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LUSH e CSR: la combinazione perfetta

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Messaggio  0000722797 Sab Apr 23, 2016 9:34 pm

Vorrei sottoporvi il caso dell'azienda Lush, fondata nel 1995 nel Regno Unito e che oggi ha un giro d’affari nel mondo di 150 milioni di sterline l’anno con 450 punti vendita (di cui 24 in Italia) e 5000 collaboratori (di cui 90 sul mercato italiano).
Lush è un esempio encomiabile di CSR: il suo impegno nel sociale infatti si sviluppa su moltissimi piani, direi quasi a tutto tondo. Le sue linee guida sono:
- utilizzare, per la produzione dei suoi cosmetici, soltanto frutta e verdura fresca, oli essenziali e ingredienti sicuri;
- selezionare attentamente i fornitori per assicurarsi di rivolgersi esclusivamente ad aziende che non eseguono nè commissionano in altro modo test su animali: questo sia relativamente alle materie prime che vengono acquistate da Lush, sia relativamente ad altre materie prime o prodotti di quell'azienda che non sono destinate a Lush;
- ridurre al minimo l'uso di conservanti (tanto che moltissimi cosmetici sono stati portati dallo stato liquido allo stato solido, proprio perchè ciò che deperisce velocemente è appunto la parte liquida dei cosmetici stessi);
- limitare fortemente l'uso di packaging: tanto che gran parte dei cosmetici vengono venduti senza alcuna confezione o, al massimo, avvolti in un sacchetto di carta biodegradabile al 100%;
- rendere chiara e trasparente la composizione e la provenienza di ogni prodotto: infatti ogni prodotto ha un'etichetta dove vengono specificati gli ingredienti, la data di produzione e spesso anche quella di scadenza (proprio perchè privo di conservanti).

Tuttavia, l'impegno di Lush non si limita soltanto all'attenzione per i prodotti, e quindi per la salute e la trasparenza nei confronti degli stakeholders-consumatori; bensì si estende anche al piano dei fornitori e dei dipendenti. Infatti, da un lato, presta molta attenzione al commercio equo e solidale, sostenendo le comunità locali anche per mezzo di contratti a lungo periodo che ne garantiscano la stabilità. Alcuni esempi: l'olio d'oliva utilizzato nei cosmetici proviene sia da una cooperativa gestita da Libera che  ospita  ex-tossicodipendenti  e  coltiva  uliveti  nei  territori  confiscati  alla  mafia, sia dalla cooperativa Sindyanna di Galilea, un’organizzazione gestita da donne nel nord di Israele, fondata da cittadini israeliani sia ebrei che palestinesi per consentire ai contadini palestinesi di accedere al mercato, per dimostrare che la cooperazione pacifica è possibile, e per dare alle donne indipendenza e peso sociale. Inoltre, è stato fondato il SLushFund, fondo cui viene devoluto il 2% della spesa totale di Lush in termini di materie prime e packaging: questi soldi vengono poi usati per avviare progetti di sostegno a comunità locali e di agricoltura sostenibile. Finora sono stati spesi circa 1,5 milioni di euro per sostenere lo sviluppo di 32 progetti in 19 paesi. Infine, Lush ha elaborato la CharityPot, crema particolare (i cui ingredienti provengono da sette dei 19 paesi sostenuti grazie al SLushFund) il cui intero prezzo, meno l'IVA, viene devoluto a piccole associazioni che lottano per la difesa delle persone, degli animali e dell’ambiente: ad esempio la Bee Generation, associazione che promuove un'agricoltura rispettosa delle api, e la Cooperativa Iside che si occupa di contrasto alla violenza di genere e sostiene le donne che subiscono tali violenze. Oltre a questo, in generale Lush preferisce rivolgersi sempre a fornitori che abbiano un  comportamento responsabile da un punto di vista sociale e ambientale.
D'altro lato, Lush avvia politiche di responsabilità sociale d'impresa anche con riguardo ai propri dipendenti. Per una precisa scelta di politica aziendale oltre il 90 % delle persone che lavorano in Lush sono donne e hanno possibilità di orario flessibile per facilitare le cure parentali; i contratti sono tutti di assunzione (come quelli a tempo indeterminato o a tempo determinato) e non si avvale, p. es., di lavoratori interinali; la formazione è curata nei dettagli e ogni anno ci sono corsi di aggiornamento per tutti su temi quali gli ingredienti, i prodotti, le tecniche di vendita e le relazioni con i clienti, oltre ad un forum interno di discussione.

