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Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani

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Annarita19
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Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani Empty Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani

Messaggio  0000726097 Ven Apr 29, 2016 12:36 pm

La Nerogiardini, azienda marchigiana produttrice di scarpe, accessori e abbigliamento, è molto impegnata nel campo sociale. Guardando sul sito ufficiale sono venuta a conoscenza in particolare di un' iniziativa ammirevole soprattutto in considerazione della crisi occupazionale che ormai da anni purtroppo affligge il nostro paese, con la conseguenza che poche opportunità lavorative molto spesso vengono offerte ai più giovani. Riporto fedelmente quanto letto: "Da sempre attenta alla valorizzazione del territorio locale e alla formazione dei giovani, NeroGiardini ha istituito un corso di formazione professionale triennale per Operatore per la Calzatura insieme al Centro Formazione Professionale “Artigianelli” dell’Opera Don Ricci di Fermo. Interamente finanziato dall’azienda di calzature, è rivolto a ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni e ha l’obiettivo di creare personale qualificato da inserire all’interno dell’azienda. Il corso, che integra l’area tecnica professionale con altre 4 aree di riferimento, quali linguistica, scientifica, socio-storico-economica e tecnologica, fornisce una formazione completa, è finalizzato all’occupazione, e si pone l’obiettivo di creare personale qualificato da inserire all’interno delle aziende calzaturiere che fanno parte del gruppo NeroGiardini, offrendo così un’opportunità concreta per i ragazzi in età scolare e valorizzando il settore calzaturiero locale, icona del Made in Italy nel mondo, concreto per valorizzare il sapere artigiano e territoriale, che sono alla base del made in Italy di successo. La qualifica di “Operatore della Calzatura” che gli studenti conseguiranno a conclusione dei tre anni di studi, sarà riconosciuta sia a livello Regionale che, soprattutto, a livello Europeo. I ragazzi durante l’iter didattico matureranno dei crediti che permetteranno di ricevere tale riconoscimento. Tutto questo, costituirà certamente una valida alternativa al vuoto di opportunità occupazionali che affligge il nostro Paese. I tecnici istruiti in collaborazione con il Centro Artigianelli dell’Opera Don Ricci di Fermo, una volta terminato il percorso di formazione potranno infatti trovare impiego all’interno dell’azienda amministrata da Enrico Bracalente, che dimostra così di non voler abbandonare l’Italia per altri siti produttivi, magari esteri, dove la manodopera costa certamente meno. Un modo concreto per valorizzare il sapere artigiano e territoriale, che sono alla base del made in Italy di successo".

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Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani Empty Re: Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani

Messaggio  0000624438 Ven Apr 29, 2016 1:38 pm

Essendo marchigiana ero già a conoscenza di come la NEROGIARDINI fosse impegnata nel sociale, però questa loro particolare iniziativa mi è nuova. Nerogiardini si impegna molto nelle politiche di RSI e, facendo un giro on line, ritengo molto interessante quanto letto nel sito ufficiale dell'azienda in merito ad iniziative volte ad incentivare la formazione dei giovani lavoratori attraverso veri e propri percorsi formativi ricchi di significativi spunti per qualificarsi sempre di più. Mi viene spontaneo sperare che molte altre aziende prendano ad esempio l'impegno dell'azienda Nerogiardini!

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Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani Empty Bulgari investe nella formazione dei giovani

