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Csr? risposta alla Mafia ''Io sto in calabria''

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Messaggio  0000722544 Sab Mag 14, 2016 8:34 pm

Csr per combattere la mafia,questa iniziativa mi ha colpito tantissimo ed è per questo che ho deciso di condividerla con voi, per cui riporto l'IMPRESA di Pippo Callippo sintetizzata su un'articolo ritrovato online.

È a capo di una delle più antiche aziende calabresi.
Ha detto no alla ?ndrangheta e per rispondere alle intimidazioni, anziché fuggire, ha fondato "Io resto
in Calabria". Una rete di imprenditori che dimostra come sia possibile fare il proprio mestiere senza compromessi
Pippo Callipo vive tra Pizzo Calabro e Tropea. Suo malgrado è diventato famoso, più che per i suoi prodotti, per la strenua resistenza a ?ndrangheta e criminalità organizzata che in quel territorio sono una costante quotidiana. Già proprietario della "Callipo Group", gruppo societario formato da sei aziende, rappresenta la quarta generazione dei Callipo che dal 1913 si sono succeduti alla guida della spa di famiglia. Dal 2001 al 2006 è stato presidente della Confindustria calabrese, e in quegli anni il fatto di non scendere mai a patti con un "contesto", direbbe qualcuno, che tanti patti li chiede, è una cosa che non dev'essere piaciuta. Per rispondere alle intimidazioni delle mafie varie, non si è chiuso in un bunker, ma ha dato vita a un'associazione - "Io resto in Calabria" - con cui cerca di mettere in rete coloro che non si vogliono arrendere al malaffare. Un'esperienza che fa dell'esempio virtuoso per i giovani il proprio fiore all'occhiello. E mostra come si possa fare impresa in Calabria e al contempo combattere il crimine organizzato.
Partiamo dall'inizio. Che cos'è "Io resto in Calabria"?
Il nome nasce da un'intervista che ho rilasciato subito dopo l'attentato che ho subito. Un giornalista mi chiese: «Presidente, allora se ne va anche lei?». No, risposi, io resto in Calabria. Non solo, dissi di avere in testa due nuove progetti, da realizzare sempre in Calabria, altro che scappare. E che oggi sono realtà: Callipo Gelateria, che produce gelato semiartigianale, e Popilia Resort, che si occupa di turismo.
In cosa è consistito l'attentato?
È stata un'intimidazione. Hanno sparato sei colpi di pistola contro il portone d'ingresso dello stabilimento dove lavoriamo il tonno.
Cosa vuole fare l'associazione?
L'associazione "Io resto in Calabria" ha uno scopo sociale difficile da sintetizzare. Proviamo così: coinvolgendo i giovani, vorremmo cambiare il sistema clientelare e di comparaggio tipico di questo territorio. Il messaggio che vogliamo far passare è chiaro: non ci arrendiamo. Bisogna combattere, facendo riferimento sempre alle istituzioni e rispettando le regole. Certo è una sfida complessa, ci vuole coraggio. Troppo facile abbandonare la propria terra andando a investire fuori, come hanno fatto in tanti. Per carità, non li critico, ma a tutti dico: adesso il modo di restare c'è.
La sua azienda è quasi centenaria. Cosa significa portare avanti un'impresa per così tanto tempo in questa situazione?
Vuol dire combattere ogni giorno non solo con i problemi della normale gestione societaria, ma anche con tanti "condizionamenti ambientali". Quando si viene avvicinati da qualcuno che offre scorciatoie, bisogna mettersi di traverso e denunciare, subito. È una posizione che paga. Perché si diventa forti e credibili. Si diventa esempi da seguire. Certo, si vive stando all'erta, non si avrà più una vita completamente "libera". Ma c'è la soddisfazione di dire: «Io non ho ceduto alla ?ndrangheta».
L'associazione ha proposto il primo Calabria Day. Di che cosa si tratta?
È un'occasione per mettere insieme aziende virtuose che vivono nella legalità e che danno un esempio positivo. Il messaggio è semplice e rivolto soprattutto ai giovani: in Calabria si può. Si può fare impresa, farlo bene e ottenere anche utili. Rispettando la legge e il lavoro dei dipendenti. Speriamo si riesca ad avviare un network di realtà positive. Vogliamo tornare alla meritocrazia. Qui va avanti solo il figlio della comare, l'amico dell'amico e il parente di quello che conta. Così i calabresi che valgono rimangono tagliati fuori.
E che riscontro ha avuto?
Un successo grandissimo. Sala gremita, mille persone. Studenti, professori, imprenditori e professionisti. Tra le autorità presenti, quello che ho apprezzato più di tutti è stato il procuratore aggiunto alla Direzione antimafia di Reggio Calabria, Michele Prestipino. Una gratificazione enorme averlo lì.
Perché è così importante dare un esempio?
È fondamentale. I giovani non ne possono più di sentirsi dire cosa bisogna fare, e come. I ragazzi vogliono vedere i fatti.
È vero che lei ritiene l'opposizione alla mafia una forma di "responsabilità sociale d'azienda"?
Certo. Quello di fra fronte alla ?ndrangheta, ai suoi favori e alle facilitazioni deve cominciare ad essere la prima responsabilità per ogni imprenditore, quaggiù. Affiliandosi non si hanno problemi, la vita diventa subito più facile: niente controversie o problemi economici. Ma sei una pedina, sei succube. Si diventa prenditori, non più imprenditori. Con la violenza il mafioso, ad esempio, permette di non avere vertenze sindacali. Ma significa anche, nel contempo, l'assoluta mancanza di sicurezza del e sul lavoro.
Questa presa di posizione però è rischiosa. Perché rischiare, rischiare addirittura la vita?
Per amore. Io sono innamorato della Calabria.