Insomma, Lush si dimostra davvero un ottimo esempio di RSI, sia per quanto riguarda il proprio sistema di valori e l'impegno nel perseguirlo, sia per quanto riguarda l'atteggiamento corretto e responsabile nei confronti  di tutti gli stakeholders. Anche una azienda di cosmetici, iniziata come una piccola realtà, ha potuto portare a livello internazionale un perfetto esempio di responsabilità e impegno sociale, soprattutto nei campi "critici" propri del settore (quali i test sugli animali e il packaging).

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Messaggio  0000726555 Lun Apr 25, 2016 4:56 pm

Voglio riportare alcuni premi vinti dall’azienda Lush che dimostrano, nuovamente, quanto quest’azienda sia un esempio eccellente di RSI. Lush è vincitrice per la categoria: Innovazione di prodotto o servizio socialmente e ambientalmente rilevante nella terza edizione del “Sodalitas Social Award” e del Premio “innovazione amica dell’ambiente” nella sua quinta edizione, sempre nell’ambito dell’efficienza nel consumo ed eco-design. L’azienda stessa mette a disposizione un premio, il Premio Lush. Questa iniziativa è volta a promuovere l’uso di una sperimentazione non animale nei test di sicurezza dei prodotti per i consumatori ed è volta ad abolire i test di tossicità degli ingredienti e dei prodotti. Il premio nasce da una collaborazione fra Lush e Ethical Consumer, una cooperativa inglese che si occupa di ricerca e consulenza sui comportamenti etici adottati dalle compagnie, aiutando così i consumatori nelle loro scelte.

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Messaggio  0000588170 Mar Apr 26, 2016 2:47 pm

In base ai vostri interventi vorrei segnalare la campagna Lush in tema di sensibilizzazione sui test cosmetici applicati agli animali. La campagna in questione venne realizzata nel 2012, il fine dell'azienda fu fare pressione affinché venisse approvata la direttiva 76/768 concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai prodotti cosmetici, evitando ulteriori rinvii. Tale protesta venne messa in atto nel punto vendita londinese, in vetrina, sotto gli occhi dei passanti ed ebbe come protagonista una ragazza ventiquattrenne. La giovane donna si spogliò volontariamente dei propri vestiti per indossare una tuta color carne ed interpretare il ruolo dell'animale cavia, denunciando ciò che accade in numerose aziende, le quali, al fine di garantire la sicurezza di un prodotto cosmetico, testano quest'ultimo sull'animale. La ragazza venne sottoposta a dieci ore di torture, le medesime riservate agli animali : corda al collo, bocca spalancata con un divaricatore per ingerire sostanze di ogni sorta, sostanze irritanti negli occhi, capelli rasati per applicarle elettrodi. A mio parere la campagna fu destabilizzante, proprio perché mise sullo stesso piano dignità umana e dignità animale, questione che attrae da sempre opinioni accese e divergenti. Ma certamente, a prescindere dalle correnti di pensiero, diede un contributo di carattere e si fece portavoce delle preoccupazioni sociali ed ecologiche di tutta la comunità e non solo nelle proprie operazioni commerciali.

