Prevenzione infortuni sul lavoro
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Prevenzione infortuni sul lavoro
Una reale ed efficace prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali non può prescindere da un’accurata conoscenza della situazione ambientale, per cui, il D. lgs 626 all’art 4, ha previsto un duplice obbligo indelegabile del datore di lavoro, penalmente tutelato, di valutazione dei rischi ambientali e di redazione del piano di sicurezza.
L’esigenza di programmare la sicurezza risponde, oltre che all’esigenza primaria di evitare infortuni sul lavoro, anche alla necessità di prevenire ed evitare l’insorgere di malattie professionali che possono essere provocate da fattori fisici, ma anche da fattori psichici, tra i quali oggi si pone in primo piano lo stress da lavoro correlato. L'esame dello stress da lavoro correlato parte necessariamente dallo studio avente ad oggetto le qualità di vita nei luoghi di lavoro ed il benessere dei lavoratori, dato che lo stress nell'approccio psicologico è considerato il risultato dell'interazione dinamica tra individuo ed ambiente e possibile causa di patologie. Occorre chiedersi se l'esposizione ad un fattore di rischio sia realmente la causa di quella specifica patologia o se l'ha solo aggravata o ne ha accelerato il corso scatenandone i sintomi. I fattori di stress connessi al lavoro possono contribuire enormemente ad una gamma di malattie e decessi e l'Accordo Quadro Europeo sullo stress nei luoghi di lavoro, cosi' come recepito nell'Accordo Interconfederale, all'art 3, comma 4, precisa che lo stress da lavoro correlato può interessare ogni ambiente lavorativo ed ogni lavoratore, in ogni settore e di qualsiasi dimensione. Taluni comportamenti del lavoratore - come l'assenteismo, le lamentele dei lavoratori, i frequenti conflitti interpersonali - sono segnali inequivocabili della presenza di un problema da stress da lavoro. L'identificazione dell'esistenza di un problema di stress da lavoro può richiedere l'analisi di elementi quali l'organizzazione del lavoro e dei suoi processi (accordi sul tempo di lavoro, grado di autonomia, incontro tra capacità dei lavoratori e requisiti del lavoro, carico di lavoro, etc.), le condizioni lavorative ed ambientali (esposizione a comportamenti offensivi, rumore, calore, sostanze pericolose, etc.), la comunicazione (incertezza sulle aspettative del lavoro, prospettive occupazionali, cambiamenti futuri etc.) e fattori soggettivi (pressioni emotive e sociali, sensazione di inadeguatezza, percezione di mancanza di sostegno etc.).
Ecco allora che occorrerebbe riconoscere maggiore rilevanza allo stress da lavoro correlato in un’ottica di attuazione del D.Lgs 626/1994 e successive sue modifiche
L’esigenza di programmare la sicurezza risponde, oltre che all’esigenza primaria di evitare infortuni sul lavoro, anche alla necessità di prevenire ed evitare l’insorgere di malattie professionali che possono essere provocate da fattori fisici, ma anche da fattori psichici, tra i quali oggi si pone in primo piano lo stress da lavoro correlato. L'esame dello stress da lavoro correlato parte necessariamente dallo studio avente ad oggetto le qualità di vita nei luoghi di lavoro ed il benessere dei lavoratori, dato che lo stress nell'approccio psicologico è considerato il risultato dell'interazione dinamica tra individuo ed ambiente e possibile causa di patologie. Occorre chiedersi se l'esposizione ad un fattore di rischio sia realmente la causa di quella specifica patologia o se l'ha solo aggravata o ne ha accelerato il corso scatenandone i sintomi. I fattori di stress connessi al lavoro possono contribuire enormemente ad una gamma di malattie e decessi e l'Accordo Quadro Europeo sullo stress nei luoghi di lavoro, cosi' come recepito nell'Accordo Interconfederale, all'art 3, comma 4, precisa che lo stress da lavoro correlato può interessare ogni ambiente lavorativo ed ogni lavoratore, in ogni settore e di qualsiasi dimensione. Taluni comportamenti del lavoratore - come l'assenteismo, le lamentele dei lavoratori, i frequenti conflitti interpersonali - sono segnali inequivocabili della presenza di un problema da stress da lavoro. L'identificazione dell'esistenza di un problema di stress da lavoro può richiedere l'analisi di elementi quali l'organizzazione del lavoro e dei suoi processi (accordi sul tempo di lavoro, grado di autonomia, incontro tra capacità dei lavoratori e requisiti del lavoro, carico di lavoro, etc.), le condizioni lavorative ed ambientali (esposizione a comportamenti offensivi, rumore, calore, sostanze pericolose, etc.), la comunicazione (incertezza sulle aspettative del lavoro, prospettive occupazionali, cambiamenti futuri etc.) e fattori soggettivi (pressioni emotive e sociali, sensazione di inadeguatezza, percezione di mancanza di sostegno etc.).
