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Coop Adriatica: esempio di azioni positive

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Messaggio  0000723944 Mar Apr 26, 2016 7:58 pm

Nel capitolo del libro dedicato alla diversità di genere le azioni positive (definite oggi dal diritto comunitario come "misure che prevedano vantaggi specifici diretti a facilitare l'esercizio di un'attività professionale da parte del sesso sottorappresentato ovvero a evitare o compensare vantaggi nelle carriere professionali") sono presentate come uno strumento che il diritto del lavoro può offrire, in quanto suscettibili di adozione volontaria, alla RSI.
A tal proposito, e ricollegandosi proprio al ruolo delle donne all'interno dell'organizzazione produttiva, mi sembra interessante citare l'esperienza di Coop Adriatica che, nel Protocollo per lo sviluppo di azioni positive, ha inserito un esempio di questa pratica.
Si tratta delle c.d. "isole", un modello organizzativo rivolto al personale che opera all’interno dei servizi cassa degli ipermercati, personale costituito quasi esclusivamente da donne (oltre il 90%) e pertanto particolarmente sensibile alle problematiche riguardanti la conciliazione vita-lavoro. É un sistema basato sulla logica della complementarietà tra esigenze di persone diverse per condizioni socio - familiari, stili di vita ed interessi: i lavoratori vengono suddivisi in gruppi - denominati appunto ‘Isole’ - di 15/25 unità con caratteristiche sociologiche diverse.
Proprio tale eterogeneità, a base della costruzione dei gruppi, si traduce in esigenze di vita diverse e quindi di scelte di orario differenti che trovano pertanto una ottimale distribuzione rispetto alla ‘curva di carico’ ovvero alla richiesta di presenza formulata dal responsabile del servizio, riducendo al minimo gli aggiustamenti che ne consentono una perfetta corrispondenza.
Il sistema si basa su flessibilità e modulazione intese come possibilità di scegliere orari sempre differenti per durata ma anche per distribuzione e di utilizzare le proprie ore lavorative secondo un sistema di debito/credito che consente di ripartire il proprio tempo di lavoro con una periodicità mensile o annuale.
Impostato su base volontaria il sistema necessita per il suo funzionamento di una alta percentuale di adesione al modello organizzativo (oltre l’80%), ma anche di solidarietà tra i vari membri di ciascuna isola che si assumono in solido la responsabilità di far fronte alla curva di carico assegnata.
Pensato essenzialmente per le donne con famiglia e figli a carico al fine di permettere loro di conciliare il lavoro con gli impegni derivanti dalla cura dei figli, il progetto risulta comunque utile anche per coloro che pur non avendo famiglia o figli possono coltivare interessi altrimenti non conciliabili coi tempi rigidi del lavoro.
Il grado di apprezzamento del progetto da parte dei lavoratori è desumibile dalla constatazione del fatto che la volontaria adesione all’organizzazione a isole, di durata annuale, viene regolarmente rinnovata.
Particolarmente gradita risultava per le lavoratrici la possibilità di fruire di giornate di riposo consecutive soprattutto nei week end, cosa che sarebbe impossibile nel comparto della grande distribuzione, e la possibilità di ridurre il numero di turni ‘spezzati’ concentrando le ore di lavoro in un turno unico.
In questo modo le donne non si trovano costrette a dover scegliere drasticamente tra lavoro e famiglia.


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Coop Adriatica: esempio di azioni positive Empty Meblo Jogi: caso di una società slovena.

Messaggio  0000725296 Mar Apr 26, 2016 9:52 pm

A mio modesto parere, tutte le aziende dovrebbero concentrarsi sul loro bene più importante: la persona, ancor prima del suo ruolo di lavoratore. Per questo credo fortemente che il concetto di responsabilità sociale d'impresa si traduca soprattutto nell'adozione di iniziative aziendali che abbiano lo scopo di migliorare la vita dei lavoratori e di favorire, in particolar modo, una conciliazione tra carriera e privato. Fare in modo che i propri dipendenti siano "felici" dovrebbe essere per i manager, più che un obiettivo a cui tendere, un punto di partenza: il benessere psicofisico fa sì che il lavoratore sia più produttivo, più impegnato, ma soprattutto più coinvolto nelle mansioni che gli sono affidate; e se un dipendente lavora meglio, l'azienda può potenziare la sua produttività. Anche per questo motivo, la valorizzazione delle risorse umane, che può avvenire tramite l'erogazione di servizi volti a favorire il benessere e ridurre i rischi di stress da lavoro, deve rappresentare una delle principali priorità per ciascuna azienda.
A riguardo, voglio soffermarmi sulle politiche di welfare aziendale adottate dalla Meblo Jogi, un'impresa slovena, con ben 158 dipendenti, che produce e fabbrica letti e materassi. Secondo la Meblo Jogi, comunicare alle risorse umane quanto il lavoro che svolgono sia importante e ascoltare le loro esigenze può essere una fonte di successo per l’azienda. Per questo motivo, essa, in tema di imprenditoria socialmente responsabile ha introdotto, due volte al giorno e per tutti i dipendenti, un “active break” di dieci minuti che consiste in un programma sviluppato da un fisioterapista; ha attuato un programma di formazione sulla salute e sulla sicurezza per tutti i dipendenti; ha inoltre incoraggiato le rappresentanze sindacali a dare voce alle richieste dei dipendenti; ed infine, ha sostenuto la formazione e lo sviluppo professionale (soprattutto per le donne). Tramite queste operazioni, la soddisfazione dei dipendenti è cresciuta e la maggiore motivazione, fedeltà e produttività sono stati i fattori chiave che hanno permesso all'impresa di recuperare concorrenza sul mercato e, dunque, di incrementare il proprio successo internazionale.
Detto ciò, mi mi chiedo come sia possibile che ancora, in molte realtà aziendali italiane, non vengano adottate politiche di welfare volte a potenziare il benessere e la salute dei dipendenti.


