Foxy: esempio di azienda socialmente responsabile sempre al fianco dei piu piccoli

Guardando la tv mi sono imbattuta nella pubblicità dei rotoloni Foxy disegnati dai bambini di Dynamo Camp e così ho deciso di fare delle ricerche a riguardo. Dynamo Camp è una struttura situata in un’oasi naturalistica in provincia di Pistoia che ospita gratuitamente bambini con patologie gravi o croniche per soggiorni di vacanza. La collaborazione tra Dynamo Camp e Foxy è iniziata nel 2014. L’azienda, al terzo anno di sostegno continuativo, anche attraverso la donazione annuale di tovaglioli, fazzoletti e carta igienica, è stata al Camp con i propri dipendenti per constatare personalmente le esperienze che vivono i bambini. Con riferimento all'anno 2016, Foxy ha donato a Dynamo Camp 90.000 euro, grazie ai quali potranno essere donati oltre 45 soggiorni presso la struttura. Foxy, inoltre, ha regalato ai bambini di Dynamo dei tableau speciali dove potessero disegnare e colorare usando fantasia e creatività. E da ciò, con l’aiuto di un creativo professionista, è nata l’idea di riprodurre sui rotoloni i disegni fatti dai bambini che inconsapevolmente sono diventati dei piccoli artisti. Quello offerto a Dynamo Camp non è l'unico aiuto della Foxy ai bambini visto che dal 2000 l'azienda sostiene pure l'UNICEF. Oltre a tutto ciò vorrei segnalare, come precisato sul sito ufficiale, che Foxy è un marchio di ICT, Industrie Cartarie Tronchetti, e che ICT è certificata ISO 9001 per la qualità, ISO 14001 per la performance ambientale e OHSAS 18001 in materia di sicurezza e salute dei propri lavoratori.

Come hai detto tu, Foxy dal 2000 sostiene Unicef nel suo impegno in difesa dei bambini, così ho deciso di fare una ricerca su tale rapporto di collaborazione. Tra i vari progetti portati avanti dal binomio Foxy-Unicef vi sono la “Campagna Vaccinazione”,” Emergenza Iraq”, ma soprattutto “Adotta una Pigotta”.
Attraverso l’iniziativa “Adotta una Pigotta”, di cui Foxy dal 2002 è sponsor unico, sono stati salvati più di 1 milione di bambini. Ma cos’è una Pigotta? Pigotta, in dialetto lombardo, è la tradizionale bambola di pezza fatta a mano, con cui tantissimi bambini hanno trascorso la loro infanzia.
Ogni anno, in ogni parte d’Italia, nelle scuole, nelle case di riposo, migliaia di persone realizzano con ago, filo e tanta fantasia le loro bambole di pezza per donarle all’Unicef. Tutte le Pigotte raccolte vengono poi date in adozione in cambio di un’offerta minima di 20€ in 500 piazze Italiane.
I fondi così raccolti sono destinati a fornire ai bambini dell’Africa centrale e occidentale interventi mirati che riducono il pericolo di mortalità nei loro primi cinque anni di vita. Il kit salvavita dell’Unicef, infatti, è composto da vaccini, antibiotici, cure mediche, acqua potabile, alimenti e zanzariere antimalaria. Possiamo quindi dire che una Pigotta adottata corrisponde ad una vita salvata!

Foxy è l'esempio di RSI per eccellenza secondo me ed è per questo che oggi è considerato tra i top brand del mercato. Infatti, l'azienda non solo offre ottimi prodotti ma si impegna, sopratutto, in ambito sociale: dalla collaborazione con l'UNICEF al progetto "adotta una pigotta" o ancora all'impegno che ha dimostrato nei confronti dei bambini del Dynamo Camp. Ma bisogna anche ricordare che FOXY offre dei prodotti studiati per non recare danni nemmeno all'ambiente ed è proprio per questo motivo che ha ottenuto tantissime certificazioni:
[list][*]certificazione Ecolabel: sistema di etichettatura ecologica che viene conferito ai prodotti che rispettano determinati criteri di qualità ambientale fissati dalla Commissione Europea!

• il marchio di qualità FSC che identifica i prodotti realizzati impiegando materia prima proveniente da foreste gestite in modo corretto e responsabile, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
  

Il marchio PEFC che contraddistingue i prodotti che impiegano materia prima proveniente da zone boschive amministrate con criteri di eco-sostenibilità.
Foxy, inoltre, mette in primo piano la salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori considerandola un fattore senza il quale non è possibile garantire la crescita dell´Azienda stessa.
La predisposizione e l´attuazione di un Sistema di Gestione per la Salute e Sicurezza sul Lavoro rappresenta il primo e più importante fattore per la tutela dei lavoratori. La Direzione, infatti, ritiene che un miglioramento costante dell´ambiente di lavoro rappresenti un elemento essenziale e, perciò, si impegna a tutelare il proprio personale adottando le azioni necessarie in linea con l´adattamento delle conoscenze e delle tecnologie che di volta in volta verranno sviluppate.
Non resta che dire: un applauso a FOXY!

