Gli schiavi indiani sikh

Volevo segnalare ai colleghi un'interessante (per ciò che qui interessa) seppur scandalosa inchiesta condotta dal programma "Piazza Pulita" su La7. Si tratta di un'inchiesta sullo schiavismo nell'Agro Pontino, nelle cui campagne più di 20mila indiani sikh vengono sfruttati con sistemi di caporalato e pagati meno di 3euro l'ora, privi ovviamente di ogni tipo di garanzia. I braccianti lavorano per più di 12 ore al giorno, anche di notte e sotto le intemperie e l'inchiesta ha dimostrato la loro presenza sui campi anche il giorno del 25 aprile e del 1°maggio. I "padroni" stessi offrono un tetto dietro compenso di 100 euro al mese per ognuno di loro, container fradici, esposti alle intemperie, privi di servizi igienici in cui vengono "ospitati" i braccianti a decine. Gli stessi vengono privati di passaporto e documenti che rimangono nelle mani dei padroni rendendo impossibile anche il distacco o il ritorno nei propri paesi d'origine. Al di là delle tristi storie che sono state raccontate però, ciò su cui volevo soffermarmi è stato l'atteggiamento di totale negazione e di difesa dei propri soci da parte del direttore della Coldiretti di Latina e Frosinone Paolo De Ciutiis nonostante sia stato messo davanti al video che mostra palesemente le condizioni dei lavoratori che stanno sotto i caporali della Fondazione Campagna Amica. Confagricoltura e Cia rifiutano l'appellativo di sfruttatori e il Ministro per le politiche agricole Martina annuncia riforme e pugno duro promettendo la confisca dei beni appartenenti a caporali e padroni cosi come accade per i beni sequestrati alla mafia e annunciando controlli amministrativi molto più intensi. Ma un' intervista successiva dimostra che gli uffici dell'Ispettorato del Lavoro sono bloccati da mesi, privi di personale e di fondi: "quei due o tre ispettori presenti sono costretti a muoversi con mezzi propri". Sarebbero intervenute le forze dell'ordine ma non è chiaro come si siano mosse sul campo.

Buongiorno, tale argomento concernente ciò che è stato mostrato a Piazza Pulita, può trovare notevoli interpretazioni e giudizi più o meno negativi. Obiettivamente un paragone dei lavoratori sfruttati oggigiorno nell'Agropontino, così comealtre tipologie di lavoratori sfruttati nelle pelletterie italiane, sotto sostanze tossiche che vengono inalate, nelle fabbriche in condizioni pessime, allo stesso metro di giudizio degli schiavi d'America sembra un po' azzardato. Senza ombra di dubbio vivono in condizini pessime e vivono senza alcuna assicurazione e documento (?), ma ciò è frutto di un sistema organizzativo sbagliato da parte delle istituzioni tutte, e dove c'è interesse di risparmio, ma guadagno, ciò fuoriesce senza pietà colmando sofferenza, tristezza e desolazione a queste povere persone. Sta alle istituzioni e capi di giovedì trovare il modo di prevenire e punire chi commette questi crimini e queste violazioni così estreme.

È sbalorditivo leggere questi articoli e rivedervi la trama di " La capanna dello zio Tom" e, quel che è peggio, è notare solamente l'atteggiamento di negazione da parte del direttore della Coldiretti di Latina e di Confagricoltura e Cia, che si accingono a rispondere alle accuse solamente per rifiutare l'appellativo di sfruttatori. Le autorità e le istituzioni dovrebbero intervenire per migliorare le situazioni lavorative e le tragiche condizioni di vita degli schiavi indiani sikh , che ora come ora hanno diffidenza anche verso chi si propone di aiutarli per paura di perdere il lavoro o di essere espulsi se clandestini. Per questa ragione è lodevole il lavoro di Marco Omizzolo,responsabile dell'area studi e ricerche di In Migrazione, che, con le sue interviste, sta cercando di sensibilizzare cittadini e istituzioni promuovendo un aumento dei controlli e l'inclusione sociale degli schiavi indiani sikh. In Migrazione parla di " sfruttamento a tempo indeterminato", in quanto si tratta di un sistema collaudato, ben strutturato e organizzato, che ancora non ha ricevuto la giusta sanzione punitiva. Infatti la lentezza della giustizia italiana fa sí che le vertenze sindacali e le denunce penali non abbiamo riscontri positivi, in quanto alla fine si ritorcono contro i lavoratori, sottoposti a ricatti e vessazioni. Si spera dunque che le campagne di sensibilizzazione spingano a lottare contro questi soprusi e concorrino a ridare speranza agli schiavi indiani sikh, che per ora vedono ogni loro diritto oppresso.

