Fratelli la Bufala e RSI

Apro il post per segnalare ai colleghi le iniziative in campo di RSI della catena di pizzerie Fratelli la bufala. Le iniziative di queste azienda mi hanno particolarmente colpito, e ritengo che quindi meritino la vostra attenzione, perchè si differenziano da quelle solitamente analizzate su questo forum. Parliamo in questo caso di una azienda italiana, non una grande impresa ma un' impresa di franchising diffusa in maniera abbastanza capillare lungo il territorio, rendendola quindi meno vincolata a grandi legislazione in campo di RSI o a grandi obblighi di marketing.
Elemento peculiare dell' azienda è invece che la sua politica si declina in due ambiti:
- il primo, quello dei servizi forniti ai clienti, che si premura di servire prodotti eco compatibili e nostrani
- il secondo, che riguarda invece iniziativa in campo sociale volte ad integrare i giovani nel mondo del lavoro togliendoli nel frattempo ai quartieri degradati

Allego il link:
http://www.fratellilabufala.eu/il-nostro-impegno/

Riscontro assolutamente gli aspetti da Lei citati.
Inoltre navigando nel sito web in questione ho potuto osservare la iniziativa, riferibile al suo secondo punto, prevista dalla catena di pizzerie "Fratelli la bufala" chiamata "La pizzeria dell'impossibile".
Riporto di seguito di cosa si tratta :
"Cucineranno pizze per i cittadini più bisognosi di Napoli. In cambio riceveranno molto più di un mestiere, perché durante la loro formazione non impareranno solo a miscelare con cura le dosi di impasto, acqua, sale e lievito, ma si prepareranno a mettere le basi per un nuovo futuro che parte dal riscatto sociale.
Saranno quindici (cinque provenienti dai quartieri disagiati e dieci segnalati dal Tribunale dei Minori con il quale, l’Associazione Scugnizzi ha un protocollo d’intesa) i ragazzi che, dopo aver preso parte al progetto della “Pizzeria dell’Impossibile”, promosso da Fratelli La Bufala e dall’Associazione Scugnizzi, in collaborazione con il Comune di Napoli, dallo scorso 4 febbraio, hanno intrapreso un corso di formazione di 200 ore per diventare ufficialmente pizzaioli."
Questa iniziativa, pur mantenendo un carattere certamente commerciale, ha tra i propri fini in primis l'alimentazione dei numerosi cittadini bisognosi della città campana ed inoltre il dare opportunità lavorative a persone che possano guadagnarsi ben più che un semplice stipendio, ma un'esperienza che arricchisca in primis la loro persona. Il fine sociale della catena è senza alcun dubbio rilevante e primario ed è certamente un esempio di Rsi.

Nel 2010 è stata promossa un’altra iniziativa dai Fratelli LaBufala, chiamata “Finchè c’è pizza.. c’è speranza”, la quale consiste in una collaborazione con l’associazione Scugnizzi per promuovere un corso per pizzaioli con la partecipazione di 60 detenuti. Al termine delle lezioni è stato assunto come pizzaiolo un detenuto. Nel 2011, dopo il successo riscontrato, è stata avviata un’altra iniziativa concernente l’istituzione di una vera e propria scuola per pizzaioli all’interno dell’Istituto Penitenziario di Nisida. Nello stesso anno, è stato inviato un coach per aumentare l’autostima dei ragazzi e, infine, nel 2012, è stato assunto un altro detenuto. Considero queste iniziative utili dal punto di vista sociale perché il lavoro può essere considerato lo strumento principale per favorire la rieducazione e il reinserimento nella società del detenuto.

Abbiamo visto che la nota catena di ristoranti destina parte delle proprie risorse a progetti sociali, soprattutto con un particolare impegno nei confronti delle persone meno fortunate.
I miei colleghi hanno citato tre importanti progetti, mi sembra dunque giusto citare un quarto esempio: “FLB & City Angels”.
Nel 2010 Fratelli la Bufala ha stretto una partnership con City Angels (associazione ONLUS a carattere laico, multietnico e antirazzista di volontari) avviando diverse iniziative che possono rispecchiare quell’impegno sociale che stiamo studiando.
La “Befana dei senzatetto” è un progetto che vede FLB ospitare 250 homeless a pranzo il 6 gennaio. A servire ai tavoli sono personaggi dello spettacolo ed esponenti politici.
Al pranzo del 6 gennaio 2016, ad esempio, svoltosi nell’hotel Principe di Savoia a Milano, sono stati i canditati e potenziali candidati sindaco di Milano, ed esponenti delle tre religioni monoteiste ad indossare la divisa “City Angels".
"Saremo tutti uniti nella solidarietà, e sarà bello vedere ragazzi con la kippah accanto a ragazze col velo islamico - le differenze non conteranno, conterà soltanto la voglia di aiutare i più deboli" dice Mario Furlan, fondatore dei City Angels.
È una vera e propria festa, all’insegna della fratellanza tra etnie e del dialogo tra schieramenti politici e tra religioni.
Inoltre Fratelli la Bufala mette a disposizione dei City Angels 50 buoni pasto al mese per le persone disagiate.
Un altro progetto della partnership è “Angel Day”: FLB ha contribuito al pranzo annuale per i senzatetto presso la mensa comunale di Milano.
Una giornata in cui personaggi dello spettacolo, della cultura, dello sport e delle Istituzioni indossano la divisa dei City Angels e fanno da camerieri ai senzatetto.
L’Angel Day si svolge verso la fine dell’anno scolastico (spesso a maggio), proprio per lanciare il messaggio che la solidarietà non va in vacanza.
Queste le parole di Mario Furlan: "Ogni anno tra giugno e agosto il volontariato subisce un calo. La gente è distratta, pensa alle ferie. Eppure l'estate è proprio il momento in cui c'è più bisogno di solidarietà, soprattutto per gli emarginati e gli anziani, che si sentono ancora più soli".

