Regione Toscana e RSI

Spesso si ritrovano riportate, qua nel forum ma anche dai media, le iniziative di aziende private per quanto concerne l'R.S.I. , la Responsabilità Sociale dell'Impresa. Invece poco spesso vengono pubblicizzate le iniziative istituzionali. Volevo portare alla vostra attenzione che la regione Toscana, con la legge regionale 17/2006 "Disposizioni in materia di responsabilità sociale delle imprese" ha inserito l' RSI tra i principi fondamentali sanciti dallo statuto regionale. Non solo, la Toscana si impegna a favorire "... uno sviluppo fondato sulla non discriminazione, la promozione delle pari opportunità, la valorizzazione delle persone, la coesione sociale e territoriale e ne promuove l'attuazione ed il rispetto attraverso la diffusione di una cultura della responsabilità sociale." , come recita l'Art. 1.

Volevo inserirvi il link che portava al testo di legge ma il forum non me lo permette, accidenti. Se digitate legge regionale 17/2006 toscana lo trovate subito.

La legge prevede inoltre un coinvolgimento diretto della Regione in iniziative di informazione, comunicazione, promozione e partecipazione che assicurano la diffusione tra le organizzazioni e i cittadini, degli strumenti che favoriscono una maggiore conoscenza e sensibilità rispetto alle tematiche relative alla responsabilità sociale. Queste iniziative prevedono bandi, concorsi di idee, accordi e protocolli d'intesa, oltre a misure di agevolazione.

Promuove inoltre l'idea che la realizzazione di pratiche di responsabilità sociale porti miglioramenti continui all'interno dell'azienda (nella gestione dei lavoratori) e all'esterno (nella gestione delle relazioni con gli stakeholder) perché induce e consolida la coesione sociale nei territori.  Al 31 dicembre 2007 le aziende toscane che hanno ottenuto la certificazione sociale con lo standard SA8000 sono 186, mentre altrettante circa hanno avviato la procedura. La Toscana è così la prima regione in Italia per imprese certificate (186 imprese su 576 pari al 32%) e al mondo (186 imprese su 1315, il 14%).
Le imprese si certificano per "una maggiore soddisfazione e motivazione dei lavoratori"; per "la tutela del marchio e della reputazione aziendale"; perché si ritiene che il poter garantire l'eticità della produzione possa accrescerne il valore; per migliorare i sistemi di gestione interna e per la diffusione e circolazione delle informazioni. Si trova la prevalenza di contratto di lavoro subordinato, nel 89% dei casi, e uno scarso ricorso al lavoro atipico.

Con questi dati, non si può dire che le iniziative toscane siano prive di risultati e per questo devono essere elogiate e prese d'esempio.
Siete a conoscenza se altre regioni hanno iniziative simili o promuovono l'RSI in modo assimilabile alla Regione Toscana?

Anche la Regione Emilia Romagna, in attuazione della L.R. n. 14 del 18 luglio 2014 ed in coerenza con gli indirizzi dell’Unione europea, nonché dei propri Programmi per le Attività Produttive, la Ricerca e il Trasferimento Tecnologico, la propria Legge Regionale n. 6/2014 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”, promuove e diffonde la cultura della responsabilità sociale d’impresa e l’impresa sociale sostenendo progetti che coinvolgano le imprese di qualunque settore produttivo, ma anche le parti sociali, gli enti che operano per la promozione della responsabilità sociale.
La Regione, inoltre, al fine di dare visibilità e diffusione delle buone pratiche attivate sul territorio regionale, e nel rispetto dei principi della “Carta dei principi di responsabilità sociale d’ impresa”, intende premiare interventi di responsabilità sociale promossi sul territorio da Imprese, Associazioni no profit, Consorzi di imprese, Reti formalizzate tra imprese, Comuni, Città Metropolitana e Unione di Comuni dei quali sia apprezzabile l’impatto in termini di risultati raggiunti e di benefici prodotti. La Regione, attraverso tale iniziativa, intende diffondere le buone pratiche adottate in materia di responsabilità sociale d’impresa, sostenerne lo sviluppo, il consolidamento e la diffusione sul territorio.
In considerazione dei suddetti obbiettivi è stato bandito il premio ER.RSI, un concorso per premiare esperienze significative di responsabilità sociale, promosse sul territorio regionale ed il cui obiettivo è proprio quello di dare visibilità e favorire processi di contaminazione e diffusione delle buone pratiche prodotte, incentivare processi di replicabilità e moltiplicazione delle esperienze anche in una logica di consolidamento dei buoni esiti prodotti dagli interventi sulle imprese, sui dipendenti, sulla comunità ed il contesto territoriale.
Tra gli istituti vincitori troviamo Impronta Etica (associazione no profit), la quale ha elaborato il progetto  "Laboratorio con i Soci sulla valutazione dell’impatto sociale sul territorio", nato con l’obiettivo di supportare le imprese socie nel rafforzare un approccio strategico e competitivo con il territorio e per stimolare azioni e percorsi interni all’azienda volti a migliorare la gestione e la consapevolezza del proprio impatto sociale sul territorio.

