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"Chi rom.. e chi no"

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"Chi rom.. e chi no" Empty "Chi rom.. e chi no"

Messaggio  0000724335 Sab Apr 23, 2016 12:15 pm

Il ristorante Chikù, nel quartiere napoletano di Scampia, fonde le tradizioni culturali e culinarie di due popoli, italiani e rom. Si tratta di una proposta imprenditoriale innovativa che punta a far collaborare in cucina donne napoletane e donne rom. La costituzione del primo ristorante italo-rom è stata promossa da Kumpania, la prima impresa sociale gastronomica di rom e italiani, avviata a Napoli nel 2013, vincitrice di diversi premi e sostenuta come start-up da Unicredit Foundation, Fondazione con il Sud e Fondazione Peppino Vismara. Il ristorante Chikù nasce dall’incontro di Kumpania con l’associazione “Chi rom..e chi no”, impegnata da 12 anni nella mediazione tra rom e napoletani nel quartiere. Il locale italo-rom è aperto a pranzo e a cena, svolge anche servizi di catering e corsi di cucina multiculturale per adulti e bambini. L’obiettivo è quello di favorire l’integrazione sociale dei rom e di combattere le discriminazioni in un territorio complesso come quello di Scampia, che ospita i due più grandi centri rom dell’intera città. Questo progetto rientra nella responsabilità sociale? Conoscete altre iniziative di questo genere?

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"Chi rom.. e chi no" Empty Re:"chi rom e chi no" e il ristorante 21 grammi di Brescia

Messaggio  0000660780 Mar Apr 26, 2016 10:37 am

Beh secondo me certamente rientra nel concetto di responsabilità sociale, il ristorante Chikù si erge a bandiera dell'integrazione ed inoltre ha lanciato davvero un'idea originale oltre che eticamente buona. Altro esempio simile secondo me, è la scelta di aprire  a Brescia un locale che fa dalle colazioni alle cene, denominato "21 grammi" con la particolarità di essere gestito interamente da ragazzi e ragazzi con la sindrome di down, per aiutare questi ragazzi a raggiungere la totale indipendenza nel lavoro e di conseguenza nell'ottica di un futuro proprio.  Tale progetto di business sociale sicuramente rientra nel concetto di responsabilità perché compatibilmente alla propria attività pone degli obiettivi di responsabilità e di integrazione sociale.

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"Chi rom.. e chi no" Empty Altri esempi bellissimi

Messaggio  0000736163 Mar Apr 26, 2016 1:20 pm

Ho letto con vero piacere del locale che tenta l'integrazione in una maniera d'impatto e in un posto tanto difficile.
Ho cercato altri esempi di locali gestiti "diversamente" e sono contenta di averne trovati un bel pò, anche nella stessa Bologna!

Bar Senza Nome
E' il primo bar a Bologna ad essere gestito da sordi. Il locale si trova in pieno centro, di fronte allo storico Mercato delle Erbe. Alcuni prodotti come vino e succhi di frutta provengono da aziende gestite da non udenti, un modo efficace di fare rete e favorire il lavoro.
La lavagna all’ingresso del bar aiuta i più impacciati: “se al bancone vuoi ordinare usa la lingua dei segni, i bigliettini in bacheca, gesticola, insomma trova tu la soluzione!”. Il locale, voluto dall’associazione culturale Farm, è un riferimento per i sordi di tutta Italia, grazie anche alle numerose iniziative culturali che organizza.


Bar L’Altro Spazio
Nato sempre grazie agli sforzi dell’associazione culturale Farm, troviamo sempre a Bologna L’Altro Spazio, locale interamente a misura delle persone non vedenti e sordo-cieche.

Il bar sorge il via Polese 7b, dove un tempo si trovava lo storico jazz club “Chet Baker2.
E’ un luogo che favorisce ed incentiva il rapporto con gli altri, grazie all’opportunità di comunicare con mezzi alternativi e dove chi vuole ha la possibilità di imparare nuovi linguaggi come la Lis, il Braille o la Lis Tattile.


