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La RSI e i cosmetici bio

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La RSI e i cosmetici bio  Empty La RSI e i cosmetici bio

Messaggio  0000723106 Lun Mag 02, 2016 10:57 am

Con il consapevole rischio di andare leggermente fuori tema, vorrei menzionare in questa sede la nuova (sempre più in via di diffusione) tendenza della cosmetica biologica. Questa spesso si accompagna a varie certificazioni come quella garantita dalla LAV (Lega Anti-Vivisezione) che accerta che non sono stati compiuti test sugli animali o certificazioni che attestano l'utilizzo di flaconi riciclati, o l'utilizzo di ingredienti 100% biologici che permettono al prodotto di ottenere un’etichetta “eco-friendly” o sempre più frequentemente “vegan-friendly”.
Non so se ci avete mai fatto caso ma se date un'occhiata agli ingredienti dei prodotti da supermercato, trovate una lunga lista di additivi chimici, spesso nocivi o addirittura tossici. Vi cito qualcheduno di questi ingredienti che potete autonomamente controllare nell’INCI (International Nomenclature of Cosmetics Ingredients, in poche parole nell’elenco di ingredienti). Tanto per cominciare bisogna verificare la presenza dei tanto temutissimi quanto frequentissimi Siliconi, Parabeni e Paraffini che sono veleni per la nostra pelle, ma purtroppo la lista di elementi chimici nocivi non si limita a questi tre, ce ne sono tantissimi altri. L’alluminium è un altro di questi esempi e viene usato principalmente nei deodoranti, e può provocare reazioni allergiche e irritazioni. La sua totale sicurezza non è stata ancora del tutto confermata. Inoltre vorrei sottolineare la frequente presenza di BHA, BHT che troviamo nella maggior parte dei saponi da supermercato in forma liquida. Il CIRC (Centro Internazionale della Ricerca sul Cancro) classifica il BHA come potenzialmente cancerogeno mentre, la sicurezza del BHT non è stata ancora confermata.
Infine (ma solo per non dilungarmi troppo, perché la lista di ingredienti tossici usati nei cosmetici è infinita) vi cito la Formaldeide un conservante antimicrobico che se inalata può risultare cancerogena, allergenica e irritante.
Il consumatore però è sempre più attento e si informa sempre di più (grazie anche alla possibilità di avere internet a portata di mano). Vi indico anche la presenza di diverse applicazioni per smartphone, "Biotiful" citandone una, che permettono di verificare la qualità degli ingredienti usati per qualsiasi prodotto e sono comodissime da usare quando si va a fare la spesa.
Adesso non posso dire se questa tendenza alla conversione di cosmetici bio sia solo una pubblicità per l’impresa o una sincera sensibilità delle imprese. La cosmetica bio era una scelta di piccole imprese che vendevano i prodotti ad un prezzo più alto rispetto a quelli da supermercato, ma adesso anche i grandi colossi come la Garnier o Vivaverde della Coop hanno optato per questa scelta socialmente responsabile. E come dicevo inizialmente tante più imprese cominciano a fare certificare i loro prodotti come non testati sugli animali perché si sono accorti che il consumatore è sempre più attento a queste tematiche.
Io scetticamente penso (soprattutto per i grandi colossi, più che per le piccole imprese che fondano la loro filosofia d’impresa sull’eco-compatibilità) che sia una strategia meramente pubblicitaria. Ma vi esorto comunque a tenerne conto perché sebbene i rischi non siano visibili nell’immediato, nel lungo termine questi prodotti possono essere la causa di gravi problemi della nostra salute.

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La RSI e i cosmetici bio  Empty cosmetici eco -furbi

