la stessa Chiesa Cattolica si trova al centro di scandali che la vedono coinvolta in affari che potremmo definire più che irresponsabili?
L' Istituto per le Opere Religiose, che costituisce una vera a propria banca di affari ed investimenti, si è trovato spesso a dover dare conto all' opinione pubblica del proprio operato non proprio limpido: sono emerse nel corso degli anni realtà che hanno rivelato come lo IOR spesso venga utilizzato da Boss mafiosi piuttosto che da signori della guerra africani o grandi commercianti di droghe sudamericani come banca di investimento e deposito per fondi dalla provenienza oscura, essendo i documenti vaticani estremamente riservati su provenienza ed intestazione del denaro che passa sotto la Cupolona di san Pietro.
Se tanto si parla di ( innegabile) impegno sociale da parte della Chiesa Cattolica nei paesi in via di sviluppo dilaniati da conflitti decennali, com'è possibile che sia propri un istituto cattolico sospetto di finanziare signori della Guerra africani come il noto Joseph Kony ed altri?
Trovo che la Chiesa per non rendere vano agli occhi dell' opinione pubblica tutto ciò che di umanamente utile compie in tutto il mondo dovrebbe riformare prima di tutto proprio la banca Vaticana, in un' ottica tale per cui l' etica non si riscontri solo nei dettami ai fedeli ma anche nella gestione delle risorse da essa amministrate, sul modello di banche etiche che della RSI hanno tanto da insegnare.

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Messaggio  0000723074 Sab Mag 14, 2016 4:22 pm

La grande svolta della Dottrina Sociale della Chiesa si ha con due fondamentali encicliche sociali di Giovanni Paolo II: la Sollicitudo rei socialis del 1987 e la Centesimus annus del 1991. La Sollicitudo rei socialis rappresenta la condanna dei gravi errori dei sistemi comunisti che negano il diritto di iniziativa economica da parte della persona e che appiattiscono, attraverso il burocratismo, la creatività dell’uomo che è un riflesso del Dio creatore. Viene inoltre condannato il pensiero della teologia della liberazione.
La Centesimus annus del 1991 afferma il ruolo fondamentale dell’economia d’impresa come motore dello sviluppo per la costruzione del bene comune. Giovanni Paolo II parla esplicitamente di economia di impresa, preferendola alla definizione di economia capitalistica o di economia di mercato libero. Il suo pensiero va in questo modo alla preoccupazione per le conseguenze del capitalismo senza regole e senza etica sulle disuguaglianze nell’era della globalizzazione.
Il pensiero di Giovanni Paolo II sull’importanza dell’economia d’impresa per lo sviluppo e il bene comune viene portato avanti e sviluppato con vigore teologico da Benedetto XVI nella Caritas in veritate.
Poi nella Evangelii gaudium, Papa Francesco afferma che “La vocazione di un imprenditore è un nobile lavoro, sempre che si lasci interrogare da un significato più ampio della vita; questo gli permette di servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare (produzione di ricchezza secondo la parabola dei talenti) e rendere accessibili per tutti (distribuzione della ricchezza secondo giustizia) i beni di questo mondo”. Inoltre aggiunge che senza etica non ci può essere vero sviluppo e il capitalismo non inquadrato in solide regole morali ed etiche è fonte di gravi ingiustizie.
Questa premessa per affermare che a mio parere vi è un legame innegabile tra la RSI e la Dottrina Sociale della Chiesa. Aggiungo una riflessione che ho tratto da internet ma che meglio esprime il mio pensiero a riguardo. "Le teorie economiche stanno attraversando un periodo di profonda crisi: esse non hanno saputo prevedere il cataclisma che ci è piovuto addosso dal 2007-2008 e che ha manifestato tutti i suoi effetti negativi per ben sette anni in termini di diminuzione del reddito e di aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile. Solo ora si vedono segnali di ripresa che occorre tuttavia consolidare, alla luce di condizioni di contesto decisamente favorevoli, portando avanti con più decisione ed efficacia le riforme strutturali che ci permettono di ridurre la distanza tra crescita potenziale e crescita effettiva del reddito. Di fronte a questa eclissi generale delle teorie economiche, la Dottrina Sociale della Chiesa sta mostrando una grande vitalità e capacità di suggerire agli uomini di buona volontà la strada per un nuovo modello sviluppo a livello mondiale per la costruzione del bene comune. Una Dottrina che è valida per tutti, credenti e non credenti, perché si basa sullo sviluppo integrale dell’uomo nel rispetto degli immutabili valori della libertà, della responsabilità, della dignità, della creatività. La Dottrina Sociale della Chiesa poggia su fondamenti che sono validi sul piano universale: lo sviluppo, la solidarietà, la sussidiarietà, la destinazione universale dei beni, il bene comune".
Penso che sia inutile tirare in ballo gli scandali che ultimamente affliggono la Chiesa dato che essa è formata da uomini che come tali possono commettere degli errori, per cui non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, ma guardare gli aspetti positivi che provengono dal contributo sociale della Chiesa.