Ristorante Gusto P
Si trova a Milano ed è un ristorante all’interno del quale lavorano ragazzi disabili. Il progetto è di Via Libera, una cooperativa sociale finalizzata all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e con disabilità intellettiva, e l’Onlus L’impronta.

Il ristorante – bar nasce dal sogno di costruire concretamente l’integrazione, ponendo le persone con disabilità direttamente a contatto con i clienti. Andrea Miotti, Presidente dell’Associazione L’Impronta spiega come l’offerta al pubblico: ”Non vogliamo che i clienti vengano da noi con l’idea di fare una buona azione. È un presupposto troppo fragile su cui fondare un’attività economica: vogliamo clienti soddisfatti, che tornino perché qui stanno bene”.


Bar Non Uno di Meno
Il social bar di Alassio Non Uno Meno è gestito da ragazzi disabili e si trova presso la biblioteca civica di Alassio. Il bar caffetteria, oltre al servizio internet wi-fi totalmente gratuito, offre prodotti cucinati dai ragazzi dell’Istituto superiore Alberghiero, grazie alla collaborazione di quest’ultimo con la cooperativa sociale Jobel e il Comune di Alassio.
Luca Ansaldo, curatore del progetto, ha spiegato: ”La caffetteria della biblioteca potrà diventare per alcuni ragazzi un vero e proprio posto di lavoro, mentre per altri potrà essere utilizzato come laboratorio protetto che avrà valore come esperienza pratica di apprendimento e di crescita e far vivere al ragazzo disabile un’esperienza di successo attraverso la realizzazione di un lavoro compiuto”.


Ristorante RistorAbile
Il RistorAbile si trova a Tivoli, piccola frazione nelle campagne di San Giovanni in Persiceto (BO) in Via Castelfranco, 44/f, sulla strada provinciale che porta a Castelfranco Emilia.
Si tratta di un locale gestito dalla Cooperativa Sociale Anteros, nata nell’aprile 2010 appositamente per realizzare il sogno di aprire un locale in cui potessero trovare un’opportunità lavorativa persone svantaggiate e diversamente abili, che difficilmente avrebbero accesso al consueto mercato del lavoro.


Caffè Basaglia
A Torino in via Mantova 34 è molto famoso il Caffè Basaglia, dedicato a Franco Basaglia e nato dall’idea di uno psichiatra, Ugo Zamburru, che cercava di promuovere l’inserimento sociale di persone con malattia mentale attraverso il lavoro.
Una ventina di camerieri si alternano a soddisfare le richieste del cliente e si organizzano anche cene etniche, mostre, concerti.


La Trattoria De Gli Amici
La Trattoria de Gli Amici non è un semplice ristorante. Questo locale infatti è gestito da una cooperativa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio.
Vi lavorano persone con disabilità affiancate da professionisti e amici che aiutano volontariamente. Si trova nel quartiere di Trastevere a Roma.


La Locanda dei Girasoli
La Locanda dei Girasoli è un ristorante/pizzeria che si trova in via dei Sulpici nell’antico quartiere del Quadraro a Roma.
Nato dalla volontà di alcuni genitori di trovare uno sbocco professionale ai figli con sindrome di Down, che porta a un’integrazione non solo lavorativa, ma anche territoriale, è molto apprezzato dalla clientela che sceglie menu stagionali con piatti di mare e di terra preparati con grande attenzione.

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Messaggio  0000763029 Mar Apr 26, 2016 7:27 pm

Anch'io come il/la collega sopra avevo subito pensato al 21 grammi di Brescia ma trattandosi di un'azienda senza scopo di lucro e che si limita ad insegnare un mestiere nella speranza che un domani tali soggetti possano essere assunti da imprenditori del posto mi chiedevo se potesse rientrare nello schema della rsi.
Al di là di ciò resta comunque il fortissimo impegno per l'integrazione di queste "categorie protette" di soggetti all'interno del mondo del lavoro.