Messaggio  0000702393 Mer Mag 04, 2016 9:59 pm

I cosmetici eco bio stanno guadagnando sempre più fette di mercato, lo diciamo e sosteniamo da molto: e non siamo gli unici ad essercene accorti, anche i grandi marchi, fiutando l’affare, stanno incominciando a investire nel settore.Non mancano poi anche diciture come “naturale”, “ecologico”, “bio”, “pure”, tutte in bella evidenza. Ma dobbiamo fare attenzione che non si tratti di greenwashing: le aziende eco-furbe fanno sembrare ecologici prodotti che in realtà sono tutt’altro che amici della pelle e dell’ambiente.Ma chi i sono i grandi greenwasher della cosmesi? Primi fra tutti, occorre dirlo, i grandi gruppi ed i brands più conosciuti: Garnier si è tuffata nell'arena con una linea completa certificata Ecocert, è bene dirlo, e sta provando a piccolissimi passi a convertire alcuni shampoo della linea Ultra Dolce, togliendo parabeni, coloranti e siliconi ed inserendo estratti naturali: ma sono tutti piccoli cambiamenti per uno shampoo che finora è stato tutt’altro che dolce sulla nostra testa!
Anche Nivea ha fiutato l'affare, e nella gamma Pure & Natural con il 95% di ingredienti di origine naturale, e il restante 5%? Non contiene parabeni, siliconi, coloranti e oli minerali è vero ma gli estratti naturali soo in piccole quantità e immersi in altrettanti ingredienti non proprio verdi: Nivea si poteva impegnare di più per essere all’altezza di quello che propone.
Anche la grande distribuzione si sta lanciando nel settore, e in questo caso invece vogliamo esempio di reale impegno in favore dell'ecobio: la linea Vivi Verde di Coop e la più recente Naturaline, sempre Coop, hanno fatto un’ottimo lavoro! Inci totalmente verdi a base di sole sostanze di origine vegetale e principi attivi bio, hanno bandito petrolati, paraffina, Peg e sperimentazione animale.

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La RSI e i cosmetici bio  Empty E la salute dei consumatori?????

Messaggio  0000726436 Gio Mag 05, 2016 5:22 pm

Io penso che anche in questo caso si possa parlare di RSI a tutti gli effetti dal momento che l'attenzione alla salute della persona (e anche degli animali sui quali vengono spesso testati i prodotti) e all'ambiente sia uno dei punti focali della responsabilità sociale d'impresa. Certo, tutti sappiamo che i prodotti bio costano di più degli altri, ma questo è un piccolo prezzo da pagare per smettere di mettere sul viso o sul corpo in generale schifezze come quelle citate precedentemente dal mio/dalla mia collega. Ma perchè le multinazionali della cura della persona permettono la presenza nei loro prodotti di questi ingredienti? La risposta: con poca spesa riescono ad ottenere un qualche prodotto che in un primo momento dà il risultato che il consumatore chiede: pulisce la pelle, i capelli, copre le imperfezioni della pelle. Ma a lungo termine questi prodotti cosa fanno? Non fanno forse più danni di quelli che hanno tentato di mascherare in un primo momento? Ingredienti tossici che non apportano alcun beneficio alla pelle o addirittura rovinano il naturale film idrolipidico causando secchezza, punti neri, pori dilatati e chi più ne ha più ne metta! Per fortuna nel 2016 esistono sempre più aziende che producono cosmetici sani e privi di queste sostanze. Ebbene sì, la natura, con i suoi semplici rimedi, può aiutare moltissimo la nostra pelle ed in generale il nostro corpo.
Un esempio: La Johnson & Johnson che sta affrontando circa 1.200 cause legali in cui viene accusata di non aver avvisato adeguatamente le consumatrici sui rischi di cancro legati ai suoi prodotti a base di talco. Nel febbraio scorso, J&J ha "incassato" un altro verdetto sfavorevole: un risarcimento da 72 milioni di dollari alla famiglia di una donna morta a causa di un tumore.
Ecco dunque un altro caso di azienda (questa volta cosmetica, mentre in molti topic precedenti si parlava di Mc Donald's o H&M) che pur di offrire un prodotto ad un prezzo "competitivo" è disposto a sacrificare la salute dei consumatori! pale

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Messaggio  0000723106 Ven Mag 06, 2016 2:08 pm

Nell'Unione Europea vige una norma per cui qualsiasi prodotto che possa essere consumato sulla pelle, inalato o ingerito deve presentare un'etichetta con gli ingredienti. Il problema è che questi ingredienti vengono segnalati con il loro nome scientifico per cui spesso per il consumatore medio non è facile decifrare che cosa si nasconde dietro a quei nomi in latino. Per cui spesso non ci fanno neanche caso e scelgono il prodotto in base alla competitività del prezzo o in base alla fama che un determinato marchio ha raggiunto.

