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Gucci e RSI

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Regina Dalla Libera
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Messaggio  /0000723545 Mer Apr 13, 2016 3:26 pm

Nel 2004 Gucci si è distinta come una delle prime realtà nel suo settore ad avviare volontariamente un processo di certificazione in materia di Responsabilità Sociale d’Impresa (SA 8000) lungo tutta la sua filiera produttiva.
Gucci si è contraddistinta anche per l'attenzione verso l’ambiente. Nel 2010 l'azienda ha ottenuto la certificazione 14001 ed è stato avviato un programma di iniziative per la progressiva riduzione dell'impatto delle attività dell'azienda sull'ambiente. Sono stati creati prodotti eco-friendly, tra i quali un sandalo biodegradabile e una linea di occhiali. Inoltre è stato presentato un progetto volto a ridurre il trasporto su strada e le conseguenti emissioni di CO2.
Gucci si è autodefinito come "il meglio del Made in Italy grazie all'inimitabile connubio tra lusso, eccellenza artigiana e stile Moderno".
Ma dall'inchiesta condotta dal programma televisivo Report, andata in onda il 21 dicembre 2014, dal titolo "Va di lusso", sorgono molti dubbi sulla corretta applicazione della SA 8000 per conto della Gucci. L'inchiesta di Sabrina Giannini si è svolta nel corso di cinque mesi di controlli e informazioni: l'inizio risale a giugno, quando un artigiano pellettiere toscano, Aroldo Guidotti, ha contattato la redazione di Report per segnalare un diffuso utilizzo della manodopera cinese da parte di alcuni laboratori italiani.
Una borsa Gucci da 830 euro in negozio viene prodotta per soli 24 euro dai pellettieri fiorentini; il costo della produzione, originariamente sopra i 30 euro per assemblaggio e tintura, è stato ulteriormente abbassato dopo l'arrivo di manodopera cinese a bassissimo costo e orari di lavoro che superano le 12 ore giornaliere, in nero, e che consentono l'abbattimento dei costi di produzione.
Ciò comporta lo strangolamento dell'artigianalità tutta italiana di cui si vanta Gucci.
Questa inchiesta denuncia elementi che sarebbero dovuti emergere dai controlli effettuati dagli stessi verificatori della SA 8000 e dagli ispettori di Gucci.
Davanti a tali episodi viene da chiedersi allora quanto e se effettivamente siano credibili le certificazioni. Di fatto, al di là dei proclami, l’uso incontrollato e non etico di manodopera a basso costo sta distruggendo un intero settore, quello manifatturiero e maggiori e più accurati controlli potrebbero evitare che questo fenomeno si propaghi, anche se oramai sembra una politica comune a molte aziende (NIKE etc.).

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Messaggio  0000726426 Mer Apr 13, 2016 5:47 pm

Effettivamente i dubbi sorgono, eccome, e mentre la fiducia nei confronti del brand piano piano cala, aumenta la rabbia per il fatto che alcune imprese riescano così facilmente ad ingannare i consumatori sulla loro adesione a politiche di responsabilità sociale.
Purtroppo fenomeni di lavoro a cottimo, sfruttamento a basso costo di manodopera cinese ed evasione contributiva e previdenziale, non sono una novità, in un sistema dove la tentazione di sfociare nell'illegalità per trarre maggiore profitto è sempre più spesso dietro l'angolo.
Quello che sconvolge, oltre al comportamento doppiogiochista dell'impresa -socialmente responsabile solo in teoria, ma non nella pratica- è il fatto che nè i verificatori della SA8000, nè gli ispettori di Gucci abbiano effettuato i dovuti controlli.
Non costituisce forse, la visita ispettiva, la terza e conclusiva parte dell'iter di certificazione SA8000?
I verificatori devono -o meglio, "dovrebbero", a questo punto- sottoporre al controllo di conformità allo standard, tutta la documentazione dell'azienda -essendo loro consentito l'accesso- e soprattutto intervistare i dipendenti. Nel caso in cui poi, al termine di questa fase, emergessero elementi di difformità, lì sarebbe necessario intervenire per adottare provvedimenti correttivi e procedere ad una successiva verifica.
Ma qui gli unici verificatori sono stati i giornalisti di Report, tra cui -come hai ricordato tu- Sabrina Giannini.
Questa indifferenza da parte degli ispettori Gucci è imperdonabile, e questi meritano di essere sanzionati ugualmente all'impresa perchè si sono resi complici di pratiche di evasione e sfruttamento di lavoro umano.

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Messaggio  Regina Dalla Libera Gio Apr 14, 2016 6:24 pm

Quando si parla di Certificazione Etica Ambientale si fa riferimento a sistemi gestionali finalizzati a tenere sotto controllo i processi aziendali attraverso un sistema di indicatori che ne verificano l' efficienza e il miglioramento continuo.
In particolare la certificazione iso 14000 riguarda l' ambiente e consente di valutare e analizzare impatti ambientali dei vari siti industriali.
La certificazione SA8000 si occupa del rispetto dei diritti umani.
Consente di diminuire i rischi di abuso quali il lavoro minorile, discriminazione ecc.
Le imprese sempre più vogliono certificare il proprio impegno nell' ambito socio-ambientale.
Ma perchè il comportamento non è coerente? visto che l' adesione a standard ben precisi è volontaria?
Avendo i consumatori maturato una forte consapevolezza verso le questioni sociali, le condizioni di lavoro sono un' aspetto importante per l' immagine di un' azienda. La mancata osservanza dei canoni può offuscare la reputazione dell' azienda ed incidere negativamente sui suoi risultati economici.
Quindi le aziende che hanno richiesto le certificazioni devono essere sottoposte a rigidi e ripetuti controlli e i risultati devono essere divulgati quindi benvenga il lavoro svolto da Report. Se i controlli vengono eseguiti ma non viene divulgata l' infrazione non serve a nulla.