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Messaggio  0000653714 Sab Mag 14, 2016 7:25 pm

0000727597 ha scritto:Senza ombra di dubbio alcuni degli assunti della dottrina sociale della chiesa cattolica possono arricchire le politiche di RSI ,mi riferisco a temi quali : la convivenza civile, la garanzia della giustizia ,il perseguimento del bene comune (dell’ intera comunità e non di uno a discapito degli interessi altrui),il riconoscimento e il rispetto delle libertà individuali e sociali e della libertà religiosa . Ma prendendo in considerazione queste esigenze da soddisfare , altro non sono che il portato dell’ esperienza cristiana . Indubbiamente le RSI si nutrono di influssi provenienti da linee di pensiero affini , quale potrebbe essere anche il socialismo. Però mi trovo d’ accordo con il collega che riporta la tesi secondo la quale parlare di RSI influenzata  dalla dottrina della chiesa cattolica mi sembra azzardato . Questo soprattutto alla luce delle ultime vicende riportate dalle tv nazionali e dai giornali( ma celate da tempo) in merito al lusso della chiesa. In questo caso mi verrebbe sarcasticamente da fare l’ osservazione inversa : non sarà la chiesa cattolica a dover adottare politiche di RSI ?

E' ironicamente la stessa osservazione (purtroppo triste) che stavo per fare io.
C'è tanto bagaglio culturale, tanti buoni propositi, la chiesa "predica bene" e tanto, ma poi nella pratica, mentre il Papa invita alla carità e invita a spogliarsi del lusso, come sappiamo ci sono tanti, troppi esponenti della chiesa con case gratuite da 500 mq, oro e ricchezza di vario tipo. Anche Per questi motivi, ritengo azzardato anche io il collegamento con la chiesa cattolica

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Messaggio  0000723276 Lun Mag 16, 2016 9:45 am

Parliamo di responsabilità sociale d'impresa quando siamo in presenza di un'impresa. Ciò sembra scontato ma non lo è! L'impresa è costituita da individui che, come tali, posso commettere degli errori, possono intraprendere delle strategie imprenditoriali che non sono ottimali! Tuttavia, operare nell'impresa significa non trasgredire gli obblighi normativi, adeguarsi a tutte le misure di sicurezza che la legge prevede ed avere IDEE! Le idee muovono il mondo ed i progetti non sono altro che la configurazione sostanziale delle idee! La Chiesa siamo noi: la comunità dei fedeli che professano la fede in Gesù Cristo. Il termine "Chiesa" deriva alla lingua italiana dal latino "ecclesĭa", che a sua volta origina dal greco classico "ἐκκλησία". A monte sta il verbo ἐκκαλέω, che significa "io chiamo", "mando a chiamare", "faccio appello a"; noi, dunque, siamo stati chiamati da Gesù Cristo che è morto in croce per la salvezza dei nostri peccati. La vera Chiesa è quella costituita dai fedeli. coloro che si affidano e fondano in Dio e che non "predicano bene e razzolano male". Spesso chi non crede o pensa di non credere, sbaglia nel giudicare. Quando si crede veramente è naturale seguire la dottrina cristiana! Dottrina che, non deve essere intesa secondo gli uomini ma secondo Dio, cioè secondo la concezione misericordiosa di Dio. Non possiamo negare che molti sbagli sono stati compiuti e vengono, ogni giorno, compiuti dagli uomini che stati chiamati da Dio! Ma gli errori aiutano a crescere e le critiche, se costruttive, aiutano a migliorare il mondo in cui viviamo. La Chiesa è molto impegnata socialmente e, per farlo, ha bisogno di risorse economiche. Quest'ultime spesso vengono utilizzate per scopi diversi da quelli propriamente cristiani. Ciò perché avviene? Perché è condannabile? Perché la chiesa dovrebbe dare l'esempio e per altre mille ragioni che noi potremmo prospettare! Ma la Chiesa è fatta da uomini! Gli uomini sbagliano! Anche un'impresa è costituita da uomini che possono commettere degli errori e, tali, errori, possono avere delle ripercussioni sociali, ambientali, psicologiche notevoli! Ritengo che la Dottrina Sociale della Chiesa, nella sua essenza, sia principalmente attenta e responsabile ai bisogni che emergono dalla società così come lo sono tutte quelle imprese che vanno al di là degli obblighi di legge e si impegnano ad attuare progetti socialmente responsabili. Possiamo dunque affermare che molto hanno in comune la Dottrina Sociale della Chiesa con la Responsabilità Sociale d'Impresa: obiettivi, progetti, idee. Non dobbiamo, però dimenticare che qualsiasi iniziativa parte dagli uomini che, in quanto tali, possono sbagliare!