Ecco allora che occorrerebbe riconoscere maggiore rilevanza allo stress da lavoro correlato in un’ottica di attuazione del D.Lgs 626/1994 e successive sue modifiche
0000624438- Messaggi : 31
Data d'iscrizione : 30.03.16
Re: Prevenzione infortuni sul lavoro
Notando il tuo argomento ho trovato interessante che a novembre del 2015 si è tenuto un convegno "Stress lavoro-correlato nel settore bancario" all'Università Europea di Roma, durante il quale si è affermato che il "fattore umano" è la base per vincere lo stress lavoro-correlato. Durante l'incontro è stato presentato l'innovativo Laboratorio di ricerca Business@Health dell'Università Europea di Roma, con i fondatori Gabriele Giorgi e Javier Fiz Perez, psicologi e professori dello stesso ateneo. Dalle analisi scientifiche condotte su un campione di migliaia di bancari si evidenzia come ci sia una forte eterogeneità nella percezione dello stress a seconda della mansione/funzione organizzativa. Sono sicuramente i bancari con compiti di leadership/supervisione ad essere a maggior rischio stress in quanto devono affrontare molte pressioni commerciali e instabilità finanziarie e al contempo gestire gli aspetti più relazionali del lavoro. Il professor Perez ha spiegato che i fattori che causano lo stress appaiono quelli legati al clima psicologico. La perdita di fiducia nei confronti dell'organizzazione, la percezione negativa del welfare aziendale e la mancanza di prospettiva di crescita diminuiscono le risorse personali del lavoratore facendolo entrare nella spirale dello stress. Al convegno dell'Università Europea è stato dunque indicato come sia importante valorizzare il "fattore umano", cuore della psicologia del lavoro e anima delle organizzazioni. Inoltre è stata presentata una ricerca riguardante più di 1000 rapinati in centinaia di banche e lo stress lavoro-correlato in 6000 bancari. Questa analisi si è focalizzata non soltanto sugli effetti di episodi violenti nell'insorgere di disturbi psicologici (il più famoso il Disturbo post-traumatico da stress) ma anche sugli effetti negativi sull'organizzazione - Business@Health. Il campione di 1000 rapinati in banche di tutta Italia manifesta alcune problematiche di salute mentale che sembrano tuttavia attenuarsi con il tempo. L'insoddisfazione lavorativa, invece, con il passare tempo, cresce e rischia di contagiare negativamente i lavoratori tutti. Da qui la necessità di prevenire la violenza ma anche intervenire nei casi di aggressione non solo fisica, ma anche psicologica. Il Laboratorio ad hoc avviato dall'Università Europea si propone di definire, costruire e validare modelli di predizione dell'eccellenza organizzativa capaci di tenere in considerazione, a 360 gradi, la salute dei lavoratori. L'obiettivo è quello di favorire la creazione e lo sviluppo di ambienti di lavoro sicuri, motivanti e con prestazioni di ottimo livello.
0000737964- Messaggi : 9
Data d'iscrizione : 13.04.16
stress da lavoro correlato
A proposito dell'argomento riguardante lo STRESS LAVORO CORRELATO, a partire da Gennaio 2011 è divenuto obbligatorio per le aziende italiane effettuare la valutazione dello Stress Lavoro Correlato.
Era già stato anticipato nel D.Lgs 81/08 (abroga diverse norme, come ad esempio il 626/94, recependone però i contenuti) che si ricollegava esplicitamente all'accordo europeo del 2004, sottoscritto dalle quattro maggiori organizzazioni europee e rivolgeva la sua attenzione alla definizione e allo studio dei criteri di prevenzione di questo rischio e ne inseriva la valutazione.
Successivamente è stato imposto l'obbligo per i datori di lavoro di ripetere la valutazione con una frequenza non inferiore ai tre anni, salvo che gli esiti precedenti non indicassero situazioni di disagio che richiedevano un intervento più tempestivo e ravvicinato.