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Messaggio  0000734697 Dom Apr 17, 2016 8:52 pm

21 dicembre 2014, Report mandò in onda un servizio "Made in Italy del lusso".
Al centro d'inchiesta è finito proprio il marchio italiano Gucci, un marchio italiano acquistato dai francesi, che continuano a produrre in Italia, specificamente in Toscana. Vi riporto in seguito il link della puntata, che vale la pena di esser vista!
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-86a1bd15-9fae-4c9c-a32e-03ec1e6dd735.html
Ps: il servizio si commenta da solo Neutral

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Messaggio  730495 Lun Apr 18, 2016 10:38 am

Prima della griffe Gucci, ad essere finito nel mirino di Report, è stata anche la griffe Moncler, imputato di colpe analoghe a quelle attribuite al brand fiorentino precedentemente citato. In questo caso particolare l’accusa che viene mossa nel reportage nei confronti dell’azienda Gucci, è quella di non rispettare i principi del Made in Italy; in seguito ad un’accurata indagine infatti è emerso che l’azienda italiana si serviva nel processo produttivo di manodopera cinese invece di quella italiana, cosa che appunto non è prevista dal target ‘Made in Italy’; l’azienda infatti attraverso dei contratti part-time, offerti ai lavoratori asiatici, finiva per sfruttarli per un ammontare di ore elevatissimo, i lavoratori cinesi infatti lavoravano 150 ore in più di quelle segnate. Diverse sono state le reazioni al servizio, sicuramente il web non si è risparmiato, in quanto non ha esitato a criticare il sistema produttivo della griffe in questione. Gucci ha prontamente risposto alle accuse sostenendo una infondatezza nei fatti riferiti. Ora, chiunque abbia ragione, il problema della manodopera cinese che sostituisce quella italiana è un problema ‘grande’, che colpisce in ogni campo ormai il nostro paese, ormai sempre più lavoratori si trovano ad essere sostituiti da lavoratori asiatici che accettano questo ‘’gioco’’ pur di avere il posto di lavoro, il problema è che se nessuna azienda, piccola o affermata, come in questo caso la Gucci, inizia a dire no, questo fenomeno non avrà mai una fine.

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Messaggio  0000722800 Lun Apr 18, 2016 10:55 am

L’impresa moda responsabile è un’impresa che rispetta l’ambiente utilizzando materie prime che impattano meno sul territorio e sui lavoratori e ottimizzano il consumo delle risorse, garantendo un prodotto qualitativamente soddisfacente. Ma questa è solo una facciata. Il continuo aumentare di aziende che si impegnano in campagne di sensibilizzazione e in azioni attive di sostenibilità ambientale e civile, incrementano la concorrenza e così per 'restare al passo' molte imprese dicono di intraprendere tali iniziative, ma di fatto, nella reltà non si riscontrano. Non vi è trasparenza, chiarezza e tantomeno controlli adeguati. Ci si dovrebbe interrogare su come sia possibile una situazione del genere.
L’impresa moda responsabile è quell’impresa che cerca di adottare un comportamento etico al fine di contribuire al progresso sociale e civile, ma, ahimè, è solo una finta.
Non vorrei generalizzare troppo il discorso poiché sono ben consapevole che esistono imprese che effettivamente, concretamente si impegnano nella loro volontaria iniziativa sostenibile; ma ormai i sempre più diffusi casi di marchi "poco onesti" offuscano i marchi realmente onesti.

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Messaggio  0000726054 Mer Apr 27, 2016 4:48 pm

Essere in possesso della certificazione SA 8000 attribuisce una certa importanza e un certo prestigio all'impresa, motivo per cui, a mio parere, le imprese finiscono con l'addottare tutte le misure necessarie per ottenere la certificazione in questione. Tuttavia, quando non vi è una reale propensione ad addottare determinati atteggiamenti, finisce poi che emergano quelle che sono le reali attitudini dell'impresa (massimizzare i profitti), come nel caso di Gucci, che non soltanto non adempie agli obblighi derivanti dalla SA8000 ma viola pure quelli previsti per legge da quanto leggo qui sopra.



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Messaggio  723186 Dom Mag 08, 2016 9:28 am

Concordo con i pareri espressi dai miei compagni. Il marchio Gucci, avendo ottenuto la certificazione SA 8000, norma sulla RSI riconosciuta a livello mondiale, cerca in tutti i modi di mantenere una certa immagine dell'azienda, definendosi grande portatore dei principi Made in Italy, pur non essendo questa la realtà. Infatti l'inchiesta di Sabrina Giannini ha accertato la sostituzione dei lavoratori italiani con la manodopera cinese e all'incirca 150 ore di evasione contributiva e fiscale. Questo accade in quanto ciò che veramente si cerca di raggiungere è la massimizzazione del profitto e la riduzione dei costi. Il marchio Gucci deve sicuramente aver meritato in passato la certificazione SA 8000 con iniziative volte a implementare politiche sociali e ambientali a favore della società, ma per fare sí che questi obbiettivi siano mantenuti nel tempo è necessario un continuo controllo sulla gestione interna dell'impresa, in modo tale che episodi come lo sfruttamento della manodopera cinese non si ripetano.

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