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una cultura assicurativa più moderna

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Messaggio  0000728120 Sab Mag 07, 2016 10:40 am

Anche le imprese assicurative possono giovare alla società attraverso un'integrazione crescente nelle proprie finalità delle esigenze della collettività del nostro paese. Questa è una nuova sfida sociale con alta probabilità di riuscita. Il sistema assicurativo, infatti, se plasmato verso obiettivi di supporto a una crescita sostenibile e di offerta di protezione e servizi che non aggravino i conti pubblici, può rappresentare un faro allo sviluppo della rsi. L'Italia in particolare si trova nella necessità di contenere la spesa proprio nel momento in cui cresce vertiginosamente il bisogno di welfare sapendo che nel 2050 saremo 61,6 milioni, con un'età media di 49,2 anni e che già oggi l'assistenza per la terza età è un "dramma sociale" a carico delle famiglie. Forte è, anche, il bisogno di soluzioni per trovare risorse utili allo sviluppo infrastrutturale e delle imprese o per proteggere il risparmio in condizioni di tassi zero. Sono proprio gli enti assicurativi quindi ad essere chiamati in causa per ottemperare alle richieste sociali. Ad esempio, ricorrendo maggiormente allo strumento assicurativo andrebbe a ridursi la spesa pubblica sul welfare e i maggiori fondi, che ne deriverebbero, potrebbero essere destinati alle fasce meno abbienti. In ambito di salute, sarebbe opportuno approfittare dei vantaggi fiscali presenti nelle offerte assicurative collettive, incoraggiando in tal modo il "welfare aziendale". Inoltre, l'assicurazione potrebbe intervenire efficacemente per ridurre l'attuale spesa pubblica ex-post per calamità naturali e potrebbe anche impiegare le sue risorse, nel rispetto di norme adeguate, per supportare gli investimenti infrastrutturali e delle imprese. Tutto ciò presuppone una forte logica di collaborazione pubblico-privato che però in Italia, a differenza di altri paesi incontra difficoltà. Per superarle, bisogna aumentare la cultura assicurativa e allontanare la diffidenza verso le polizze assicurative. In ultima istanza, affinchè le imprese assicurative riescano a integrare nei propri interessi suddette preoccupazioni sociali è necessario che anche il governo, le imprese e i cittadini "innovino" il loro approccio verso l'assicurazione agendo per coglierne appieno il valore. Serve una convergenza nell'interesse comune. A partire da quello di cui ha più bisogno: le famiglie e le piccole imprese.

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Messaggio  0000688490 Gio Mag 12, 2016 11:12 pm

Il problema pensionistico è in Italia fonte di grande perplessità tra gli studiosi, in quanto destinato ad aggravarsi man mano che il tempo passa senza che si applichi una soluzione concreta. L'ipotesi dello sviluppo di un sistema assicurativo privato è osteggiato da tre fattori, secondo me: la tradizione di stato-welfare tendenzialmente inefficiente, un mercato dei capitali che vede la banca creditizia come protagonista quasi assoluto (da notare è che in un paese come gli USA le compagnie assicurative svolgono un ruolo attivo nella compravendita di titoli oltre che di pacchetti assicurativi), la diffidenza degli individui non abituati a tale sistema, come conseguenza delle prime due. Agli ostacoli presentati s'aggiunge l'instabilità di governo e la mancanza di un indirizzo politico-economico comune: ritengo di primaria importanza per il nostro paese l'adozione di un modello coerente per la risoluzione delle problematiche più attuali, come quello previdenziale da lei sottolineato. V'è una tradizione di welfare che va rispettata; ma che tale benessere sia assicurato tramite privatizzazioni o tramite monopoli, ora come ora, è solo di secondaria importanza.

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Messaggio  0000726160 Ven Mag 13, 2016 8:11 am

È importante ciò che hai affermato caro collega.
A mio parere però, non è tanto la mancanza di una cultura di welfare adeguata a generare questa situazione di precarietà nel sistema previdenziale, ma la gestione errata ,scorretta, delle risorse economiche . La nostra politica è abituata a recuperare i fondi perduti attraverso la corruzione e l'economia sommersa ,tagliando da qualsiasi settore che riguardi le prestazioni concernenti diritti sociali e previdenziali. Lo stato sa cos'è il welfare ,ma se ne frega.

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Messaggio  0000349987 Ven Mag 13, 2016 3:10 pm

Concordo con l'intervento precedente del collega in merito al fatto che la situazione di precarietà nel sistema previdenziale derivi sostanzialmente da una gestione non oculata ed errata delle risorse economiche da parte della politica che invece di destinare risorse e fondi sempre maggiori alle prestazioni concernenti diritti sociali, li taglia, non curandosi dei fenomeni corruttivi ormai profondamente dilaganti nel nostro paese e lasciando in mano di "altri" una larghissima parte delle risorse economiche che invece potrebbero essere utilizzate a scopi sociali, appunto il welfare.
La tradizione Stato-Welfare nel nostro paese sicuramente è ancora molto forte, come ancora molto forte è la diffidenza in Italia verso il settore assicurativo e sicuramente questi due fattori sono di grande ostacolo allo sviluppo di un benessere assicurato tramite privatizzazione.
La proposta del welfare aziendale credo possa essere uno strumento che possa aiutare lo sviluppo del sistema assicurativo come aiuto dei bisogni sociali di cui ormai lo stato non riesce più a farsi carico, e vantaggi e incentivi fiscali possono essere delle risorse in più per giungere ad una cultura assicurativa più moderna e lungimirante.

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Messaggio  0000726160 Ven Mag 13, 2016 3:29 pm

A mio modesto parere ciò che hai detto è inappellabile. Però volevo porti un interrogativo. Se si dovesse creare un welfare aziendale ,in cui i datori di lavoro versano contributi di previdenza e contributi inerenti un sostegno del reddito , come potrebbe ciò influire sulla domanda di lavoro. Quale imprenditore sarebbe disposto, a costo di rischiare la paralisi della sua attività o la perdita di guadagni, a fronte di un sostegno del proprio dipendente che vada oltre la semplice retribuzione?

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