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Come la Legge di Stabilità tenta di stimolare i benefit delle PMI

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Messaggio  0000723848 Ven Apr 29, 2016 3:07 pm

Analizzando la recente Legge di Stabilità, ed in particolare gli artt. 12 e ss. in materia di assistenza sociale, è interessante notare la reintroduzione, dopo la mancata copertura nel 2015, della detassazione del premio di produttività; inoltre, dal 2016 in poi, la fascia di reddito massima lorda per usufruire delle agevolazioni fiscali legate al premio di produzione passa da 40.000 a 50.000 euro e ne potranno beneficiare anche quadri e dirigenti.
Con l'arma della detassazione dei premi, il governo sta tentando di fatto di accelerare la contrattazione di secondo livello, ovvero quella aziendale; infatti, decade definitivamente lo stretto vincolo della volontarietà da parte del datore di lavoro nell'erogazione di alcuni beni e servizi, con finalità di "utilità sociale": i benefit erogati a questo scopo potranno essere presentati da sindacati e aziende al tavolo di contrattazione alla pari dei tradizionali benefici fiscali sul reddito da lavoro dipendente.
Inoltre, lo storico ventaglio di beni e servizi erogati dal datore di lavoro è stato riveduto ed ampliato in maniera significativa, con l'inserimento di nuovi benefit nell'ambito di educazione e servizi per l'infanzia e, per la prima volta, viene data la possibilità ai dipendenti di detrarre i servizi di assistenza a familiari anziani e non autosufficienti (art. 51.2 lettera f bis ed f ter del Tuir). Per di più, al datore di lavoro viene data anche la disponibilità di erogare beni e servizi anche sotto forma di voucher da spendere in servizi per la famiglia, sostegno per l'istruzione, servizi ricreativi, nidi e trasporti per i figli.
Tirando le somme, a mio parere, la Legge di Stabilità riferita al 2016, nell'arduo ma non impossibile tentativo di potenziare il welfare aziendale, appare proporsi obiettivi di un certo rilievo sociale, laddove per sociale si intendono sia gli individui ai quali è indirizzata (i lavoratori) che le materie che si propone di migliorare (salute, pari opportunità, sicurezza e prevenzione, formazione, assistenza sociale ecc.), materie che peraltro richiamano gli elementi costitutivi della RSI.

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Come la Legge di Stabilità tenta di stimolare i benefit delle PMI Empty Legge di stabilità e la nuova "società benefit"

Messaggio  660207 Dom Mag 01, 2016 1:49 pm

Parlando di legge di stabilità, e ampliando il discorso iniziato nel post precedente dal/la collega, una manovra che può portare alla promozione e al sostegno di politiche di RSI, è l'introduzione della disciplina generale della "società benefit".Il comma 376 della Legge di Stabilità 2016 la definisce  società che “nell'esercizio di una attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse.” Dunque si tratta sempre di società a scopo di lucro, con divisione degli utili. Ma l'interesse dei soci deve essere bilanciato con il perseguimento delle finalità di beneficio comune (che devono essere indicate nell'oggetto sociale). E' subito da premettere che non è previsto alcun vantaggio economico specifico (né minori imposte né sussidi e/o contributi) per la società benefit: tuttavia tali società fruiranno della deducibilità dal reddito d'impresa dei costi sostenuti per perseguire la predetta finalità, secondo le regole previste dalle norme fiscali applicabili per ciascun tipo societario. Con l'istituzione di tale modello societario il legislatore parrebbe dunque voler incentivare una gestione d'impresa informata dalla responsabilità sociale, elevando in tal modo – direttamente e/o indirettamente - la sensibilità degli imprenditori riguardo ai fini sociali dell'attività economica.La società benefit è tenuta a redigere annualmente una relazione, da allegare agli atti del bilancio, in cui si descrivono gli obiettivi perseguiti, le modalità di perseguimento degli stessi ed il loro grado di raggiungimento, la valutazione dell'impatto positivo generato, nonché una descrizione degli eventuali obiettivi da perseguire l'anno successivo. Inoltre, qualora la società non persegua il beneficio comune, essa è assoggettata alle sanzioni previste in caso di pubblicità ingannevole (d. lvo n. 145/2007), nonché alle disposizioni sanzionatorie del codice del consumo (d. lvo n. 206/2005). L'Autorità garante della concorrenza e del mercato svolge i relativi compiti in ordine alle predette sanzioni.
La normativa appena descritta si potrebbe configurare come una "legge-vetrina": consente e facilita la distinzione tra impresa che agisce orientandosi esclusivamente verso il profitto, e impresa che invece persegue nella propria attività benefici comuni ulteriori, distanti dalla logica di puro profitto. Inoltre, può rappresentare il propulsore per attrarre capitale da parte di investitori etici, attenti non solo al profitto ma anche agli standard delle condizioni lavorative, alla promozione e diffusione del benessere in azienda e sul territorio, alla riduzione dell'impatto ambientale. Concludendo, si può ritenere che il modello della società benefit possa risultare interessante per quegli imprenditori dotati di una mentalità di gestione aziendale orientata alla responsabilità sociale d'impresa e non solo al profitto. Fruendo in tal modo di un migliore apprezzamento da parte della comunità, potrebbe aversi un effetto-stimolo nei confronti del management delle realtà imprenditoriali meno attente alla responsabilità sociale d'impresa, magari alla lunga inducendole – per imitazione – ad adottare un diverso stile aziendale, anch'esso sensibile alle istanze di CSR ed alla realizzazione di benefici comuni originariamente non previsti dall'oggetto sociale.