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Messaggio  0000722797 Mar Apr 26, 2016 9:09 pm

0000588170 ha scritto:In base ai vostri interventi vorrei segnalare la campagna Lush in tema di sensibilizzazione sui test cosmetici applicati agli animali. La campagna in questione venne realizzata nel 2012, il fine dell'azienda fu fare pressione affinché venisse approvata la direttiva 76/768  concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai prodotti cosmetici, evitando ulteriori rinvii. Tale protesta venne messa in atto nel punto vendita londinese, in vetrina, sotto gli occhi dei passanti ed ebbe come protagonista una ragazza ventiquattrenne. La giovane donna si spogliò volontariamente dei propri vestiti per indossare una tuta color carne ed interpretare il ruolo dell'animale cavia, denunciando ciò che accade in numerose aziende, le quali, al fine di garantire la sicurezza di un prodotto cosmetico, testano quest'ultimo sull'animale. La ragazza venne sottoposta a dieci ore di torture, le medesime riservate agli animali : corda al collo, bocca spalancata con un divaricatore per ingerire sostanze di ogni sorta, sostanze irritanti negli occhi, capelli rasati per applicarle elettrodi. A mio parere la campagna fu destabilizzante, proprio perché mise sullo stesso piano dignità umana e dignità animale, questione che attrae da sempre opinioni accese e divergenti. Ma certamente, a prescindere dalle correnti di pensiero, diede un contributo di carattere e si fece portavoce delle preoccupazioni sociali ed ecologiche di tutta la comunità e non solo nelle proprie operazioni commerciali.

Non avevo mai sentito parlare di questa campagna di sensibilizzazione condotta da Lush ma credo veramente che, pur essendo una campagna veramente forte che avrebbe potuto urtare la sensibilità di molti, sia stata davvero un'idea azzeccata e da imitare. Da fervida sostenitrice dei diritti degli animali credo sinceramente che un'operazione di questo genere, che affianchi, come dici tu, la dignità animale alla dignità umana e, aggiungerei, la sofferenza animale a quella dell'uomo, abbia davvero fatto breccia nelle coscienze delle persone che si trovavano a passeggiare davanti a quella vetrina e le abbia spinte ad interrogarsi se sia davvero opportuno acquistare prodotti di aziende che non assicurano una politica precisa in questo ambito, soltanto per risparmiare qualche soldo. Allo stesso tempo, oltre ad essere stata un'azione di responsabilità sociale davvero encomiabile, è stata una campagna pubblicitaria molto forte e decisa a sostegno di Lush e dei suoi prodotti naturali e non testati su animali. Insomma, un'idea più che brillante.

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LUSH e CSR: la combinazione perfetta Empty Lush: una bella scoperta!

Messaggio  0000726436 Mer Apr 27, 2016 12:26 pm

Adoro la LUSH! Sapevo che i suoi prodotti derivano tutti da frutta e verdura freschi ma non sapevo fosse impegnata su tutti questi fronti da un punto di vista sociale. Dopo aver letto tutti i vostri commenti mi sono incuriosita e sono andata sul sito www.lush.it e mi sono trovata davanti a tutte le iniziative da voi citate! è fantastico vedere che non solo compri prodotti che non contengono "schifezze" ma che, con il denaro speso per acquistarli, contribuisci a diverse iniziative del genere! Sul sito di Lush si trovano spiegazioni sui danni provocati dalla pesca a strascico, dall’estrazione di sabbie bituminose, e sul TTIP, l’accordo commerciale in discussione tra Stati Uniti e Unione Europea.
The Body Shop è stata una delle prime aziende a sostenere campagne sociali: si è opposta alla sperimentazione dei cosmetici sugli animali e ha lanciato iniziative per mettere in piedi attività imprenditoriali in alcuni paesi in via di sviluppo. Lush ne ha seguito l’esempio da subito e, come si suol dire, l'allievo ha superato il maestro! Lush ha assunto impegni diretti anche al nostro paese con la campagna Svegliati Italia a favore delle unioni civili per coppie eterosessuali e omosessuali: nei giorni precedenti il 23 gennaio 2016, quando si sono tenute le manifestazioni in sostegno dell’allora disegno di legge Cirinnà, i negozi di Lush distribuivano volantini della campagna e avevano le vetrine addobbate a tema.
Un' altra iniziativa è quella legata alla vendita del bagnoschiuma FUN: per ogni 200 grammi venduti, Lush dona 15 centesimi a gruppi che organizzano attività per i bambini nella zona di Fukushima, in Giappone, colpita dal terremoto e dal successivo disastro nucleare l’11 marzo 2011.
Per queste sue "buone azioni" (così sono state definite sui social) Lush è diventata un modello di successo per molte società che stanno imitando le sue regole aziendali e il suo impegno a favore di attivisti e campagne.