Anche a livello di comunità europea è alta l'attenzione nei confronti di questi rischi emergenti, infatti sono state fatte indagini per identificare e monitorare la situazione e i disagi che derivano dai rischi psicosociali (come lo stress o la violenza nei luoghi di lavoro), ma sono anche stati dati strumenti utili a valutare e adottare misure preventive o correttive (es: EU-OSHA).
Il processo di valutazione del rischio deve partire dall'identificazione delle fonti di stress nel luogo di lavoro, utilizzando degli indicatori opportuni e idonei.
Ad oggi sono state prodotte diverse linee guida per la valutazione aziendale del rischio connesso allo stress lavoro correlato e a mio avviso è opportuno che la valutazione non venga fatta a livello individuale di un singolo lavoratore ricercando solo in esso situazioni di stress, ma che l'indagine venga eseguita in modo più esteso, analizzando i vari reparti aziendali, identificando quindi “aree di stress” più estese e globali.
Era già stato anticipato nel D.Lgs 81/08 (abroga diverse norme, come ad esempio il 626/94, recependone però i contenuti) che si ricollegava esplicitamente all'accordo europeo del 2004, sottoscritto dalle quattro maggiori organizzazioni europee e rivolgeva la sua attenzione alla definizione e allo studio dei criteri di prevenzione di questo rischio e ne inseriva la valutazione.
Successivamente è stato imposto l'obbligo per i datori di lavoro di ripetere la valutazione con una frequenza non inferiore ai tre anni, salvo che gli esiti precedenti non indicassero situazioni di disagio che richiedevano un intervento più tempestivo e ravvicinato.
Anche a livello di comunità europea è alta l'attenzione nei confronti di questi rischi emergenti, infatti sono state fatte indagini per identificare e monitorare la situazione e i disagi che derivano dai rischi psicosociali (come lo stress o la violenza nei luoghi di lavoro), ma sono anche stati dati strumenti utili a valutare e adottare misure preventive o correttive (es: EU-OSHA).
Il processo di valutazione del rischio deve partire dall'identificazione delle fonti di stress nel luogo di lavoro, utilizzando degli indicatori opportuni e idonei.
Ad oggi sono state prodotte diverse linee guida per la valutazione aziendale del rischio connesso allo stress lavoro correlato e a mio avviso è opportuno che la valutazione non venga fatta a livello individuale di un singolo lavoratore ricercando solo in esso situazioni di stress, ma che l'indagine venga eseguita in modo più esteso, analizzando i vari reparti aziendali, identificando quindi “aree di stress” più estese e globali.
0000687434- Messaggi : 18
Data d'iscrizione : 31.03.16
Re: Prevenzione infortuni sul lavoro
Sul tema della prevenzione degli infortuni e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro è interessante questo progetto portato avanti da alcuni sindacati dell’edilizia, in particolare la Filca-Cisl, che riportando cosi l'attenzione del mondo politico e imprenditoriale su un problema sempre attuale.
L'idea è dio creare una sorta di "patente a punti" per le imprese come quella che oggi hanno gli automobilisti.
La patente a punti verrebbe rilasciata dalle Camere di Commercio e gestita dagli enti bilaterali, si parte con 20 punti e subito dopo entrano in funzione meccanismi di premialità a fronte di comportamenti virtuosi e invece di penalizzazione in caso contrario. Un incidente mortale comporta 10 punti in meno. Oltre al meccanismo della sottrazione di punti le aziende scorrette verrebbero punite di fatto con un rincaro dei premi assicurativi Inail e con il giudizio negativo degli enti appaltanti che potrebbero escludere dalle gare le imprese a punteggio più basso.
Credete che potrebbe essere uno strumento efficace per responsabilizzare maggiormente le imprese su un tema cosi importante?
L'idea è dio creare una sorta di "patente a punti" per le imprese come quella che oggi hanno gli automobilisti.
La patente a punti verrebbe rilasciata dalle Camere di Commercio e gestita dagli enti bilaterali, si parte con 20 punti e subito dopo entrano in funzione meccanismi di premialità a fronte di comportamenti virtuosi e invece di penalizzazione in caso contrario. Un incidente mortale comporta 10 punti in meno. Oltre al meccanismo della sottrazione di punti le aziende scorrette verrebbero punite di fatto con un rincaro dei premi assicurativi Inail e con il giudizio negativo degli enti appaltanti che potrebbero escludere dalle gare le imprese a punteggio più basso.
Credete che potrebbe essere uno strumento efficace per responsabilizzare maggiormente le imprese su un tema cosi importante?
0000724171- Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 30.03.16
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