Messaggio  /0000723545 Ven Apr 29, 2016 6:06 pm

L'iniziativa di Nerogiardini, che ha deciso di avviare progetti volti a investire nella formazione dei giovani, è certamente lodevole e segno di un impegno sociale concreto. Navigando in rete ho scoperto che anche Bulgari, azienda italiana attiva soprattutto nel settore del lusso (gioielleria, orologeria etc.), ha deciso di investire nella formazione dei giovani. Nel distretto orafo Valenzano Bulgari ha lanciato un programma di formazione per giovani artigiani, in collaborazione con il Consorzio per la formazione professionale For. Al., scuola storica del Valenzano. Nello specifico sono stati avviati due corsi: uno per orafo progettista e l'altro per tecnico design. I corsi sono stati svolti nel 2013 e vi hanno partecipato cento ragazzi, per cui c'è stata la possibilità successivamente di fare degli stage in azienda.
Come sostenuto da Eleonora Rizzuto, responsabile della Csr in Bulgari, questo progetto ha costituito un valido modello di formazione perché ha coinvolto un'azienda, che è intervenuta mettendo a disposizione le proprie professionalità, e una scuola, che invece conosce il territorio e le sue esigenze e potenzialità.
È più recente la notizia che Bulgari, oltre a questa iniziativa, ha deciso di costituire a Valenza la nuova Manifattura di gioielleria, la più grande in Europa, la cui inaugurazione è prevista nella seconda metà del 2016. La Manifattura prevede di assumere circa 300 persone e sarà costruita con tecnologie innovative e nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale. Inoltre è prevista la nascita della Bvlgari Academy, un istituto di formazione all'interno del sito che permetterà di accogliere in stage gli studenti provenienti dalle scuole.

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Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani Empty Perche’ nel nostro Paese le aziende investono poco in formazione professionale e in corsi di aggiornamento?

Messaggio  Annarita19 Ven Apr 29, 2016 6:20 pm

Articolo che parla di risultati contrapposti a quelli mossi da NEROGIARDINI e BULGARI.
[Da anni nel nostro Paese non si riconosce la formazione professionale come prioritaria, e soprattutto un importante valore aggiunto per dipendenti e aziende.
Negli ultimi anni sono stati stanziati molti milioni di euro a sostegno di programmi di formazione, ma programmi generali, generici, che non sono stati adeguatamente seguiti, senza docenti specializzati, e nessuno di questi ha portato a dei risultati veramente concreti.
In Italia secondo gli ultimi dati Istat solo il 25% delle imprese sostiene corsi di formazione nella propria azienda, e questi di solito riguardano nella quasi totalità i giovani e i neo-assunti, mentre la percentuale diminuisce notevolmente per i corsi di formazione e di aggiornamento che riguardano i lavoratori over 40/50 e i part-time; a fronte del 60% della media europea, con delle punte dell’80%, in Germania e in Danimarca, per i Paesi Europei erogare formazione sarà il futuro, oltre a rappresentare gia’ il presente. E’ necessario per questo che l’Italia si adegui per non trovarsi inadeguata nel mercato europeo.
La Formazione , rappresenta un grande costo per un azienda. Costi per la sede dove tenere i corsi, per i docenti e per i partecipanti, lavoratori che lasciano la loro postazione di lavoro per seguire il corso che spesso non coincide con il posto di lavoro, per cui costi di trasferta e di soggiorno, ma la formazione comunque rappresenta una grossa opportunità di aggiornamento e di confronto per tutto il personale interessato.
Certo parlare oggi di formazione, in cui il nostro paese è investito da una grave crisi economica che ha costretto molte aziende a mettere in Cassa Integrazione o a licenziare i propri dipendenti può apparire un’assurdità, ma non è cosi’, la formazione, l’aggiornamento, che deve essere costante, puo’ rappresentare un’arma vincente per fronteggiare la crisi, personale preparato, e all’avanguardia rende un’azienda concorrenziale e competitiva sul mercato, consentendo nuove figure professionali.
Organizzare corsi di lingua inglese, conoscere i piu’ aggiornati sistemi operativi, conoscere internet e le sue potenzialità in termini di comunicabilità, rende anche i dipendenti, non più giovani ad essere aggiornati a poter ricoprire posizioni nuove, ad essere più motivati e più competitivi.
La scarsa propensione all’aggiornamento e alla formazione professionale è un grosso limite della classe dirigente italiana, la carenza di formazione è impressionante a tutti i livelli: impiegati, quadri e dirigenti.

Perché in Italia la formazione funziona poco :
1. Il tasso di scolarizzazione, è ancora al di sotto della media degli altri paesi europei;
2. Per la mentalità italiana la formazione è un momento di non lavoro, di svago, di vacanza e non un occasione per migliorare le proprie capacità professionali;
3. La poca convinzione del management di investire capitali per una buona e soddisfacente formazione professionale.