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Messaggio  0000722797 Mer Apr 27, 2016 4:19 pm

0000726436 ha scritto:Adoro la LUSH! Sapevo che i suoi prodotti derivano tutti da frutta e verdura freschi ma non sapevo fosse impegnata su tutti questi fronti da un punto di vista sociale. Dopo aver letto tutti i vostri commenti mi sono incuriosita e sono andata sul sito www.lush.it e mi sono trovata davanti a tutte le iniziative da voi citate! è fantastico vedere che non solo compri prodotti che non contengono "schifezze" ma che, con il denaro speso per acquistarli, contribuisci a diverse iniziative del genere! Sul sito di Lush si trovano spiegazioni sui danni provocati dalla pesca a strascico, dall’estrazione di sabbie bituminose, e sul TTIP, l’accordo commerciale in discussione tra Stati Uniti e Unione Europea.
The Body Shop è stata una delle prime aziende a sostenere campagne sociali: si è opposta alla sperimentazione dei cosmetici sugli animali e ha lanciato iniziative per mettere in piedi attività imprenditoriali in alcuni paesi in via di sviluppo. Lush ne ha seguito l’esempio da subito e, come si suol dire, l'allievo ha superato il maestro! Lush ha assunto impegni diretti anche al nostro paese con la campagna Svegliati Italia a favore delle unioni civili per coppie eterosessuali e omosessuali: nei giorni precedenti il 23 gennaio 2016, quando si sono tenute le manifestazioni in sostegno dell’allora disegno di legge Cirinnà, i negozi di Lush distribuivano volantini della campagna e avevano le vetrine addobbate a tema.
Un' altra iniziativa è quella legata alla vendita del bagnoschiuma FUN: per ogni 200 grammi venduti, Lush dona 15 centesimi a gruppi che organizzano attività per i bambini nella zona di Fukushima, in Giappone, colpita dal terremoto e dal successivo disastro nucleare l’11 marzo 2011.
Per queste sue "buone azioni" (così sono state definite sui social) Lush è diventata un modello di successo per molte società che stanno imitando le sue regole aziendali e il suo impegno a favore di attivisti e campagne.

E' bello leggere queste altre brillanti iniziative di Lush, di cui prima (pur essendomi informata sul sito) non ero a conoscenza. Credo sia un esempio da imitare quello di una azienda, diffusa in tutto il mondo, che addirittura prende una chiara posizione in merito a vicende di rilevanza sociale quali il tema delle unioni civili! Vicende che, tra l'altro, non hanno un collegamento diretto con l'azienda e che, quindi, escludono qualunque obiezione che faccia riferimento a eventuali motivi strettamente economici o di marketing che avrebbero spinto Lush ad assumere un tale impegno. La speranza è che Lush diventi davvero un esempio concreto per molte altre aziende che operano nel campo dei cosmetici, e perchè no, anche in campi completamente diversi.

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LUSH e CSR: la combinazione perfetta Empty LUSH: il perfetto esempio di RSI

Messaggio  0000723391 Mar Mag 03, 2016 2:55 pm

Condivido pienamente con voi sul fatto che Lush rappresenti ad oggi un esempio perfetto di CSR.
Navigando in Internet mi sono imbattuta in un articolo molto interessante scritto da Marta Albè su GreenBiz.it che tratta del progetto, già citato prima dal collega, intrapreso da Lush sempre nell'ambito della responsabilità sociale.