Inoltre come segnalavano in un'altra conversazione di questo forum accade spesso che anche i prodotti con certificazioni eco-compatibili non sono altro che una fregatura bella e buona perché tali certificazioni si riferiscono solo a prodotto finito.

Con tale modalità gli imprenditori lucrano a spese della salute dei loro consumatori, i quali però stanno cominciando a svegliarsi e a rendersi conto dei rischi a cui stanno andando contro.

Vi lascio anche le coordinate dell'altra conversazione sopracitata : http://rsiforum.italianoforum.com/t299-rsi-stop-esperimenti-sugli-animali

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La RSI e i cosmetici bio  Empty La salute al primo posto

Messaggio  0000723391 Ven Mag 06, 2016 3:21 pm

Informarci su cosa mettiamo sul nostro viso o sul nostro corpo credo sia alquanto importante, e purtroppo non tutti lo fanno.
La maggior parte dei prodotti che ci propongono le grandi imprese (che sono poi quelli che troviamo sugli scaffali dei supermercati) sono pieni, se non strapieni, di ingredienti nocivi per la nostra salute; ormai è difficile trovare una crema, un burro di cacao o uno shampoo che non contenga paraffinum liquidum.
Io spero che in futuro la cosmesi biologica possa e continui ad affermarsi sempre di più sul mercato, ma dobbiamo comunque fare attenzione a quello che le multinazionali ci propinano come biologico e naturale al 100%, il più delle volte ciò non corrisponde alla realtà, è solo una strategia economica messa in atto per aumentare i profitti sul mercato.
Aziende come Lush invece, che per la produzione dei suoi cosmetici utilizza soltanto frutta, verdura fresca, oli essenziali e ingredienti sicuri, dovrebbero essere considerate il modello per eccellenza da seguire, il perfetto esempio di RSI, e sono queste le imprese sulle quali investire a mio avviso.
Facciamo attenzione a quello che mettiamo sul nostro corpo, e soprattutto leggiamo gli INCI!


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La RSI e i cosmetici bio  Empty Prodotti BIO

Messaggio  0000723586 Ven Mag 06, 2016 4:51 pm

Collega, non va assolutamente off topic. Direi che invece è proprio un tema attualissimo e le imprese, in questo momento, lo sanno bene. Sempre più persone si stanno ''convertendo'' al vegan food e prodotti bio (si tratterà soltanto di mera moda che tra qualche anno passerà???). Un consumatore di medio-alta avvedutezza sa per certo che, in un prodotto, la scritta ''BIO'' non basta sicuramente per confermare la veridicità di quella dicitura e quindi saprà prestare la giusta attenzione. Mi trovo sicuramente d'accordo con il collega nel consigliare di leggere l'INCI: soltanto così potrete capire se si tratterà di un prodotto davvero BIO o meno. E soprattutto ci tengo a precisare che non bisogna fidarsi di una scritta qualsiasi tipo ''prodotto biologico'', andate a fondo! Cercate la certificazione e la dicitura. Altrimenti si rischia di spendere molto di più per un prodotto uguale a tutti gli altri. Bisogna stare attenti anche per quanto concerne la cosmesi biologica. Come tutti sappiamo attraverso la nostra pelle nutriamo il nostro corpo. Attraverso prodotti bio miglioriamo la pelle, il corpo e soprattutto l'ambiente intorno a noi.

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La RSI e i cosmetici bio  Empty Vero Bio e falsi Bio

Messaggio  626865 Dom Mag 08, 2016 8:23 am

Sono perfettamente d'accordo con il collega.
Bisogna distinguere tra ciò che veramente è biologico,e ciò che falsamente lo è.
Qualche tempo fa,è uscito su L'Espresso ,proprio un articolo su questo argomento,,di cui ora vi riporto qualche traccia.