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Come la Legge di Stabilità tenta di stimolare i benefit delle PMI Empty Ancora sulla novella società benefit

Messaggio  0000723848 Lun Mag 02, 2016 6:23 pm

Per approfondire il precedente intervento sulla recente introduzione della società benefit ad opera della Legge di Stabilità, è interessante decifrare l'obiettivo del legislatore italiano, ovvero quello di prevedere la possibilità di aggiungere fra gli obiettivi sociali legalmente protetti la vocazione ad avere un impatto positivo sulla società, oltre a quello di distribuire i dividendi agli azionisti.
Questa nuova forma giuridica si è ispirata al modello Benefit Corporation americano, quello utilizzato da big digitali come Kickstarter, Etsy e Hootsuite, la cui origine si identifica nel desiderio di alcune startup di non tradire il movente originale della decisione di fare impresa: sentirsi parte sana di un sistema complesso mantenendo la propria indipendenza economica. Tale modello consente alle imprese di inserire nell’oggetto sociale l’impatto positivo sul pianeta e le persone, a patto di impegnarsi a misurare una serie di indicatori sociali e ambientali, renderli pubblici e incaricare una persona responsabile.
In sintesi, si può diventare società benefit inserendo nell’oggetto sociale un obbligo sociale/ambientale e blindare attraverso la legge la ragione d’essere dell’impresa; significa in sostanza obbligare chi la gestirà anche in futuro (manager o nuovi azionisti) a perseguire obiettivi di lungo termine, sia per l’impatto su persone e ambiente sia, di conseguenza, su quelli economici. Resta fermo l’obbligo per le suddette società di misurare e riportare le loro performance.
Un modello del genere, se utilizzato per plasmare il dna delle startup legate ad esempio all'economia della condivisione, potrebbe essere anche lo strumento per evitare che le piattaforme collaborative vengano contaminate da obiettivi legati a logiche finanziarie speculative, che potrebbero inquinare l’idea solidale alla base delle piattaforme di condivisione.

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Come la Legge di Stabilità tenta di stimolare i benefit delle PMI Empty Re: Come la Legge di Stabilità tenta di stimolare i benefit delle PMI

Messaggio  maria forni Mar Mag 10, 2016 7:10 pm

Lo spunto di riflessione offerto sulla società benefit è tra i più interessanti,a mio avviso, perché mette in evidenza un aspetto peculiare ed innovativo nel perseguimento del beneficio comune: ci si concentra finalmente sul come l'attività imprenditoriale viene svolta. Si ha a che fare con un'entità che non persegue soltanto il profitto,ma anche e soprattutto interessi di utilità comune. Il che potrebbe sembrare penalizzante da un punto di vista economico,ma è opportuno sottolineare,invece, come la società benefit abbia migliori possibilità di attirare capitali da coloro che sono stati spesso definiti "investitori etici",ovvero soggetti che ritengono che il perseguimento di benefici comuni sia un elemento qualificante dell'attività di impresa. Così come la società benefit riesce a distinguersi dalle altre imprese e riesce a farsi accreditare in modo favorevole dalla comunità. A tal proposito si è parlato di "legge vetrina",con riferimento alla normativa sulle società benefit, una normativa che riesce a far risaltare l'impresa e a differenziarla ,che la qualifica con successo, facendo perno su un'eticità troppe volte sfuggevole e utopica nel mondo delle imprese.

maria forni

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