"Agricoltura sostenibile: Lush la finanzia con Slush Fund
Rendere etica e green la realizzazione di cosmetici a partire dal supporto ai produttori locali è una mossa vincente? Lush, nota azienda cosmetica con sede nel Regno Unito, ha deciso di intervenire per finanziare l’agricoltura sostenibile. Tra i suoi progetti di Responsabilità Sociale troviamo la creazione di Slush Fund, un fondo nato per sviluppare vere e proprie partnership a supporto delle comunità che producono le materie prime utilizzate per la formulazione dei cosmetici. Si passa dunque dalla semplice pratica di acquisto etico di ingredienti provenienti dal commercio equo, ad interventi d’aiuto ai produttori locali. Lush ha deciso di donare il 2% delle somme spese per le materie prime e il packaging dei propri prodotti al fondo. Il denaro viene impiegato per creare progetti di agricoltura sostenibile e di supporto alle comunità.
Dal 2010 sono stati raccolti 1 milione e 200 mila sterline, che hanno permesso lo sviluppo di 32 progetti in 19 Paesi. I progetti seguono i modelli dell’agricoltura biologica e della pemacoltura, come alternative ai classici metodi di produzione agricola industriale. Sette dei progetti finanziati dal fondo garantiscono la fornitura delle materie prime utilizzate da Lush per la formulazione di uno dei propri prodotti di punta. Si tratta della crema per il corpo e per le mani Charity Pot, che viene presentata con una nuova formula ricca di ingredienti provenienti dall’agricoltura sostenibile e dal commercio equo. L’azienda ha reso noto che l’intero ricavato delle vendite del prodotto - IVA esclusa - verrà devoluto ad un progetto benefico a favore delle persone, degli animali e dell’ambiente. L'iniziativa punta evidentemente a coinvolgere i consumatori più attenti alle tematiche ambientali e alla scelta dei cosmetici da utilizzare per la cura della persona. Dal lancio di Charity Pot, avvenuto nel 2013, Lush ha raccolto più di 2 milioni e mezzo di sterline nel mondo. Tra i beneficiari delle donazioni effettuate dall’azienda troviamo Frack Off London, Sea Shepherd, Climate Rush, Humane Society International, Beagle Freedom Project (BFP) e Reprieve. Lush sceglie dunque la beneficenza e il supporto a progetti umanitari per rinverdire la propria immagine di sostenibilità. Ad esempio, la produzione dell’olio d’oliva impiegato per Charity Pot avviene grazie all’organizzazione non-profit Sindyanna Of Galilee, che riunisce le donne della regione settentrionale di Israele e che è stata fondata da cittadini israeliani ebrei e palestinesi per fornire ai coltivatori palestinesi un accesso ai mercati, in segno di cooperazione pacifica e di sostegno alla popolazione femminile."

Trovo che questa tipologia di iniziativa, insieme a tutte le altre in cui Lush è coinvolta, siano le iniziative sulle quali investire.
Acquistando i prodotti di questa linea automaticamente sosteniamo e contribuiamo ai suoi progetti e a portare avanti le sue buone cause su molteplici fronti.
Ormai conosco questa azienda da molti anni (da quando finalmente ha aperto un punto vendita nella mia città non posso più fare a meno dei loro prodotti), conosco bene i principi e i valori sui quali l'intera attività si svolge, e ritengo che debba essere considerata un modello di ispirazione sia per le grandi che per le piccole imprese.




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Messaggio  0000653714 Dom Mag 15, 2016 5:13 pm