Un esempio: il modello francese
La Francia è diventata leader nella formazione della classe dirigente, superando dopo anni gli Stati Uniti, leader nel settore.
La strategia francese in termini di formazione è molto forte, è fatta di dipartimenti che si occupano esclusivamente di relazioni con le imprese all’interno delle scuole, e in Francia le aziende che investono in formazione hanno una deduzione fiscale di circa del 60%.

Negli ultimi anni sono stati introdotti, in molte aziende le formazioni on-line, che potrebbero abbattere molte spese sostenute dalle aziende, ma per essere efficaci questi corsi devono avere determinati requisiti fondamentali:
- devono esserci delle aule preposte a tale formazione
- i fruitori di un corso on-line devono avere una certa dimestichezza con internet
- un approccio positivo di auto-apprendimento,
se ci sono tutti questi requisiti allora un corso on-line può essere efficace, anche se non si può eliminare del tutto la formazione in aula, un occasione di confronto tra i partecipanti stessi e tra loro e i docenti.

Le innumerevoli ricerche sul rapporto tra investimenti, produttività e formazione, hanno dimostrato al di là di qualsiasi dubbio, che le imprese che investono in formazione raggiungono risultati migliori di quelle che non la fanno, per un’azienda è fondamentale oggi investire nella crescita professionale dei suoi dipendenti, ciò equivale a far crescere e maturare l’azienda stessa, e creando la possibilità di migliorare, comprendere, e implementare nuove tecnologie, per offrire ai clienti prodotti nuovi, più innovativi, nuovi servizi o rendere più efficenti e più competitivi quelli già esistenti.]

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Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani Empty Giovani e futuro

Messaggio  0000725533 Sab Apr 30, 2016 5:28 pm

L'iniziativa di Nero Giardini sicuramente merita plausi ed inchini. In un mercato del lavoro come quello italiano, quasi immobile, (per non dire statico completamente!), operazioni a lungo termine come questa, rappresentano sicuramente un tentativo di controtendenza rispetto all'economia nostrana. Mi piacerebbe soffermarmi sul fatto che sia un'azienda, in quanto tale, ad attuare il progetto stesso. Veniamo da esperienze quali "Garanzia Giovani", che in tutto sono riuscite, tranne nell'intento finale: creare occupazione giovanile. Inoltre, in una nazione come la nostra, dove la carenza dell'area tecnico-professionale delle nostre scuole superiori, è tra le cause dello staticismo del nostro mercato, operazioni come queste, meritano un risalto particolare. Ancora, penso che questo sia un tentativo di colmare quel gap, sempre più accentuato, tra scuola ed impresa, (in fin dei conti, l'alternanza scuola-lavoro, solamente di recente è stato oggetto di legislazione).  E' un ritorno alle origini, quando la formazione specialistica di un particolare settore, veniva praticata all'interno dell'azienda stessa, e all'imprenditore in quanto tale, spettava il compito di far accedere i giovani nelle proprie strutture. Investire sui giovani è sempre ricetta vincente, e potenziare le loro capacità, è sinonimo di futuro. Auspico che l'iniziativa di NeroGiardini non rimanga isolata, anzi, che sia stimolo anche per tanti altri imprenditori italiani, a valorizzare i cittadini più giovanI!

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Messaggio  746267 Dom Mag 15, 2016 1:46 pm

Non ero a conoscenza di questa iniziativa intrapresa da Nerogiardini, che trovo particolarmente meritevole, soprattutto in considerazione del pressante problema della disoccupazione che investe oggi il nostro Paese, e che riguarda in particolar modo il settore giovanile. Oggi, infatti, è sempre più difficile riuscire ad imbattersi in un'azienda che decida di puntare sui giovani, nonostante questi siano privi di esperienza, come ha fatto invece Nerogiardini che ha istituito invece un corso di formazione professionale triennale, interamente finanziato da essa, rivolto a ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, proprio con l’obiettivo di creare personale qualificato da inserire all’interno dell’azienda.
Il corso si pone l’obiettivo di creare personale qualificato da inserire all’interno delle aziende calzaturiere che fanno parte del gruppo NeroGiardini, offrendo così un’opportunità concreta per i ragazzi in età scolare e valorizzando il settore calzaturiero locale, icona del Made in Italy nel mondo, al fine di valorizzare il sapere artigiano e territoriale, da sempre alla base del made in Italy di successo.
L'aspetto particolarmente interessante di questa iniziativa intrapresa è che la qualifica di “Operatore della Calzatura”, che gli studenti conseguiranno a conclusione dei tre anni di studi, sarà riconosciuta sia a livello Regionale che, soprattutto, a livello Europeo. Tutto questo costituirà certamente una valida alternativa al vuoto di opportunità occupazionali che affligge il nostro Paese.
Mi auguro fortemente che questa iniziativa possa rappresentare un incentivo per tante altre aziende, in modo da contribuire quantomeno alla riduzione del problema della disoccupazione giovanile.