mi trovo perfettamente in accordo con quanto scritto e trovo davvero assurdo preoccuparsi dell'appellativo "sfruttamento" piuttosto che delle condizioni che riguardano questi lavoratori. Purtroppo però va anche detto che la situazione di sfruttamento tocca tutte le categorie sociali e non solo le più disagiate. L'epoca attuale vede una tale difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro tale per cui il datore di lavoro utilizza questa sua possibilità come strumento per imporre situazioni tutt'altro che garantiste dei diritti dei lavoratori e questo a tutti i livelli, che siano di totale sfruttamento o anche di sfruttamento minore. Il singolo prolungamento dell'orario lavorativo non viene ormai quasi mai pagato nella maggioranza delle imprese, le quali lo impongono come obbligo senza corrispondere alcun compenso ulteriore. L'esempio da me fatto è sicuramente molto meno grave rispetto alla situazione dello sfruttamento indiano, ma è comunque significativo del fatto che ad essere sfruttati sono ormai la grande maggioranza di lavoratori, sia pur a livelli e condizioni diverse.

Ho visto anche io la sconcertante trasmissione sul LA7 e ciò che a mio avviso ne è uscito è la totale incapacità dello Stato e delle Istituzioni di intervenire efficacemente a porre fine a questo sfruttamento.
Mi chiedo come lo Stato che come prima missione dovrebbe garantire la tutela dell' uomo e dei lavoratori così come sancito dalla Costituzione possa essere così inerme di fronte a tanta nefandezza.

E per fortuna che viviamo in un Paese democratico!
Concordo con tutti voi che la situazione che stanno vivendo i braccianti indiani della comunità sikh dell'Agro Pontino è ripugnante.
Queste persone vengono trattate come fossero degli schiavi, sono obbligate a lavorare nei campi sotto il sole per oltre dodici ore al giorno, sono vittime di continue violenze e talvolta devono ricorrere all'uso di antidolorifici e stupefacenti per sentire meno la stanchezza e il dolore, e tutto questo per cosa? Per tre o quattro miseri euro all’ora?
Lo sfruttamento dei braccianti purtroppo è una realtà ancora ben presente in gran parte del sud Italia (faccio riferimento a ciò che sta attualmente accadendo in Puglia), e trovo che sia assurdo che le istituzioni non si mobilitino a porre fine una volta per tutte a vicende di questo tipo.

Buonasera. Ciò che mi preoccupa in misura maggiore è sicuramente l'atteggiamento del direttore della Coldiretti di Latina e Frosinone Paolo De Ciutiis. Come si può negare davanti ad una situazione del genere? Come si può addirittura difendere i propri soci? Purtroppo quando di mezzo ci sono i propri interessi economici c'è poco da fare e, a quanto pare, l'umanità tende a svanire. Io sarei sicuramente più preoccupata di questi poveri schiavi che vengono sfruttati in cambio di una cifra a dir poco irrisoria. Vergognoso. Dove sono le Istituzioni, quelle con la i maiuscola? Dovrebbero intervenire tempestivamente e risolvere questo agghiacciante problema che, ahimè, è ancora ben presente in vasti territori. Spero tanto in un'attività più intensa da parte di sindacati ed associazioni. Bisogna mettere fine a questo fenomeno che sta rovinando fisicamente questi poveri uomini del Punjab, ma che soprattutto gli sta togliendo la dignità. Quella stessa dignità che dovrebbe ad oggi essere tutelata da parte di TUTTE le istituzioni.