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Csr? risposta alla Mafia ''Io sto in calabria'' Empty Manifesto del cittadino consumatore per la legalità e lo sviluppo

Messaggio  0000723074 Sab Mag 14, 2016 9:10 pm

Sono felice di poter affermare di essere una sostenitrice di Addiopizzo e quindi, in risposta al tuo racconto, ti propongo il Manifesto del cittadino consumatore per la legalità e lo sviluppo, che invito tutti a firmare perché è importante sostenere le 1005 imprese che, responsabilmente, hanno reagito alla mafia!
"Cosciente della gravità, della complessità e della capillare diffusione del fenomeno del racket delle estorsioni nella realtà economica e produttiva italiana, ritengo che tutto il tessuto sociale, economico e culturale nel quale agiscono gli operatori economici può e deve esercitare un ruolo attivo nella lotta contro il pizzo;
PERTANTO, IN QUANTO CITTADINO E CONSUMATORE CONSAPEVOLE DEL MIO POTERE E DELLA MIA RESPONSABILITÀ, MI IMPEGNO A SCEGLIERE PRODOTTI E SERVIZI FORNITI DA IMPRENDITORI, ESERCENTI E PROFESSIONISTI CHE NON PAGHINO IL PIZZO O CHE, ESSENDO STATI VITTIME DI RICHIESTE ESTORSIVE, NE ABBIANO FATTO DENUNCIA.
Chiedo altresì che le istituzioni e gli organi di polizia rinnovino l’azione a tutela della sicurezza e dell’attività economica di chi ha avuto il coraggio di denunciare. Sollecito, infine, tutte le forze politiche ad un concreto impegno ed a una maggiore sensibilità verso le problematiche attinenti al racket delle estorsioni".
Oltre a pretendere un comportamento responsabile dagli altri, dovremmo cominciare prima da noi stessi!

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Messaggio  0000722544 Sab Mag 14, 2016 9:42 pm

Grazie Collega, è utile diffondere questi messaggi che anche se pare di andare fuori tema sono molto inerenti alle RESPONSABILITÀ' SOCIALE!

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Csr? risposta alla Mafia ''Io sto in calabria'' Empty Callipo, esempio da emulare

Messaggio  0000722691 Dom Mag 15, 2016 9:32 pm

Cari colleghi vorrei mettere in evidenza come la Callipo Conserve Alimentari SpA non è un esempio da seguire solo per la lotta contro la mafia, ma anche per altre iniziative di responsabilità sociale poste in essere. Nel 2005 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha individuato trenta imprese italiane, che hanno posto alla base delle loro operazioni commerciali una particolare attenzione a tematiche sociali e ambientali, tra queste la Callipo, unica rappresentante calabrese.L’azienda è stata selezionata ed inserita nella pubblicazione edita dal Ministero dal titolo “Responsabilità sociale delle imprese – Esempi di buone pratiche italiane”. La Callipo ha una lunga storia di solidarietà ed impegno nella valorizzazione dei progetti sociali, culturali e associativi del territorio regionale. L’impresa offre borse di studio a giovani calabresi per master e dottorati, finanzia la squadra di pallavolo maschile di Vibo Valentia, la Volley Tonno Callipo, che partecipa da 13 anni ai campionati nazionali di pallavolo. Nel 2009 a fronte di una crescita del fatturato ha diviso tra i suoi dipendenti ben centomila euro. Inoltre, particolare attenzione è posta alla sicurezza e alla salubrità dei luoghi di lavoro attraverso l’adeguamento continuo delle linee di produzione e l’utilizzo di nuove e sempre più sicure attrezzature. L’azienda utilizza fonti di energia rinnovabile. Insomma la Callipo, costituisce un importante punto di riferimento in un territorio così problematico;un esempio che tutte le imprese dovrebbero seguire.

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Csr? risposta alla Mafia ''Io sto in calabria'' Empty La lotta alla mafia è una responsabilità ben più che sociale.

Messaggio  734724 Lun Mag 16, 2016 8:25 am

Quando leggo di queste iniziative e del coraggio di alcuni (molti) imprenditori del Sud Italia mi rendo conto che nel nostro Paese la responsabilità che ognuno di noi ha nella lotta alla mafia va persino oltre la Responsabilità Sociale di un' impresa. Queste persone decidendo di rimanere in Calabria, Sicilia, Puglia o in qualunque altro luogo, nonostante le minacce del cancro mafioso, scelgono di pensare al futuro, non solo della propria azienda, ma di un' intera regione, di un' intera nazione. Alla base dei principi di RSI sta la regolazione dei rapporti con gli stakeholders, con i consumatori, con il territorio. Restando in Italia e combattendo la mafia con l' arma della legalità si guarda non solo al rapporto con i consumatori, ma al rapporto del nostro paese con il futuro, un futuro che si vede sempre più fatto di opportunità, occupazione e sviluppo, perchè no, sostenibile.
Questa responsabilità nei confronti della società non è solo delle imprese che scelgono di intraprendere la dura strada della lotta alla mafia, ma è di tutti noi, di tutti quanti non tollerano che la paura ed il malaffare tengano soggiogata un' intera fetta del Paese, è di tutti noi cittadini che con il nostro supporto dobbiamo aiutare e sostenere quanti hanno detto un chiaro NO alla mafia. Sostegno che non deve necessariamente essere materiale (come nel caso di acquisto di prodotti ad esempio proveniente da terreni o strutture sequestrate alla mafia) ma anche concreto in senso più lato, non lasciando soli ed isolati quanti hanno la forza di ribellarsi. Questa responsabilità tocca tutti noi.

734724

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