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CSR volontaria nel sistema bancario?

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CSR volontaria nel sistema bancario? Empty CSR volontaria nel sistema bancario?

Messaggio  0000730354 Mar Apr 12, 2016 8:45 am

La gestione dell'impresa tendeva, soprattutto nel XX secolo, a prediligere istanze di sopravvivenza nel mercato e massimizzazione nel profitto; oggi invece, proprio in virtù della concettualizzazione della Corporate Social Responsibility e della sua incidenza sul piano normativo, la valutazione dell'imprenditorato comporta un giudizio complessivo, che implica aspetti finanziari e non. La Corporate Financial Performance (CFP) è dunque, dal punto di vista esterno, paritetica rispetto alla Corporate Social Performance (CSP).
Riferendomi all'articolo "The Role of Banks in Corporate Social Responsibility" di Shirley Yeung della Hang Seng School Of Management, vorrei introdurre una discussione sull'applicabilitá in concreto e in astratto della CSR al sistema bancario.
Secondo Yeung, non è sufficiente che una pratica bancaria sia legittima dal punto di vista normativo, essa lo deve essere anche dal punto di vista sociale e ciò rispetto all'esigenza di tutela di molteplici elementi: la trasparenza cui il cliente ha diritto, la necessitá di remunerazione dell'affidamento dello stesso, l'imprenscindibilitá dell'arginamento ed ostruzione del rischio sistematico, derivante dal fatto che ciascun operatore di mercato persegue interessi personali.
La dottrina si è interrogata a fondo sul tema, cercando di scovare quali direttrici potrebbero realizzare una piena sovrapposizione tra CFP e CSP nella dimensione concreta.
Particolarmente significativo il contributo offerto da Charles Mcllroy, che si è fatto promotore della necessitá di concretizzazione della CSR nel sistema bancario, con riguardo soprattutto alle seguenti tematiche: prudenza nell'erogazione di mutui e creazione di una riserva legale a fini garantistici per ognuno di essi, necessitá di trasparenza totale nella contrattazione di strumenti finanziari. Egli propone dunque, una riforma del sistema bancario condotta su quattro direttive: "Human Rights", "Environment" (inteso in senso ampio), "Fair operating practices" e "Consumer issues".
Credo che il tema abbia una valenza molto attuale, con riguardo allo scandalo bancario che sta interessando il paese e più da vicino cittá come Vicenza o Arezzo.
Io dunque mi chiedo: sicuramente la volontarietá è intrinseca nel concetto di CSR, come attestato dal Libro Verde, ma non vi sono secondo voi ambiti e settori che per determinate ragioni qualitative (come ad esempio la contiguitá tra risparmio ed investimento) e quantitative (la dimensione del fenomeno bancario), necessiterebbero di una deroga a tale elemento strutturale, in favore di una resa in senso normativo della responsabilitá sociale corredata di un controllo sull'attuazione?

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CSR volontaria nel sistema bancario? Empty Re: CSR volontaria nel sistema bancario?

Messaggio  0000726825 Mar Apr 12, 2016 6:02 pm

Il sistema bancario è indubbiamente il motore dell’economia: è attraverso le banche che le imprese (soprattutto nel nostro paese dove è preponderante il ricorso al capitale di debito) possono accedere alle risorse economiche necessarie per le spese produttive e dell’attività in generale, ed è sempre attraverso il sistema bancario che le famiglie e le coppie (ahimè sembrerebbe sempre più difficilmente) possono accedere a mutui per realizzare quelli che sono i loro progetti di vita come casa, auto…
Quindi idealmente il sistema bancario, anche per le caratteristiche giustamente elencate (contiguità risparmio e investimento; ampiezza del fenomeno) dovrebbe assolvere a una funzione più etica, di progresso per la società in generale piuttosto che una funzione più marcatamente volta al profitto.
Va detto a questo proposito che nel mondo bancario ci sono stati clamorosi esempi anche in anni recenti di tale dinamica volta al profitto, più o meno ai limiti della legalità: si pensi per esempio ai mutui sub-prime, prestiti bancari concessi a persone che non erano obiettivamente in grado di onorarli e che e che erano costretti a dare in garanzia il bene acquistato (magari una casa che finivano poi col perdere) e che venivano fatti perché, comportando più rischi erano più profittevoli (tasso d’interesse più elevato, così come premi più alti..).
Ma naturalmente gli esempi potrebbero moltiplicarsi.
Per quanto riguarda l’estensione della RSI a questo tipo di attività con un carattere di obbligatorietà, a mio avviso il discorso è diverso rispetto a quello da fare delle imprese:  le imprese sono volte per lo più (salvo alcuni tipi specifici) a realizzare profitto in un ‘ottica di interesse privato e quindi è possibile una concezione più ortodossa della RSI (legata alla volontarietà),sebbene questo tipo di iniziative vada sempre, a mio dire, incoraggiata. Invece le banche hanno (meglio dovrebbero avere), come asserito all’inizio, una funzione in qualche modo “più pubblica” volta al mantenimento dell’equilibrio finanziario all’ interno di una società.
Pertanto a mio dire potrebbe essere necessaria una qualche applicazione della RSI al settore bancario in una chiave di obbligatorietà che sia anche un primo passo verso l’applicazione di ulteriori controlli piú stringenti controlli a questo genere di attività. Naturalmente prima di fare ciò è necessario che venga garantito l’assoluto rispetto della normativa legale del settore (la quale, in certi casi, viene quantomeno elusa).

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