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RSI e Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica Empty Gli istituti della Chiea Cattolica possono prescindere dai valori etici?

Messaggio  734724 Lun Mag 16, 2016 10:19 am

Mi trovo assolutamente d' accordo sul fatto che errare è umano, ci mancherebbe, tuttavia non credo che si possa giustificare quanto di marcio (ed è un marcio profondo ed ormai consolidato in Vaticano) c' è negli Istituti della Chiesa, che di fatto operano sul mercato come operatori finanziari, in quanto se per una banca di investimento qualunque l' adottare scelte etiche e che rispondono a tematiche sociali è una scelta che va oltre la legge, che sia per coscienza o per immagine, per un istituto della Chiesa Cattolica deve essere la ragione stessa della sua esistenza. Con ciò non si vuole nulla togliere all' operato dei numerosi affiliati alla Chiesa Cattolica che in tutto il mondo compiono grandiose opere di bene nel rispetto della Dottrina Sociale della chiesa, ma resta il fatto che a mio parere lo IOR come altri isituti religiosi non possono, e su questo non trovo giustificazione alcuna, prescindere dai dettami etici e morali su cui la stessa Chiesa si fonda.Farlo contravviene non solo ad un' etica di RSI, ma agli stessi valori fondanti del cristianesimo di cui la Chiesa dovrebbe essere espressione concrets.

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Messaggio  0000723276 Lun Mag 16, 2016 11:05 am

Non si deve assolutamente giustificare ciò che di sbagliato è stato fatto e continua ad essere fatto dalla Chiesa, dallo IOR, da istituti che religiosi si dicono ma non lo sono affatto! Non si può neppure condannare la Chiesa e dire che tutto è sbagliato come molti fanno! Bisogna essere coscienti degli sbagli fatti e rimediare a tali sbagli: per rinnovare e cambiare qualcosa dobbiamo però impegnarci! Non basta parlare! Siamo attivi nella Chiesa così come lo siamo nei nostri luoghi di lavoro e di studio. L'essere passivi non serve a niente e neppure la critica fine a se stessa! Concordo nell'affermare che l'adozione di scelte etiche e che rispondono a tematiche sociali è una scelta che per un istituto della Chiesa Cattolica deve essere la ragione stessa della sua esistenza! Ma ritengo anche che, spesso, chi adotta scelte socialmente responsabili lo fa in silenzio, senza dichiararsi appartenente ad istituti della Chiesa Cattolica, eppure è Cristiano Cattolico!

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Messaggio  0000723586 Lun Mag 16, 2016 11:51 am

Bah, anche io mi trovo d'accordo con alcuni colleghi. Far discendere le politiche della RSI ESCLUSIVAMENTE dalla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica mi sembra un po' azzardato sinceramente. Anche perchè io non vedo più, nella Chiesa, quell'insieme dei valori che vanno predicando (Predicano bene e razzolano insomma! Laughing ) In che stato si trova adesso la Chiesa? Ad oggi, per me, responsabilità e chiesa non vanno per niente a braccetto. La Chiesa dovrebbe adottare scelte etiche, morali, sociali che possano dare ancora speranza alle persone. Così come nella RSI, anche la chiesa dovrebbe mettere al centro dell'attenzione la PERSONA (e non oro, ville enormi, auto blu...).
''L’impresa è una comunità di persone in cui l’imprenditore esprime la propria autorità non come potere ma come servizio per lo sviluppo e la costruzione del bene comune.'': è questa la definizione che Papa Giovanni Paolo II ci diede nella Centesimus Annus. La costruzione del bene comune non spetta unicamente allo Stato ma a tutti i soggetti che compongono la società civile (Welfare Society): famiglie, imprese, scuola, università, enti intermedi e così via. Si tratta di un principio fondamentale della Dottrina Sociale della Chiesa, rappresentato dalla sussidiarietà. Veniamo adesso al rapporto tra Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica e la RSI.
Benedetto XVI al punto 40 della Caritas in veritate si esprime in questa maniera : “E’ vero che si sta dilatando la consapevolezza circa la necessità di una più ampia responsabilità sociale dell’impresa. Anche se le impostazioni etiche che guidano oggi il dibattito sulla responsabilità sociale dell’impresa non sono tutte accettabili secondo la prospettiva della dottrina sociale della Chiesa, è un fatto che si va sempre più diffondendo il convincimento in base al quale la gestione dell’impresa non può tenere conto degli interessi dei soli proprietari della stessa, ma deve anche farsi carico di tutte le altre categorie di soggetti che contribuiscono alla vita dell’impresa: i lavoratori, i clienti, i fornitori dei vari fattori di produzione, la comunità di riferimento”.

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