Non nego che l'impegno della LUSH su tutti i fronti da voi citati sia ammirevole, anzi direi proprio d'esempio per tante altre aziende.
Personalmente però devo dirvi che io sono stata delusa da questo marchio poichè più di una volta mi è capitato di controllare l'inci di alcuni prodotti sul dizionario biologico e di trovare più ingredienti con bollino rosso in quanto siliconi e petrolati. Inci dunque paragonabili ai prodotti da supermercato ma con prezzi elevatissimi, anche 5 volte superiori.
Non nego che tanti prodotti siano davvero verdi ma personalmente sono rimasta amareggiata, soprattutto perchè questa azienda si è creata una determinata immagine sponsorizzando i suoi prodotti come appunto naturali, fatti a mano e con tutti ingredienti naturali, quando invece così non è, e molti consumatori acquistano questi prodotti pensando che si tratti proprio di prodotti "green". Personalmente lo ritengo un atto di furbizia, dato che molti, fidandosi del marchio non controllano neanche gli inci e non si aspetterebbero mai di trovare tali ingredienti al loro interno.
Di quali ingredienti sto parlando? Di parabeni vari, allergeni di ogni tipo, siliconi e derivati petroliferi a bassissimo costo ma con effetti negativi sulla pelle, che sono ESATTAMENTE gli ingredienti che vuole evitare chi ricerca prodotti vegetali. Per cui molti consumatori scelgono di acquistare prodotti lush a prezzi altissimi proprio per evitare questi ingredienti e invece se li ritrovano comunque! E tra l'altro, negli inci sul sito ufficiale,questi ingredienti (siliconi e derivati petroliferi scadenti) vengono definiti come "sintetici sicuri"!.
Ne eravate a conoscenza? vi consiglio di dare un'occhiata a questa pagina:
http://passionecosmesi.blogspot.it/2014/04/tutta-la-verita-su-lush-e-i-suoi.html

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Messaggio  0000722797 Lun Mag 16, 2016 9:54 am

0000653714 ha scritto:Non nego che l'impegno della LUSH su tutti i fronti da voi citati sia ammirevole, anzi direi proprio d'esempio per tante altre aziende.
Personalmente  però devo dirvi che io sono stata delusa da questo marchio poichè più di una volta mi è capitato di controllare l'inci di alcuni prodotti sul dizionario biologico e di trovare più ingredienti con bollino rosso in quanto siliconi e petrolati. Inci dunque paragonabili ai prodotti da supermercato ma con prezzi elevatissimi, anche 5 volte superiori.
Non nego che tanti prodotti siano davvero verdi ma personalmente sono rimasta amareggiata, soprattutto perchè questa azienda si è creata una determinata immagine sponsorizzando i suoi prodotti come appunto naturali, fatti a mano e con tutti ingredienti naturali, quando invece così non è, e molti consumatori acquistano questi prodotti pensando che si tratti proprio di prodotti "green". Personalmente lo ritengo un atto di furbizia, dato che molti, fidandosi del marchio non controllano neanche gli inci e non si aspetterebbero mai di trovare tali ingredienti al loro interno.
Di quali ingredienti sto parlando? Di parabeni vari, allergeni di ogni tipo, siliconi e derivati petroliferi a bassissimo costo ma con effetti negativi sulla pelle, che sono ESATTAMENTE gli ingredienti che vuole evitare chi ricerca prodotti  vegetali. Per cui molti consumatori scelgono di acquistare prodotti lush a prezzi altissimi proprio per evitare questi ingredienti e invece se li ritrovano comunque! E tra l'altro, negli inci sul sito ufficiale,questi ingredienti (siliconi e derivati petroliferi scadenti) vengono definiti come "sintetici sicuri"!.
Ne eravate a conoscenza? vi consiglio di dare un'occhiata a questa pagina:
http://passionecosmesi.blogspot.it/2014/04/tutta-la-verita-su-lush-e-i-suoi.html

Non ne ero assolutamente a conoscenza e, vista la fiducia che molti ripongono in LUSH, questo forse rischia di deludere diverse persone. Ma ritengo che, prima di giudicare, bisognerebbe capire in che misura l'utilizzo di questi prodotti non "green" sia dovuta al mancato rispetto da parte di LUSH degli standard che si attribuisce e che pubblicizza, e in che misura invece sia necessario, o comunque inevitabile, per realizzare una produzione che si colloca a livello multinazionale e che quindi abbisogna di gradi anche di conservazione più elevati, non potendosi applicare su scala così grande un prodotto esattamente come "fatto in casa", senza alcuna - seppur piccola - modifica alla sua composizione. Bisognerebbe anche capire a cosa ci si riferisce esattamente quando si parla di "sintetici sicuri". Non essendo un chimico, non posso rispondermi autonomamente a domande come queste, né capire senza aiuti esterni quale sia esattamente l'impatto di tali ingredienti sintetici sulla pelle o sull'ambiente e in quale misura essi siano, appunto, inevitabili. Ma sul sito di LUSH si afferma:

'Da sempre usiamo molti conservanti naturali come il sale, il miele o l’argilla per mantenere più a lungo tutta la freschezza dei prodotti Lush. Grazie a questi ingredienti, oltre il 70% dei nostri cosmetici è totalmente autoconservante – una cosa che pochissime case cosmetiche possono vantare. Ma ancora non basta: molti di voi ci chiedono di fare di più e di eliminare ulteriormente parabeni e conservanti sintetici dai vostri amati prodotti. I nostri cosmetici autoconservanti sono per la maggior parte solidi, visto che i microbi hanno bisogno di acqua per crescere e moltiplicarsi. Per mantenere fresche le creme, lozioni e altri prodotti liquidi, usiamo invece una quantità minima di conservanti sintetici - methylparaben, propylparaben, phenoxyethanol e benzyl alcohol - che consentono di dare ai prodotti non solidi una vita molto più lunga.
Questo finora. Infatti, anche se siamo soddisfatti di questi conservanti perché assolutamente sicuri, sappiamo che alcuni dei nostri clienti preferiscono evitarli. Così siamo riusciti ad inventare una tecnica innovativa per ribilanciare le nostre formulazioni, grazie alla quale possiamo eliminarli da alcuni dei prodotti liquidi o cremosi che conoscete e amate da sempre - il tutto senza alterarne in modo significativo l’aspetto, l’azione o il prezzo, e senza nemmeno ridurne la longevità.
Continueremo comunque a mantenere anche la versione originale con conservanti per chi la preferisce - a voi la scelta. “I nostri clienti ci hanno detto di voler usare prodotti liquidi o cremosi, ma senza alcun tipo di conservante”, spiega Daniel Campbell, scienziato dei cosmetici Lush. “Li abbiamo ascoltati e ora, grazie alle nuove tecniche che abbiamo sviluppato, possono scegliere tra la formula originale e quella autoconservante.” '

Ancora, nel sito si cerca di rispondere alla domanda su cosa siano i parabeni.
'I parabeni sono stati introdotti negli anni ’30 e sono oggi i conservanti più utilizzati nei prodotti cosmetici. Il motivo per cui sono così diffusi è perché costano poco, sono incolore, inodore, atossici, e hanno un’attività antimicrobica ad ampio spettro, ovvero impediscono a funghi, batteri e microbi vari di proliferare nelle creme e nel makeup. La Dottoressa Stephanie Williams, dermatologa presso la clinica European Dermatology London, spiega: “I parabeni hanno una lunga storia di uso sicuro e sono molto usati nei prodotti per la pelle. Sono conservanti di uso vastissimo che non causano alcun problema alla stragrande maggioranza delle persone. In pochissimi casi, i parabeni possono causare allergie da contatto, ma sono casi veramente rari.” Malgrado questo, i parabeni godono oggi di cattiva fama, anche se molte persone non sanno bene perché.
“La domanda di prodotti senza parabeni è reale, tanto che i prodotti lanciati oggi sul mercato vengono spesso accolti con molte critiche quando ne contengono,” racconta la beauty blogger Caroline Hirons (carolinehirons.com). “Ma se chiedete alle persone perché, secondo loro, i parabeni sono considerati ‘pericolosi’, sono sicura che quasi nessuno vi saprà rispondere.”
Infatti, i dubbi sui parabeni si possono far risalire ad uno studio del 2004 che aveva rilevato delle tracce di parabeni nei tumori al seno. Su questo dato si basò una teoria secondo la quale i parabeni, che possono imitare vagamente l’attività degli estrogeni, potrebbero disturbare gli ormoni aumentando il rischio di tumore al seno.
Tuttavia, ulteriori studi non hanno trovato alcun elemento che confermasse questa tesi.
Rachel Rawson, infermiera specializzata in cure dei tumori al seno, conferma: “Non vi è attualmente alcuna prova certa che suggerisca che l’uso di prodotti contenenti parabeni sia direttamente collegato allo sviluppo di tumori al seno.”
Invero, i parabeni sono stati sottoposti a test così rigorosi che gli esperti ritengono oggi che siano più sicuri di altre alternative sintetiche. Il Dottor Edmund Fowles, della EF Chemical Consulting, azienda specializzata nel controllo della sicurezza dei cosmetici, dice:
“Sono assolutamente certo che i parabeni siano sicuri. Dopo tutto il polverone che è stato sollevato sui possibili rischi, sono state fatte molte ricerche esaustive che hanno affrontato la questione da tutti i punti di vista. I cosmetici cosiddetti ‘senza parabeni’ usano semplicemente tipi diversi di conservanti, sui quali la ricerca è stata in genere molto meno rigorosa. Su quale base dovrebbero quindi essere migliori?”
La Dottoressa Stephanie Williams concorda: “I parabeni raramente provocano problemi di pelle, mentre alcuni conservanti più nuovi, con una storia di uso e di ricerca più limitata, provocano reazioni più frequenti.”
Per questi motivi, Lush continua ad usare i parabeni, sebbene come sempre in dosi minori rispetto ai limiti indicati dalle linee guida dell’UE. La regolamentazione europea attuale consente una concentrazione totale dello 0,4% di methylparaben nei prodotti cosmetici, mentre nei prodotti Lush lo standard è dello 0,2%.
Dal 2014, le nuove linee guida dell’UE per quanto riguarda il propylparaben indicano una concentrazione massima dello 0,19%; nelle formulazioni Lush la concentrazione è dello 0,1%.'