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Messaggio  0000726054 Dom Mag 15, 2016 1:31 am

Penso proprio si tratti di responsabilità sociale d'impresa, sopratutto in considerazione dell’aspetto innovativo del progetto che risiede innanzitutto nella compagine lavorativa, composta a maggioranza da un team di donne, italiane e rom, le quali spesso sono vittime di discriminazione etnica, economica e sociale, e giovani abitanti del territorio, che possono così sperimentare forme di emancipazione sociale e professionale (forse per la prima volta!).
Essendo l'obbiettivo quello di diffondere, attraverso concrete esperienze, una cultura garantista delle differenze e delle minoranze e generare discorsi e pratiche di auto sostenibilità non può che essere da ammirare.

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Messaggio  0000723391 Dom Mag 15, 2016 10:18 am

Sono venuta a conoscenza di questa iniziativa grazie ai vostri interventi e devo dire che mi hanno molto colpito.
Navigando sul web mi sono informata, in particolare, in merito al progetto culturale e formativo Kumpania che è finalizzato a favorire lo sviluppo di autoimprenditorialità nell’ambito della ristorazione di un gruppo di donne straniere, in particolare rom e italiane, soggette a difficoltà di integrazione culturale, sociale e lavorativa, attraverso attività che sviluppano e incoraggiano la partecipazione alla vita collettiva e percorsi di autonomia individuale.
"Il progetto è finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità - UNAR Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica.
Il progetto in questione prevede le seguenti attività culturali e formative:
- percorsi di alfabetizzazione per l’acquisizione di competenze linguistiche e culturali
- formazione professionale nell’ambito della ristorazione, rivolta a un numero di dieci donne, con particolare attenzione ai temi dello sviluppo sostenibile, dell’agricoltura biologica e del commercio equo e solidale
- organizzazione e partecipazione periodica a manifestazioni pubbliche cittadine formali e informali, in cui il gruppo di donne sperimenterà servizi di catering con la preparazione di pietanze tipiche della propria tradizione e altre nate dall’incontro con diverse tradizioni culinarie
- laboratori pedagogici culturali rivolti a bambini e adolescenti
- documentazione del percorso formativo, osservazione e raccolta di storie ed esperienze per la scrittura collettiva di un libro di ricette accompagnate dai racconti e le storie delle donne protagoniste".
Io trovo che questa tipologia di progetti, insieme a tutti gli altri da voi elencati, siano particolarmente importanti sia in ambito sociale che culturale perchè in questo modo aiutano a favorire l'integrazione sociale e a combattere le discriminazioni.

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"Chi rom.. e chi no" Empty Pizzeria etica

Messaggio  626865 Dom Mag 15, 2016 2:27 pm

Un altro esempio che mi viene in mente,parlando di azienda responsabile,o come in questo caso attività commerciale etica,è la pizzeria Masaniello,che ha aperto qualche settimana fa,proprio a Bologna.
Una pizzeria da asporto ,che si impegna nelle lotte contro le mafie, acquistando prodotti ,e ingredienti derivanti da terreni confiscati alle mafie.
A mio avviso,questo è un esempio di responsabilità sociale,che la rappresenta doppiamente.
Da un lato si impegna a sostenere attivamente questi imprenditori,attraverso l'acquisto dei loro prodotti,
Dall'altro fa sì che attraverso questa particolare scelta,si diffonda a voce più ampia la lotta contro le mafie e l'attenzione del comune cittadino divenga sempre maggiore e più evidente.
Con l'acquisto di una pizza si sta mandando avanti una attività, si sta aiutando un imprenditore,e si sta combattendo la mafia.
Questa è vera RSI!

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"Chi rom.. e chi no" Empty Re: "Chi rom.. e chi no"

Messaggio  0000685175 Dom Mag 15, 2016 2:51 pm

Un iniziativa davvero importante e sicuramente rientra in una forma di responsabilità sociale, soprattutto come riporta il collega la pizzeria etica Masaniello che s'impegna ad acquistare ingredienti che provengono quasi tutti da cooperative che lavorano sui beni confiscati alle mafie o hanno subito ritorsioni. Penso sia un gesto davvero importante ed impegnativo che contribuiscono moltissimo ad educare questa società. Tutte iniziative brillanti.