<Un giro d’affari enorme che ha un doppio fine: truffare i clienti e accaparrarsi i finanziamenti europei elargiti per favorire l’agricoltura biologica in Italia. In un anno, sempre i militari dell’Arma hanno accertato frodi ai danni dell’Ue per oltre 12 milioni di euro. Tanto che ora Bruxelles per scongiurare altre truffe “all’italiana” potrebbe decidere di chiudere i rubinetti dei finanziamenti decurtando per il 2014-2020 le assegnazioni dei fondi per la Politica Agricola Comune. E sarebbe un grave danno, visto che in Italia gli agricoltori impegnati nel biologico sono più di 50 mila e nonostante la crisi il nostro paese si conferma come uno dei leader per produzioni “green>


<La truffe di alimenti bio riguardano principalmente i prodotti ortofrutticoli oppure in scatola: dalle minestre alla soia. Però in questi anni le forze dell’ordine si sono trovate a doversi occupare di tutto: dai latticini ai prodotti surgelati da forno fino alla pasta fatta con la farina di riso. In alcuni casi si tratta semplicemente di alimenti di scarsa qualità o al di sotto dello standard qualitativo che ci si aspetta da un prodotto “green”. In altri casi, invece, sono proprio prodotti tossici.>


È mia personale opinione che oggi, nel mercato globale,sia assolutamente difficile,poter distinguere,quelli che sono buoni prodotti eco-sostenibili,, quelli che cercano di essere tali,e quelli che non lo sono affatto.
Produrre un prodotto che sia realmente bio,richiede costi e attenzioni superiori,rispetto a quelli della grande distribuzione,che comportano costi superiori poi,per i consumatori.

L'attenzione dovrebbe essere quindi maggiore, da parte delle istituzioni, nel verificare che i prodotto messi in commercio,rientrino realmente in quei requisiti di bio,e di Eco-sostenibilità ,così da prevenire triffe ai danni del consumatore, è una concorrenza sleale,ai danni degli agricoltori e produttori,che realmente si impegnano e credono nel,a creazione di prodotti biologici.


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Messaggio  0000653714 Ven Mag 13, 2016 12:34 pm

0000723391 ha scritto:Informarci su cosa mettiamo sul nostro viso o sul nostro corpo credo sia alquanto importante, e purtroppo non tutti lo fanno.
La maggior parte dei prodotti che ci propongono le grandi imprese (che sono poi quelli che troviamo sugli scaffali dei supermercati) sono pieni, se non strapieni, di ingredienti nocivi per la nostra salute; ormai è difficile trovare una crema, un burro di cacao o uno shampoo che non contenga paraffinum liquidum.
Io spero che in futuro la cosmesi biologica possa e continui ad affermarsi sempre di più sul mercato, ma dobbiamo comunque fare attenzione a quello che le multinazionali ci propinano come biologico e naturale al 100%, il più delle volte ciò non corrisponde alla realtà, è solo una strategia economica messa in atto per aumentare i profitti sul mercato.
Aziende come Lush invece, che per la produzione dei suoi cosmetici utilizza soltanto frutta, verdura fresca, oli essenziali e ingredienti sicuri, dovrebbero essere considerate il modello per eccellenza da seguire, il perfetto esempio di RSI, e sono queste le imprese sulle quali investire a mio avviso.
Facciamo attenzione a quello che mettiamo sul nostro corpo, e soprattutto leggiamo gli INCI!


Purtroppo per quanto riguarda la Lush, devo dissentire. Anche io sono perfettamente d'accordo sull'utilizzare prodotti naturali e biologici che rispettano la nostra salute e l'ambiente, ma purtroppo devo concordare anche con i colleghi sopra che hanno detto che a volte le aziende sono eco-furbe e ci propinano dei prodotti facendoceli credere totalmente naturali e biologici, quando così non è. La lush ad esempio pubblicizza tanto i suoi prodotti come naturali, fatti a mano, con ingredienti "da tavola" e olii essenziali, ma purtroppo più di una volta mi è successo che ricevendo dei prodotti lush in regalo, andando a controllare l'inci sul dizionario biologico, ho trovato diversi elementi con doppio bollino rosso perchè siliconi e petrolati, inci paragonabili ai prodotti da supermercato, nonostante il prezzo 5 volte superiore. Questo mi ha lasciato molto amareggiata e delusa anche se non nego che ci siano tantissimi prodotti (quasi tutti, spero) totalmente "verdi" e davvero naturali.