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Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani Empty Re: Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani

Messaggio  0000723848 Dom Mag 15, 2016 5:57 pm

In ambito di formazione professionale, si è indubbiamente distinta la s.r.l. campana "E.FOR.PRO.", il cui progetto mira sin dal momento della sua nascita nel 2014 all'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, in collaborazione con le aziende locali.
Nello specifico, tale impresa ha tracciato un percorso formativo volto alla crescita della persona dal punto di vista sociale e all'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, operando al servizio di aziende private e amministrazioni pubbliche per la progettazione, gestione, amministrazione e rendicontazione di interventi formaivi finanziati e/o co-finanziati da Fondi Strutturali e/o altre forme di finanziamento pubblico.
L'erogazione dei corsi formativi viene svolta in una struttura dotata delle più moderne teccnologie didattico-formative per la formazione d'aula specifica, di laboratori tecnico-pratici attrezzati e con docenti e tutor altamente specializzati, che non si limitano alla tradizionale lezione frontale, ma adottano metodi pedagogici all'avanguardia, quali la didattica individualizzata e quella per competenze che favoriscono l'apprendimento di giovani e adulti e ne monitorano costantemente i risultati.
Inoltre, è possibile conseguire certificazioni regionali, corsi di laurea, master, perfezionamenti e corsi di alta formazione, essendo l'impresa riconosciuta come E-learning Center Point dell'Università Telematica Pegaso. L'offerta formativa prevede anche la possibilità di seguire corsi di lingua straniera e di informatica avanzata, con relative certificazioni finali dotate di validità legale. Uno dei punti di forza risiede nel campo della preparazione ai concorsi della Pubblica Amministrazione ed all'accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso, insieme alla preparazione al concorso a cattedre per le scuole pubbliche di ogni ordine e grado.
La E.FOR.PRO., a detta del Dott. Valerio Pirozzi, amministratore della società, ha brillantemente raggiunto l'obiettivo di orientare, informare e formare per tutto l'arco della vita produttiva e professionale della persona e si propone al contempo di sviluppare in maniera costante e continuativa il proprio settore ricerca e sviluppo al fine di diventare sul proprio territorio leader nell'offerta di prodotti formativi.

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Nerogiardini: azienda italiana che investe nella formazione dei giovani Empty La formazione dei lavoratori in Italia