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"Chi rom.. e chi no" Empty L' integrazione sociale attraverso la ristorazione: "amici miei"

Messaggio  734724 Dom Mag 15, 2016 3:30 pm

Noto con estremo piacere che sono sempre più i locali che, oltre a fornire un servizio di ristorazione, si cimentano in pratiche di RSI. RSI che significa anche, appunto, integrazione sociale di chi altrimenti difficilmente riuscirebbe in questo inserimento nella società. Un esempio concreto che ho potuto apprezzare personalmente si torva a MIlano (dove le iniziative di questo genere pullulano) nei pressi dll' Università Bocconi, dove si trova il ristorante sociale "Amici miei". Nato nel 2009, il ristorante viene gestito da una cooperativa che si occupa del reinserimento sociale di ex tossicodipendenti e carcerati, che vengono impiegati nel ramo della ristorazione. Il ristorante si propone inoltre di offrire corsi gratuiti di formazione a persone con difficoltà di reinserimento, in modo da formare personale qualificato da reimpiegare nei propri esercizi di ristorazione.
Credo che questi numerosi esempi siano un' altra prova di come la RSI passi anche da un mondo, quello del food e della ristorazione, che occupa una larga fetta dei lavoratori in Italia.

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"Chi rom.. e chi no" Empty Re: "Chi rom.. e chi no"

Messaggio  0000723106 Lun Mag 16, 2016 12:03 pm

Mi piacerebbe a questo proposito segnalare un'iniziativa avviata da un famoso bar di Reggio Emilia che si è proposto di organizzare corsi di cucito gratuiti per i clienti.
Lo scopo di quest'iniziativa era quella di contrastare la crescente alienazione della comunità reggiana, i proprietari del locale infatti si erano accorti che sempre più spesso i clienti consumavano molto velocemente il caffè e passavano il tempo con il cellulare in mano, senza socializzare.
Il corso di cucito è una vera e propria opportunità per imparare qualcosa di nuovo insieme a nuove persone.

Non è il tipico esempio di RSI, ma mi piaceva riportare il caso perché si differenziava dalle altre gestioni per la sua originalità e per lo scopo sociale dell'iniziativa.

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Messaggio  724804 Lun Mag 16, 2016 1:15 pm

Non so se possa esser pertinente all'ambito citato, ma volevo segnalare il progetto "Consumo critico- contro il pizzo cambia i consumi" promosso da Addiopizzo, comitato antimafia nato e sviluppatosi in Sicilia. Il progetto consiste nel creare una rete comunicativa in continua crescita tra commercianti,imprenditori e liberi professionisti e consumatori. Gli imprenditori si impegnano pubblicamente a denunciare eventuali richieste estorsive e dichiarano di non pagare il pizzo. I consumatori si impegnano pubblicamente e moralmente ad acquistare i loro beni di consumo presso imprese che hanno aderito alla lista "pizzo free". Il progetto ha lo scopo di stare tutti insieme dalla stessa parte, di non lasciare abbandonati a loro stessi i coraggiosi imprenditori che denunciano le estorsioni e di coniugare i consumi a scelte etiche e morali di cittadini consci del loro ruolo della società civile e dell'impatto che le loro scelte possono avere nella lotta alla criminalità organizzata.

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Messaggio  0000723586 Lun Mag 16, 2016 1:22 pm

Sicuramente si può parlare di responsabilità sociale dell'impresa. Innanzitutto troviamo la bellissima iniziativa di integrazione per queste povere persone. Tra l'altro nasce proprio a Scampia e trovo ciò ancora più significativo. Sappiamo tutti in che condizioni versa quel quartiere, quali sono le realtà che grandi e piccini giorno dopo giorno devono affrontare. A me sembra davvero una bellissima iniziativa, ben venga la socializzazione, l'integrazione, una cultura diversa che si fonde perfettamente con quella napoletana. È un incontro che può far nascere una bella esperienza per tutti. Dovremmo prendere esempio. A riguardo segnalo il bar SenzaNome che si trova proprio a Bologna di fronte al Mercato delle Erbe. È gestito esclusivamente da persone che non possono udire e se vuoi un caffè devi farti capire!!! Bellissima iniziativa.

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