Si spiega infine:
' A parte le maschere fresche, che vi diciamo di tenere in frigorifero e di usare fintanto che gli ingredienti sono ancora freschi e attivi, la maggior parte dei nostri prodotti ha una durata di 14 mesi dalla data di produzione. In molti casi, riusciamo a far durare i prodotti per tutto questo tempo senza usare conservanti, semplicemente grazie al modo in cui li formuliamo. Tutti i prodotti con acqua richiedono un qualche sistema di conservazione, proprio perché è l’acqua a consentire la proliferazione dei batteri: eliminando l’acqua inutile – ad esempio trasformando il bagnoschiuma liquido in spumante da bagno solido, le creme corpo in oli da massaggio, o rendendo solidi gli shampoo e i balsami – riusciamo quindi ad inibire la proliferazione batterica, e di conseguenza a non usare conservanti sintetici.
Ovviamente, è un po’ complicato vendere soltanto prodotti solidi, e per questo abbiamo continuato ad usare conservanti sintetici nelle creme e altri prodotti liquidi. Ora, dopo molte ricerche, abbiamo però trovato il modo di ridurre al minimo la cosiddetta “acqua libera” – che è il surplus di acqua che rimane una volta che la reazione chimica ha avuto luogo. Grazie a questa scoperta, anche le nostre creme viso potranno diventare totalmente autoconservanti.
“Abbiamo sviluppato una serie di parametri di formulazione che ci consentono di creare dei sistemi autoconservanti,” afferma Daniel.
Nei prossimi mesi, speriamo di aggiungere tanti altri prodotti autoconservanti alla nostra linea. '

Credo, dunque, che forse ciò che nell'articolo citato dal collega si denuncia come deprecabile e indice sicuro di falsità nelle dichiarazioni di LUSH, dovrebbe essere approfondito e riletto alla luce delle domande che ho posto e delle precisazioni di LUSH. Probabilmente, tra le due posizioni che si collocano agli opposti estremi - LUSH utilizza esclusivamente prodotti naturali / LUSH mente ai clienti e dichiara falsità in merito agli ingredienti presenti nei propri prodotti - la posizione migliore si colloca sempre nel mezzo. Accompagnata, ovviamente, da una buona dose di informazioni e approfondimenti relativamente alla questione. In medio stat virtus.

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