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Messaggio  0000726512 Sab Mag 14, 2016 5:58 pm

Proprio leggendo dell'azienda Lush, mi viene da pensare che molte aziende (come Lush, ad esempio), si creano un'immagine di azienda attenta all'etica ambientale e alla salute dei consumatori grazie ad alcuni prodotti, che effettivamente rispettano le dichiarazioni della stessa. una volta consolidata l'eda che ne ha il consumatore, probabilmente sarà più raro che questo controlli ogni etichetta oppure ogni inci, dando- forse superficialmente- per scontato che l'azienda manterrà gli standard etici che promette. in questi casi, si può apprezzare un'azienda che "inganna" i consumatori giocando sulla loro fiducia, ma che comunque si impegna in parte, o è meglio un'azienda trasparente, che non si occupa di questioni etiche ma non lo fa nemmeno credere ai consumatori? io tendo a preferire il "male minore", meglio qualcosa di niente, ma d'altra parte la consapevolezza dei consumatori è fondamentale per le loro scelte eticamente responsabili e non andrebbe alterata in alcun modo.

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La RSI e i cosmetici bio  Empty Ingannevoli Bio

Messaggio  0000722544 Sab Mag 14, 2016 6:20 pm

I cosmetici biologici ed ecologici sono la nuova frontiera del marketing che cavalca la moda in cerca di profitti. La definizione "bio" o "naturale" non significa sempre qualità migliore o più sicurezza.
I prodotti cosiddetti "naturali" dovrebbero essere composti esclusivamente o quasi da ingredienti di origine vegetale. Quelli "eco", invece, dovrebbero essere più eco-sostenibili, quindi formulati con più attenzione verso l'ambiente e quelli "bio", oltre ad avere gran parte degli ingredienti di origine vegetale, dovrebbero provenire da agricoltura biologica. Bisogna fare una premessa, però, che riguarda tutte queste definizioni, non regolamentate o riconosciute ufficialmente. Esistono però delle certificazioni volontarie, che prevedono precisi protocolli di produzione, infatti,tutti i prodotti cosmetici devono rispondere ai requisiti di legge previsti dal regolamento europeo (Re. Ce 1223/2009 )siano essi “classici” o “eco-bio”: il produttore deve fornire documenti sulla valutazione della sicurezza, non devono essere contenuti ingredienti vietati, le concentrazioni degli ingredienti per cui sono previsti dei limiti devono essere a norma, le etichette devono contenere tutte le informazioni obbligatorie.
nche per quanto riguarda i prodotti “eco-bio” o “naturali”, perciò, i primi requisiti da soddisfare sono quelli previsti per legge, solo in seconda battuta (se il produttore lo desidera) vi sono degli altri requisiti più retrittivi, dettati appunto dai protocolli delle varie certificazioni. Visto il crescente interesse da parte dei consumatori e anche i più famosi marchi commerciali (spesso corrispondenti a marchi internazionali) hanno fiutato il possibile introito e hanno iniziato a cavalcare il trend proponendo prodotti più “verdi”, proposti con packaging e dichiarazioni molto fantasiose e che poco hanno a che fare con il “naturale” e l’”eco-bio”, così come viene inteso dai consumatori. A questo proposito, lo scorso è stato segnalato all’Antitrust il Bio-Oil, un prodotto per il corpo noto e venduto in farmacia, il cui nome faceva pensare a un prodotto “naturale” o “eco-bio”, nonostante la formulazione fosse a base di paraffina (paraffinum liquidum). Questo non è l’unico. Sono molti i prodotti che vestendosi di “verde” vantano in etichetta ingredienti di origine vegetale (come emollienti e idratanti per la pelle), facendo credere al consumatore che siano la base constituente della crema o dell’olio che si sta per acquistare.
In attesa che le istituzioni producano dei documenti che facciano chiarezza e che trovino criteri comuni, le certificazioni volontarie sono ciò che di più “ufficiale” c’è al momento in questo ambito. Si tratta di protocolli di produzione precisi che indicano nel dettaglio quali sono gli ingredienti e le procedure ammesse affinché un prodotto possa vantare l’apposito simbolo in etichetta e, di conseguenza, essere considerato “naturale” e/o “eco-bio”, a seconda del tipo di certificazione specifica.
Ma dato il crescente sviluppo sia della moda del "bio" che della pubblicità ingannevole, le istituzioni dovrebbero trovare al più presto delle soluzioni per consentire un sicuro acquisto del prodotto.
In questo modo si inganna il consumatore che crede di tutelare l'ambiente oltre che ovviamente se stesso e si ritrova ad essere un complice ignaro.