A proposito dei Fratelli La Bufala vorrei richiamare, in parallelo agli esempi da voi citati di intervento sociale, il noto scandalo venuto alla luce proprio un anno fa, quando, in seguito a un controllo da parte della questura in vari locali di Catania per accertare le condizioni igienico-sanitarie, proprio nel ristorante Fratelli La Bufala -Burg sono stati sequestrati 300 kg di alimenti, per il degradante modo di conservazione e taluni anche già scaduti.
Sanzioni dovute alle Pessime condizioni igieniche , dovute a grave mancanza di pulizia, riscontrate anche nei locali della cucina, a cui si sono aggiunte ad ulteriori sanzioni per violazioni riguardo la formazione del personale, di cui tra l altro non sono state fornite in loco le documentazioni necessarie di attestazione di regolare assunzione.
Che sia solo un caso isolato? Alla luce delle buone iniziative dovremmo chiudere un occhio?
Penso che, comunque, sia spesso così : Non é tutto oro quello che luccica..

Sono pienamente d’accordo col mio collega del commento precedente, incuriosita dalla scandalo di cui non avevo sentito parlare, ho iniziato a cercare notizie in merito. A Catania la Task Force dell’ U.P.G.S.P, insieme all’ ASP, ha effettuato un servizio volto a verificare le condizioni igienico-sanitarie e la condizione degli alimenti tenuti dagli esercizi di ristorazione. In questo specifico caso si sono spinti al di fuori del centro urbano, spingendosi sul territorio di San Giovanni La Punta, dove si trovava il ristorante “Pizzeria Fratelli La Bufala- Burg”, all’interno del centro commerciale “I Portali”, ivi situato. Doveva essere il primo di una lunga lista di esercizi ispezionati, però, ciò che è risultato dal controllo, non ha permesso ulteriori verifiche in altri locali. Sono stati ritirati 300 kg di alimenti tra carne bovina, suina, pollame e salumi, ma anche formaggi, a causa del pessimo stato in cui si trovavano. Queste condizioni imbarazzanti sono state causate dalla mancanza di pulizia, pertanto al ristorante è stato imposto il sequestro della cella frigorifera. Inoltre le condizioni igienico-sanitarie delle cucine sono state motivo di ulteriori sanzioni per l’azienda, con conseguente denuncia per violazione delle norme sulla conservazione degli alimenti.
Anche sul personale non c’è stata trasparenza: si deve ancora accertare la regolarità lavorativa degli impiegati, perché il titolare non ha presentato nessuna documentazione a riguardo.
Scandali di questo genere possono capitare anche nelle migliori aziende, anzi sono spesso frequenti in ambiti come quello della ristorazione. Ritengo allora che debba essere, in parte, preoccupazione del consumatore verificare (mediante recensioni o comunque con i pochi metodi che possiede) di cosa si stia nutrendo e prestare più attenzione a scandali di questo genere.

Sono molto colpita dalle belle iniziative, ma altrettanto sconcertata dagli scandali che hanno colpito questa impresa.
Se è vero che “si premura di servire prodotti eco compatibili e nostrani”, a quale pro avere più di 300 kg di alimenti tenuti oltre la data di scadenza e conservati in maniera non idonea?
Sul sito si legge "Non abbiamo bisogno di grassi idrogenati, salse industriali, glutammato o, peggio ancora, alimenti geneticamente modificati per rendere gustosi gli alimenti da noi preparati.
“Chi segue i dettami della natura non ha bisogno di ricette”". Personalmente mi viene da pensare che tutto ciò sia solo un'illusione di facciata, un modo come un altro di sfruttare temi molto importanti per farsi pubblicità ed acquisire notorietà in breve tempo (anche se spero di no).
Per rispondere alla domanda posta dal collega che chiedeva se fosse il caso di chiudere un occhio alla luce delle buone iniziative rispondo che se è vero che la qualità tanto elogiata e vantata da se stessi è pressoché inesistente, e con questo l'irregolarità dei lavoratori, non penso possano essere minimamente giustificati dalle iniziative prese, che senza dubbio sono un'ottima idea per dare una speranza per il futuro ad ex carcerati o a minori lasciati a se stessi, ma non ritengo che il fine giustifichi i mezzi.