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Messaggio  0000723944 Mer Apr 27, 2016 12:09 pm

Trovo interessante l'iniziativa della Meblo Jogi e ritengo che l'adozione di simili decisioni riguardo all'organizzazione della vita all'interno dell'impresa sia molto importante; tuttavia, quello che volevo mettere in luce con l'esempio di Coop Adriatica é che a volte é necessario prendere in considerazione i propri lavoratori non come se fossero un unicum, ma appunto come un insieme di persone con caratteristiche e stili di vita diversi e che, di conseguenza, necessitano di un trattamento diversificato perché l'impresa possa essere considerata pienamente socialmente responsabile.
Diversificare i trattamenti rivolti ai propri dipendenti é un segno di un'attenzione maggiore nei loro confronti, perché si tratta di tentare di trattare allo stesso modo situazioni analoghe e in modo diverso situazioni diverse.

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Messaggio  0000725296 Mer Apr 27, 2016 8:41 pm

Io non parlerei tanto di trattamento diversificato, piuttosto di politiche aziendali che permetto all'impresa di coordinare le varie esigenze provenienti dal lavoratore. Sono d'accordo su quanto è stato sopra affermato perché, nel grave periodo di crisi che stiamo vivendo, la flessibilità consente di gestire in modo adeguato l'organizzazione della forza lavoro. E' infatti indubbio che combinare le esigenze lavorative con quelle derivanti dalla vita privata sia un elemento rilevante perché permette all'impresa di raggiungere un più alto livello di successo e una maggiore competitività nel mercato.

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Messaggio  363220 Gio Apr 28, 2016 9:27 pm

Sicuramente la scelta della Coop può essere considerata come un' azione perfettamente in linea con quanto la responsabilità sociale d' impresa suggerisce. Politiche "amichevoli" nei confronti della famiglia nell’ ambito del lavoro sono fondamentali proprio per rendere maggiormente conciliabile i ritmi lavorativi con quelli familiari e, anche qui, le imprese giocano un ruolo fondamentale.
E' bene, però, ricordare che tra le misure family friendly non vi sono soltanto quelle attinenti all' orario di lavoro (part time, flexitime etc) ma anche quelle rivolte all' infanzia come servizi di cura per i bambini, nidi aziendali, accordi con i servizi locali, informazioni sui servizi disponibili , sostegno finanziario; tuttavia si è notata una rigidità delle aziende italiane ad intervenire su questo campo se relazionato a realtà come quelle dei paesi nord europei.


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Coop Adriatica: esempio di azioni positive Empty Camst e attenzione al sociale

Messaggio  626865 Lun Mag 09, 2016 7:03 am

In occasione dell'8 marzo,l'azienda Camst ha pubblicato un articolo,nel quale descrive l'impegno che anche lei come azienda,offre nei confronti delle donne.
Exclamation
Da tempo in Camst una particolare attenzione viene riservata alle azioni a favore delle donne, in particolare con il progetto "è ora di cambiare tono" che vuole portare un aiuto concreto alle donne vittima di violenza di genere.

Anche per quest'anno CAMST prosegue nella collaborazione con la rete dei centri D.i.Re. per offrire l'opportunità di un inserimento lavorativo alle donne che ricorrono all'aiuto dei centri per fuggire ad una situazione di violenza e con COSPE nella realizzazione del sito www.puntodonne.it che sostiene l'informazione sui diritti e la parità di genere.

Si tratta di un progetto, realizzato con la collaborazione dell'Ufficio Relazioni sociali, che si avvale della partecipazione di molti nostri soci attraverso il finanziamento fornito dalla raccolta fondi delle festività natalizie.

Inoltre, ed è questa una notizia recentissima, la ricerca sulla parità di genere, condotta negli ultimi mesi attraverso interviste a campione a donne e uomini di Camst, ha portato a un primo impegno concreto verso una sempre maggiore attenzione a realizzare una effettiva parità di genere all'interno dei luoghi di lavoro della nostra cooperativa attraverso la nomina di una figura Responsabile delle Politiche di Genere che opererà all'interno della Direzione Risorse Umane, nella persona della Dott.sa Simona Ragazzini.

Infine, anche quest'anno gli auguri per la giornata dell' 8 marzo vengono accompagnati dalla matita dei disegnatori della Scuola Internazionale di Comics di Firenze che interpretano il tema con il linguaggio ironico ma non banale dei fumetti.

626865

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