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Messaggio  0000653714 Sab Mag 14, 2016 7:17 pm

0000726512 ha scritto:Proprio leggendo dell'azienda Lush, mi viene da pensare che molte aziende (come Lush, ad esempio), si creano un'immagine di azienda attenta all'etica ambientale e alla salute dei consumatori grazie ad alcuni prodotti, che effettivamente rispettano le dichiarazioni della stessa. una volta consolidata l'eda che ne ha il consumatore, probabilmente sarà più raro che questo controlli ogni etichetta oppure ogni inci, dando- forse superficialmente- per scontato che l'azienda manterrà gli standard etici che promette. in questi casi, si può apprezzare un'azienda che "inganna" i consumatori giocando sulla loro fiducia, ma che comunque si impegna in parte, o è meglio un'azienda trasparente, che non si occupa di questioni etiche ma non lo fa nemmeno credere ai consumatori? io tendo a preferire il "male minore", meglio qualcosa di niente, ma d'altra parte la consapevolezza dei consumatori è fondamentale per le loro scelte eticamente responsabili e non andrebbe alterata in alcun modo.

E' esattamente quello che ho pensato anche io, che alcune aziende si creino un'immagine per poi "vivere di rendita" puntando sul fatto che i consumatori crederanno di ritrovare sempre la stessa tipologia di prodotto.
Non credo però che si possa parlare di inganno, in quanto effettivamente sui singoli prodotti non è riportata la dicitura 100% vegetale o dichiarazioni simili.. tale immagine se la creano durante la campagna pubblicitaria e nella loro "presentazione" se così può chiamarsi.
Ovviamente comunque, come dici tu "meglio qualcosa di niente"

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Messaggio  0000653714 Sab Mag 14, 2016 9:16 pm

A proposito di questi argomenti di cui discutevamo, e in particolare delle aziende che "si vestono di verde" ma che a volte sono solo (come definite simpaticamente sopra) "eco-furbe" vorrei porre una questione alla vostra attenzione.
Proprio ripensando a tale tema, ho deciso per curiosità di riguardare con attenzione i prodotti che uso, e il risultato mi ha lasciato piuttosto perplessa.
Leggendo l'inci di alcune saponette ricevute in regalo a Natale, che riportano la dicitura "100% vegetale" e che sono state acquistate in un negozio equo-solidale, ho notato la presenza di olio di palma tra gli ingredienti.
L'olio di palma essendo olio è vegetale, ok la dicitura non è sbagliata, ma data tutta la questione su questo prodotto e su quanto sia nocivo (magari qualcuno sostiene di no per la salute, ma per l'ambiente direi che non ci sono dubbi, dato ciò che fanno alle foreste), mi lascia abbastanza basita il fatto che sia venduta tra l'altro come prodotto "equo-solidale". cosa ne pensate? esagero?

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Messaggio  0000723106 Lun Mag 16, 2016 12:11 pm

Per non parlare di tutte quelle volte che le imprese inseriscono nel packaging le diciture ''Olio biologico'', ''Elementi naturali'', ''Ingrediente di origine 100% Bio'', quando poi alla fine il prodotto finale non ha nulla di Bio.
Fanno questo perchè si riferiscono ad un particolare ingrediente contenuto all'interno del prodotto che è di origine naturale, quando poi tutto il resto è una composizione chimica tossica piena di petrolati, siliconi, paraffini ecc...
Anch'io spesso mi sono fatta ingannare perchè la confezione era decorata in un certo modo o perchè c'era scritto 0% di siliconi, ma poi il resto compensava benissimo perchè erano tutti ingredienti da bollino nero.
Mi piacerebbe che almeno le imprese che non scelgono di essere socialmente responsabili, avessero la decenza di non prendere in giro il consumatore, perchè con la salute non si scherza.

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