Messaggio  0000593160 Lun Mag 16, 2016 9:49 am

In merito all'argomento sulla formazione dei lavoratori, sopratutto dei giovani, volevo portare alla luce una ricerca condotta in Italia. Nel nostro Paese meno di un quinto delle aziende investe nella formazione dei lavoratori. E negli ultimi anni il numero degli italiani in età lavorativa (tra i 25 e 64 anni) coinvolti in attività di formazione è sceso al di sotto del 6%, una soglia ben lontana dalla media europea del 9% e dall’obiettivo UE del 15% entro il 2020.
Certo, prima della crisi qualche passo in avanti era stato compiuto. Stando all’indagine Isfol 2013 in materia di formazione aziendale, tra il 2005 e il 2010 la percentuale di imprese italiane con 10 o più addetti che hanno svolto attività di training è passata dal 32,2% al 45,1%: un miglioramento significativo, pari al +13% circa nell’arco di 4 anni.
Il dato, però, è solo in parte positivo. Nella maggior parte dei casi, infatti, le aziende si limitano ad adempiere agli obblighi di legge in materia di formazione sulla sicurezza e la salute nel lavoro. Le ultime rilevazioni Isfol lo confermano: già nel 2009 (ed è probabile che ora, con la crisi, la situazione sia peggiorata ulteriormente) i temi relativi alla protezione dell’ambiente, alla sicurezza sul lavoro e alle altre modalità formative realizzate in quanto obbligatorie per legge rappresentavano il 25,6% delle ore di corso totali.
Tagliare gli investimenti in formazione è semplice, più semplice che non cercare di recuperare risorse da altri settori core del business. E in molti settori il dilagare della disoccupazione anche tra i professionisti senior rende più facile, per i recruiter, cercare risorse qualificate senza doverle strappare a suon di bonus e maggiorazioni di stipendi dai competitor. Per non parlare dei giovani: sempre più facile trovarne di iper-preparati, con numerosi stage alle spalle, e magari master o corsi di formazione pagati di tasca propria. La somma delle circostanze induce in tentazione molte aziende. Perché prendersi il disturbo di formare internamente i nuovi dipendenti, con un investimento in termini di tempo e denaro, quando si possono assumere figure già qualificate e risparmiare risorse preziose?
Come spesso accade, la strada più comoda nasconde delle insidie. E il risparmio si rivela solo apparente. Una ricerca condotta da Asfor e dal Centro universitario di organizzazione aziendale (Cuoa) quantifica i benefici dell’investimento in formazione hr, soprattutto a livello manageriale. Stando all’indagine, le aziende che nel pieno della crisi (tra il 2007 e il 2010) non hanno effettuato alcun piano di formazione di quadri e dirigenti hanno perso l’8% del fatturato. In altre parole, i responsabili del business che non si sono aggiornati, che non sono stati capaci di competere su un mercato sempre più aggressivo, hanno perso quote di mercato. Viceversa, chi ha partecipato a corsi strutturati è stato in grado di sfruttare il vantaggio competitivo derivante dalla formazione in misura più che proporzionale, aumentando i ricavi anche di un terzo rispetto al periodo precedente.
Una conferma arriva da Renato Votta, esperto di formazione, che sostiene: «Per le aziende che si trovano in mercati difficili, aggressivi, focalizzati sull’innovazione, la formazione e la motivazione delle risorse umane è un’esigenza fondamentale», e continua: «Lo vedo anche come consulente: le imprese che hanno accusato di più la crisi sono quelle che non hanno accelerato gli investimenti in quest’ambito. O hai le competenze giuste, e uno stile di gestione innovativo, o non vai da nessuna parte».
Le grandi imprese lo hanno capito da tempo. «Nel 2010 ho partecipato a un’indagine della società di consulenza e formazione Metaphora, in cui chiedevamo ai direttori del personale di alcune grosse aziende di Bolzano che tipo di lavoratori cercassero. La risposta ci ha sorpreso: molti responsabili prediligevano, come criterio di recruiting, le soft skill e le competenze personali alle conoscenze tecniche. Senso di responsabilità, iniziativa, autonomia non si possono insegnare; per tutto il resto, la formazione interna è in grado di supplire alle eventuali carenze. La formazione deve essere mirata e coerente con le esigenze dell’azienda. Se ho un giovane che deve lavorare a un macchinario, mi servirà sicuramente un piano di training e affiancamento per renderlo in grado di operare al meglio nella sua mansione. Ma le aziende evolute vanno oltre, e gestiscono anche i piani di carriera futuri. Così lo stesso giovane, selezionato in base alle attitudini personali e messo alla prova con le prestazioni sul campo, può essere formato per diventare capo reparto e poi, in futuro, dirigente dell’azienda».
Proprio la capacità di risolvere problemi attraverso la ricerca di soluzioni, le competenze manageriali e quelle relative all’informatica di base e alle lingue straniere sono considerate meno importanti.
Certo, i costi sono un deterrente. L’indagine Isfol 2013 rileva che, nel 2009, le attività formative sono costate alle imprese italiane circa 3,6 miliardi di euro, con un costo medio pari a 58,3 euro per ogni singola ora di costo. Ma il gioco vale la candela, soprattutto in prospettiva. Se si taglia oggi sulla formazione dei giovani professionisti, verrà a mancare un’intera classe di lavoratori in grado di sostituire degnamente, un domani, i manager e i dirigenti italiani attuali. Allora sì,la contingenza negativa diventerebbe una crisi di sistema. E sarebbe troppo tardi per rimediare.

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