volevo segnare le iniziative assunte dalla mia regione:la Puglia.Essa,anche se non ha ancora approvato una legislazione regionale organica in tema di RSI si è sempre mostrata sensibile al tema.
Riguardo alla regione Puglia,in particolare,si possono segnalare:

- strumenti di regolazione del mercato del lavoro e di promozione delle pari opportunità,come la legge regionale 7/2007 "Norme per le politiche di genere e la conciliazione vita – lavoro in Puglia",la quale si basa su 3 strumenti:
1)il Rapporto annuale sulla condizione delle donne in Puglia,
2)il Bilancio di genere
3)l'Osservatorio sulla comunicazione di genere;

- politiche di sostegno alle imprese a principi di integrità e trasparenza e iniziative in tema di politiche sociali tese a garantire i diritti dei cittadini e dei consumatori mediante il "Programma Operativo Regionale plurifondo 2014-2020".

- politiche di conciliazione vita-lavoro per migliorare la qualità della vita privata e della vita lavorativa:si possono segnalare a questo proposito i "Patti sociali di genere",i quali, "rappresentano uno degli esperimenti più interessanti delle politiche territoriali avviate in Italia a partire dalla seconda metà degli anni novanta.
Sono accordi territoriali fra istituzioni, imprese private, organizzazioni sindacali e imprenditoriali, sistema scolastico per promuovere la sperimentazione di formule di organizzazione del lavoro orientate alla conciliazione vita – lavoro e all'equa distribuzione del lavoro di cura tra i sessi".

-politiche volte al superamento delle discriminazioni di genere in ambito lavorativo (gap salariali,percorsi di carriera,ecc):la stessa legge regionale 7/2007,in attuazione agli indirizzi comunitari e nazionali volti al perseguimento degli obiettivi di pari opportunità nei contesti organizzativi dell'amministrazione pubblica,ha predisposto a tal proposito il "Piano triennale di Azioni positive",rivolto ai dipendenti di ambo i sessi della Regione e che contiene misure di RSI dell'ente con riferimento agli obiettivi regionali.

La Puglia,inoltre,è stata la prima regione del Sud a sottoscrivere un protocollo d'intesa con il PCN per la promozione e la diffusione delle Linee guida Ocse e ha avviato un percorso si a con le amministrazioni che con gli Stakeholder regionali,per giungere a una proposta organica di Piano di Azione Regionale per la promozione della RSI.

A livello regionale vi sono state ulteriori iniziative, in quanto la sensibilità manifestata dalle stesse verso il tema della responsabilità sociale e le numerose e eterogenee esperienze già realizzate singolarmente hanno portato, nel 2012, su proposta di Veneto e Liguria, al lancio del progetto interregionale “Creazione di una rete per la diffusione della responsabilità sociale d’impresa” al quale hanno aderito sedici Regioni italiane. Al progetto hanno aderito il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Ministero dello Sviluppo Economico, da diversi anni impegnati a livello centrale e internazionale nel promuovere e favorire la condotta responsabile delle imprese,e l’INAIL, che ha realizzato numerose iniziative e messo a disposizione incentivi in materia di responsabilità sociale e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il progetto interregionale si è posto come obiettivo generale l’aumento della diffusione della responsabilità sociale tra le imprese attraverso il rafforzamento dell’azione di coordinamento e scambio tra PA e, in linea con questo obiettivo, i partner hanno ritenuto fondamentale inserire una linea di attività specificatamente dedicata alla definizione di indicatori condivisi per uniformare le modalità di valutazione della responsabilità sociale.