La responsabilità sociale delle imprese misurata dai cittadini

Cari Colleghi
Vorrei condividere con voi un progetto che ha particolarmente attirato la mia attenzione in tema di RSI.
Si tratta di un progetto, che riunisce le 20 principali organizzazioni/associazioni cattoliche, che attraverso l'ausilio di un semplice questionario online valuterà gli indicatori di RSI delle società di rating per dare vita ad una classifica delle aziende italiane eticamente più virtuose. «Un modo per popolare e democratizzare un tema che rimanendo per addetti ai lavori non sarà mai determinante», spiega chiaramente il promotore Leonardo Becchetti.
Le venti principali organizzazioni cattoliche tra cui Aci, Acli, Agesci, Cif, Coldiretti, Confcooperative, Csi, Ctg, Focsiv, Fondaizone Toniolo, Fuci, Masci, Mcl, Rns, S.Egidio, Focolari e Uneba hanno aderito a tale iniziativa per far sì che la responsabilità sociale d’impresa si trasformi da settoriale tematica per addetti ai lavori a interesse comunemente condiviso.

Riporto l'intervista che è stata rivolta al principale promotore di questa operazione, il sopracitato Leonardo Becchetti, dal sito internet Vita.it.

Perché un progetto sulla csr?
Perché la responsabilità sociale d’impresa sta diventando un tema sempre più importante. Che però non può rimanere un argomento solo per addetti ai lavori. Le cose migliorano solo se c’è partecipazione e conoscenza. Il punto quindi è popolare e democratizzare l’argomento per capire cosa pensa la gente degli indicatori con cui si misura la responsabilità delle aziende

E come li interpellerete?
Abbiamo appena pubblicato un questionario online mettendo tutte le voci che compongono questi indicatori votabili con una cifra da 0 a 100. In questo modo chiunque voglia potrà partecipare a questa valutazione.

Quali sono gli ambiti che prendete in considerazione?
I classici della Rsi: Ambiente (monitoraggio delle azioni produttive e di distribuzione dei prodotti/servizi dell’impresa sull’ambiente circostante, impatto ambientale di filiera, iniziative e progetti aziendali volti alla tutela ambientale); Governance (organizzazione del Consiglio di Amministrazione aziendale, sistema di remunerazione, azioni di difesa dei diritti dei lavoratori); Diritti Umani e Rapporti con i portatori di interesse (azioni di messa in rete dell’azienda con i cittadini e gli abitanti del luogo in cui si trova; rapporti con le istituzioni locali della location aziendale).

Una volta concluso il questionario che succede?
A qual punto faremo una media e daremo un peso alle varie voci. Lo stesso questionario verrà sottoposto poi ad un gruppo di esperti, uno per ogni organizzazione partecipante, e confronteremo i risultati. A quel punto avremo cocnluso la parte culturale del progetto e potrà inziare quella per così dire più politica

In cosa consiste?
Usando gli indicatori rivisti stileremo una classifica delle aziende più virtuose sulla responsabilità. Da una parte per vedere se corrisponde ai rating ufficiali ma anche per premiare la vincitrice.

Che differenza pensa si evidenzierà tra la vostra classifica è qeulla delle agenzie di rating?
Il nostro risultato sarà la responsabilità sociale d’impresa per il bene comune, che in un momento storico come questo è senza dubbio argomento centrale.

Non sembra anche a voi una lodevole iniziativa, tesa ad una reale sensibilizzazione rivolta al cittadino rispetto alla complessa tematica della Responsabilità Sociale d'Impresa? Resto in attesa di vostre ulteriori considerazioni

iniziativa interessante che ha l'obiettivo di dar voce direttamente alla collettività che è diretta interessata dei vari ambiti in cui opera la responsabilità sociale messa in atto dalle varie imprese. il problema è sempre quello della poca pubblicità di cui godono tali iniziative, e infatti sono d'accordo col Collega sopra, in quanto se non tutta la collettività è al corrente del progetto, solo una parte potrà contribuire col proprio voto, vanificando gli sforzi dell'equipe che ha lavorato al progetto e falsando anche i risultati del sondaggio, in quanto emergerà l'opinione di pochi, e non un'opinione completa e "democratica". tant'è che il termine, data in cui verranno premiate le imprese ritenute più socialmente responsabili, è il 20 maggio.
invece, a mio parere, non va giudicato come un difetto la ridotta circoscrizione applicative (20 organizzazioni) , in quanto si tratta pur sempre di un esperimento, con l'obiettivo anche di verificare se, con i dovuti sviluppi, possa darsi una RSI "popolare".
quindi, non resta che stare a vedere se i cittadini si dimostreranno interessati e partecipi a tale tematica, facendo sentire la loro voce quando viene loro data la possibilità, o si asterranno dall'avvalersi di questa iniziativa..

Ripartendo dal titolo di questo topic ricordo che qualche anno fa un ministro cercò di introdurre un sistema di valutazione per il cittadino sui servizi erogati dalle PA. Sulla falsariga di questo progetto si potrebbe implementare un metodo di certificazione in entrata, per il lavoratore, ed in uscita, per il cliente e/o consumatore, che induca l’azienda ad avere delle risposte immediate alle esigenze del mercato. Una sorta di indicatore di qualità che possa essere la cartina tornasole della gestione interna all'impresa.
Da una parte, ciò aiuterebbe l’imprenditore nel riuscire a fissare un punto di equilibrio fra le sempre maggiori tutele garantibili e la massima efficienza nella produzione e, dall'altra, favorirebbe uno “sviluppo positivo” nell'andamento della propria impresa tenendo conto tanto del morale dei propri lavoratori quanto dell'elevato profitto derivante dalla soddisfazione del consumatore.

I vantaggi per entrambi rendono possibile un dialogo fra l’impresa e cliente passando anche attraverso il giudizio che questo da all'operato e alla professionalità del lavoratore specializzato che d’altra parte potrà godere di tutele sempre crescenti di pari passo con lo sviluppo dell’azienda.

Anche a mio avviso è importantissimo che le imprese si interfaccino con l'esterno e che le strategie aziendali possano essere valutate dai cittadini, ciò facilita non poco il dialogo tra queste ultime e gli stakeholder.
Al di là delle varie certificazioni credo che il giudizio concreto di chi ha a che fare in maniera diretta con le aziende non possa che essere positivo e ciò sotto diversi punti di vista: innanzitutto permette di verificare se i rating hanno effettivo valore , in secondo luogo permette di "premiare" le iniziative che più sono percepite come efficaci in relazione al versante della rsi, sdogandando così un tema che è ancora per gran parte riservato agli "addetti ai lavori".

Iniziative di questo genere, sono certamente utili a fare conoscere cosa sia la responsabilità sociale dell'impresa a più persone. In molti temi analizzati su questo forum molto spesso si raggiunge un punto di stallo nella discussione nel momento in cui ci si chiede se i consumatori e i cittadini siano veramente consapevoli. La carenza di pubblicità sul tema rimane certo un problema. L'unica modalità per superare questo scoglio è che, le aziende che aderiscono alla RSI, ma soprattutto coloro che lavorano all'interno, si facciano promotori e fieri sostenitori di questo modello. In questo modo la RSI può diventare un modello invidiabile e l'aspirazione collettiva, dove gli stessi lavoratori hanno interesse a che l'impresa nella quale sono impiegati si faccia responsabile, può essere la molla per incentivare imprenditori ancora titubanti. La valutazione collettiva è perfettamente in linea con l'idea sociale e domocratica che sta alla base di questo progetto; essa dà maggiore credibilità e crea i presupposti per un migliorimento continuo e progressivo delle imprese stesse.