Navigando sul sito internet della Foxy ci si imbatte in una piacevole sorpresa circa le iniziative con Unicef e Dynamo Camp. Dal 2000 infatti Foxy sostiene UNICEF nel suo impegno in difesa dei bambini supportando in maniera attiva la diffusione delle iniziative di UNICEF e dando un supporto economico forte. Tra i vari progetti interessati rientrano quelli sulla Campagna per la vaccinazione , Bimbe a scuola, Emergenza Iraq e Adotta una Pigotta. Solo tra il 2014-2015, in termini numerici, l’azienda Foxy ha devoluto 220 000 euro, dando prova di un solido supporto economico. Nello stesso 2014 l’azienda ha avviato una collaborazione con Dynamo Camp, che è una struttura in una provincia toscana che ospita bambini affetti da patologie gravi e croniche in soggiorni di vacanza. Nel 2016 la donazione fatta alla Dynamo Camp ammonta a 90 000 euro con i quali sono stati finanziati altri soggiorni presso la struttura. Il comportamento tenuto dall’azienda Foxy viene connotato da elementi nobili e che rimandano alla responsabilità sociale d’impresa: il fatto di sostenere e promuovere campagne per l’UNICEF, fondo delle Nazioni Unite da sempre attivo sul piano dell’assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri nei paesi di sviluppo, testimonia il suo impegno sul piano umanitario e sociale, avendo contribuito in maniera significativa anche in termini economici. Inoltre credo che l’iniziativa promossa dalla Dynamo Camp sia di notevole portata sia dal punto di vista “ pratico” poiché offre la possibilità ad individui portatori di gravi malattie di trovare ristoro e supporto all’insegna della spensieratezza e sia da un punto di vista “esemplificativo” poiché potrebbe rappresentare un paradigma per molte altre aziende e anche per l’opinione pubblica, troppo poco attenta a queste problematiche che rivestono anche un’importanza sul piano dell’inclusione sociale.

L'impegno di Foxy è molto importante e significativo, e mi ha incuriosito a tal punto da cercare altre imprese del settore che avessero portato avanti un impegno simile. Ho scoperto quindi che anche la Sofidel, nota per i Rotoloni Regina, si è mossa in questa direzione.
Eco un articolo che ne parla.

Da Lucca agli Usa, cinquant’anni di Sofidel
L’ambiente tra possibilità e criticità per il cartario lucchese
Dalla provincia di Lucca – dove mantiene le proprie radici – agli Stati uniti, oltre 5.500  dipendenti e un fatturato a 1.809 milioni di euro, cresciuto del 197% negli ultimi dieci anni (quasi tutti di crisi economica a livello globale). Il curriculum economico presentato per i primi 50 anni di vita aziendale dal gruppo Sofidel, notissimo per quei Rotoloni che non finiscono mai, è di quelli da fare invidia. E i vertici aziendali giurano che la responsabilità sociale d’impresa, con una particolare attenzione all’ambiente, non è prebenda per aziende dalla pancia piena, ma pilastro fondante del loro successo.

Sofidel è stata la prima azienda italiana e la prima al mondo nel settore tissue (ovvero quel segmento di mercato che comprende carta igienica, rotoloni, fazzoletti) ad aderire al programma internazionale WWF Climate Savers e ha da tempo messo in atto politiche ambiziose per il contenimento dell’impatto ambientale dei propri prodotti e processi, ottenendo risultati importanti. Fra il 2008 e il 2015 – comunicano dall’azienda – le emissioni dirette di CO2 in atmosfera sono state ridotte del 17,8% e, a oggi, l’applicazione di rigorose politiche di approvvigionamento della materia prima di origine forestale ha portato il Gruppo ad avere il 99,97% della cellulosa utilizzata certificata secondo i principali schemi di catena di custodia forestale (FSC, PEFC, SFI).

«Se i primi 50 anni di Sofidel sono stati segnati da risultati positivi – ha sottolineato l’ad Luigi Lazzareschi durante le celebrazioni per i 50 anni del Gruppo – lo si deve anche a una costante attenzione al futuro. Oggi ciò vuol dire per noi impegnarsi ancora di più per essere un’impresa responsabile che vuole confrontarsi con mercati, prodotti, tecnologie e stili di vita in costante cambiamento. Essere un’azienda che, nel garantire igiene e benessere a tutti i suoi interlocutori, vuole dare risposte alla crescente domanda di ‘ecologia integrale’ che va diffondendosi nel mondo».

Non solo per la Sofidel ma per l’intero settore cartario (quello lucchese è tra i leader mondiali), questo è d’altronde un tema particolarmente sfidante. Come ha ricordato Antonio Pasquini – vicepresidente di Assocarta – durante l’ultima mostra internazionale dell’industria cartaria svoltasi a Lucca, il cartario è un comparto produttivo particolarmente energivoro: l’energia elettrica in media rappresenta il 20% dei costi di produzione della carta, che sale però a punte del 45-50% nel caso delle aziende più grandi. Ecco che da una parte le emissioni climalteranti del settore sono elevate, e dall’altra i costi in bolletta rappresentano un freno alla competitività da abbattere: consumare meno e meglio unisce gli obiettivi ambientali con quelli economici.

Altro tema di assoluto rilievo per il settore rimane quello della gestione degli scarti. Una cartiera che utilizzi materia prima seconda rappresenta un impianto di riciclo, ma come ogni processo produttivo anche dal riciclo esitano scarti (fanghi e pulper) che in questo caso sono particolarmente ingenti: fino a mezzo chilo di fanghi per ogni chilo di carta prodotta. Dove vanno a finire? Sofidel in questo caso non ha diffuso dati nel merito, ma le opzioni sono circoscritte: l’impiego in prodotti per l’edilizia, il recupero energetico o l’invio in discarica rappresentano le alternative più praticate. Per un settore in crescita, gli spazi e gli impianti dedicati sono però sempre più stretti, con Assocarta che non a caso durante la mostra lucchese è tornata a porre in modo forte il tema nell’ambito del confronto con le istituzioni: le soluzioni per il medio-lungo periodo ancora non sono arrivate.

(Fonte)